Una strage di cuccioli di foca è avvenuta sulle coste della Namibia. Oltre 12mila piccoli esemplari di foche sudafricane da pelliccia sono stati abbandonati dalle madri per poi morire sulle spiagge e al largo delle coste del Paese: i loro cadaveri sono stati registrati dalle immagini satellitari di Ocean conservation Namibia (Ocn). Questi esemplari di solito partoriscono su queste spiagge a novembre, ma la strage dimostra che qualcosa non è andato come doveva. Naude Dreyer, che guida l’associazione no profit, ha spiegato alla Bbc che i suoi ricercatori stanno eseguendo dei test per determinare le cause di queste gravidanze premature, anticipando che il motivo più probabile potrebbe essere il cambiamento climatico, con le correnti calde che hanno un impatto sulla fauna marina. “Allo stesso tempo non possiamo escludere la possibilità di tossine o malattie“, ha anche aggiunto. Sembra che anche le madri delle foche siano malnutrite e Dreyer ha detto che alcune di loro sono si trovano ancora sulle spiagge. “È tragico camminare e vedere queste madri, non abbiamo centri di riabilitazione formali in Namibia e quando arrivano a questo punto di malnutrizione è difficile farle recuperare”, ha concluso.
Some more insight into the mass death of premature pup on our coast. Please give it a read????
Gepostet von Ocean Conservation Namibia am Donnerstag, 15. Oktober 2020
Nei loro profili social (in particolare Twitter e Facebook) Ocn documenta spesso gli sforzi quotidiani dei ricercatori nel trovare e curare le foche che mangiano rifiuti in plastica o ne rimangono prigioniere. I più diffusi sono scarti di reti da pesca o fascette alimentari, che possono diventare trappole dolorose, quando non mortali, per questi animali.
This is the situation at Pelican Point, Namibia. All the little red circles mark dead seal pups. A rough estimate brings the numbers to more than 5000 at our seal colony alone. This is tragic, as it makes up a large portion of the new pup arrivals expected in late November. pic.twitter.com/sBwLAGRVM8
— Ocean Conservation Namibia (@NamibiaOcean) October 14, 2020
Immagine d’archivio