“A marzo stavamo per essere investiti da un Tir che viaggiava a 130 chilometri orari. Oggi ci sta arrivando addosso a 60 chilometri orari: abbiamo il tempo per scansarci, ma se non lo faremo ci ammazzerà lo stesso, anche se va più piano”. Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia dei Lincei, tra i fisici italiani più stimati nel mondo, dall’inizio della pandemia ha cominciato a dedicarsi anche ai numeri che drammaticamente esprime l’epidemia di Sars Cov 2. Quelli di ieri parlano di oltre 19mila positivi e 855 ricoveri. “La situazione è questa – dice in una intervista a Repubblica – a partire dal 5 ottobre i nuovi casi raddoppiano ogni settimana. Ed è ormai consolidato il rapporto tra nuovi casi e numero di morti: i decessi sono proporzionali ai contagi con una settimana di ritardo. In particolare, c’è un rapporto di uno a ottanta, un decesso ogni 80 contagi. Ragionevolmente, i quasi 20mila nuovi casi di oggi corrisponderanno a circa 250 morti di venerdì prossimo. Se dunque le misure prese nei giorni scorsi non dovessero rallentare questa tendenza, basta un p0′ di aritmetica per calcolare che a metà novembre ci ritroveremo con 500 morti al giorno”, spiega ancora.
Sulla base dei suoi calcoli 100 scienziati italiani hanno rivolto un appello al capo dello Stato Sergio Mattarella e al premier Giuseppe Conte per chiedere misure drastiche nei prossimi 2 o 3 giorni contro il Covid. “Come scienziati, ricercatori, professori universitari – si legge nel testo riteniamo doveroso ed urgente esprimere la nostra più viva preoccupazione in merito alla fase attuale di diffusione della pandemia da Covid-19 e riteniamo utile segnalare all’attenzione delle Istituzioni, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Governo, nella persona del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le stime riportate nell’articolo del Presidente dell’Accademia dei lincei, professor Giorgio Parisi, pubblicato nelle scorse ore nel blog dell’Huffington Post”.
Per Parisi “se non proteggiamo adesso la salute dei cittadini, tra qualche settimana saremo costretti a fare un lockdown generalizzato. E più aspetteremo più dovrà essere lungo, con conseguenze pesantissime sull’economia”. Per lo scienziato l’obiettivo deve essere quello di “ridurre del 50% le occasioni di contatto fra le persone“. “Non so quali possano essere le scelte migliori: mandare a scuola metà classe la mattina e metà il pomeriggio, aprire il 50% dei negozi a giorni alterni Sta di fatto che si deve ridurre della metà l’affollamento dei luoghi, in modo che ogni contagiato infetti una persona e non due. Certo, non è con un coprifuoco da mezzanotte alle cinque del mattino che ci si riesce. Ma lo si può fare, abbiamo ancora un po’ di tempo prima che passi il tir”.