Il vicepresidente della Regione, Elly Schlein e l'assessore alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini: "È indispensabile trovare una soluzione a quello che giustamente viene vissuto come un dramma nel dramma"
“Non bisogna arretrare di un millimetro sulle norme di sicurezza, ma non possiamo ignorare il dolore dei familiari dei degenti che non vogliono lasciarli soli”, così il vicepresidente dell’Emilia Romagna, Elly Schlein e l’assessore alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, in calce alla notizia che la Regione di Bologna è al lavoro per dotare i gestori delle strutture residenziali per anziani e disabili (Rsa e Rsd) di tamponi rapidi per favorire una modalità di screening immediato rivolto a familiari e parenti. Entro la prima decade di novembre.
“In questo modo si potrebbero riprendere visite programmate e contingentate” nelle strutture, come si legge sul sito della Regione. In concomitanza con l’arrivo dei tamponi rapidi, i parenti potrebbero infatti avere la possibilità di effettuare il tampone direttamente nella struttura e, in caso di esito negativo, vedersi autorizzare l’incontro con il proprio caro.
La direzione generale dell’assessorato al Welfare e alle Politiche per la salute definirà già nei prossimi giorni le modalità operative della distribuzione dei tamponi rapidi, dopo un confronto diretto con i gestori delle strutture che li richiederanno: Case-residenza per anziani non autosufficienti (Cra), Case di riposo e comunità alloggio per anziani, Centri socio-riabilitativi residenziali per disabili e Case famiglia e gruppi appartamento per anziani e disabili (Csrr), spiega ancora la regione Emilia Romagna.
“È indispensabile trovare una soluzione a quello che giustamente viene vissuto come un dramma nel dramma: l’impossibilità di stare vicino ai propri affetti in un momento così delicato e doloroso come quello che stiamo vivendo, conil rischio da parte di persone che già si trovano in condizioni di fragilità di sentirsi isolate e quasi dimenticate. Naturalmente la sicurezza va garantita e rimane la priorità assoluta, ma accanto all’esigenza sanitaria ne esiste una, altrettanto importante, che è quella affettiva, umana”, sottolineano Schlein e Donini.