Ho ricevuto proprio ieri dal Segretario di Stato del Texas il messaggio email che conteneva la scheda elettorale da compilare per votare in queste contestatissime elezioni presidenziali del 3 novembre prossimo. Le istruzioni (diverse pagine) non sono certo un rebus, ma tanto facili nemmeno, e comunque, quest’anno, le modalità possono variare anche sensibilmente da Stato a Stato, e gli Stati, negli Usa, sono 50.
Io dovrò votare per posta ma la mia busta, arrivando da oltreoceano, potrà arrivare fino a 5 giorni dopo il voto del 3 novembre (ovviamente verrà contata solo in caso di disputa e per dati statistici). In giro per il mondo si parla soltanto della disputa tra i due contendenti della Casa Bianca, ma la scheda elettorale contiene anche l’elezione, a livello federale, di uno dei due senatori che spettano ad ogni Stato federale (per me il Texas), e di uno dei Rappresentanti al Congresso di Washington (il Distretto di competenza, per me è il Collin County, una delle 254 Contee del Texas).
A livello “locale” (il Texas è grande quasi tre volte l’Italia) c’è poi ancora molto da fare. C’è da scegliere tutta una serie di Rappresentanti e Giudici, dalla Corte Suprema Statale (non quella Federale di Washington), ai suoi Giudici Supremi, ecc., poi quelli di Appello, ecc. e tutte le amministrazioni locali a livello di Contea (pressappoco come le nostre province). Ma poi nella scheda c’è anche la scelta per lo Sceriffo della Contea! (ma c’è solo il nome del repubblicano). Ma io non so nemmeno chi è, perché non ho partecipato alla primarie.
E devo votare anche per il nuovo Sindaco della mia città (Allen, un sobborgo di Dallas) e per la relativa rete di responsabili territoriali del sistema scolastico di ogni livello. Infine c’è anche la possibilità di votare per l’emissione di “Obbligazioni del Distretto Scolastico di Allen”. Tre livelli di spesa da coprire finanziariamente con obbligazioni, allo scopo di acquistare, per ogni livello, una proposta di ammodernamento più o meno rispondente alla necessità del nuovo modello educativo “a distanza”. In questo caso il voto non è per scegliere una persona ma “favorevole” o “contrario” alla proposta indicata (che non mi hanno mandato).
Notevole (e per noi europei criticabile), in questa modalità di voto, la richiesta di scrivere, nel voto per la presidenza e per il posto di senatore, in basso, nel riquadro riservato, anche di proprio pugno il nome del prescelto, oltre alla crocetta di fianco al nome prestampato. Ciò segnala che il voto potrebbe venire annullato se il nome venisse scritto sbagliato (da noi sarebbe palese discriminazione verso soggetti analfabeti o di scarsa istruzione scolastica). Altra discriminazione è quella che la stampa progressista segnala a discapito degli ex carcerati, esclusi dal voto anche se hanno già scontato per intero da reclusi la pena loro inflitta.
Tuttavia, nel voto presso le sezioni elettorali in loco, il voto è molto più facile che nel voto per posta, perché, pur essendo la scheda elettorale uguale a quella di cui io dispongo e che devo compilare sul modello cartaceo, nei seggi in patria si vota su video elettronici collegati al sistema, che consentono di fare (per chi vuole) automaticamente la scelta a livello di partito. Quindi schiacciando un bottone si può scegliere in blocco (dove le candidature presenti lo consentono) tutti i candidati repubblicani, o democratici, o liberali, o verdi. Ma per la scelta Sì o No sull’emissione di bond da parte del Distretto Scolastico (probabilmente per finanziare gli ammodernamenti operativi imposti dai lockdown) che trovano copertura su un piccolo aumento di tasse, vedo qualche problema, conoscendo l’avversione dei texani (che per il 70% circa solitamente votano repubblicano) anche per il semplice vocabolo “tasse” (il Texas è sempre tra gli Stati che guidano la classifica della discriminazione reddituale tra ricchi e poveri).
Comunque, durante un periodo come questo, nel quale la semplice decisione di recarsi presso il seggio elettorale a votare è quasi eroica (essendo il rischio di contagio non solo già molto alto, ma addirittura di nuovo in crescita esponenziale), si registrano ovunque, contrariamente alla logica (negli Stati a maggioranza repubblicana), gli irrigidimenti verso la limitazione (o totale divieto) del voto per posta, che se fosse stato incrementato per tempo avrebbe notevolmente allontanato questo rischio per il cittadino elettore.
In questo periodo di pandemia tutti gli Stati Federali, al fine di diminuire l’assembramento nei normali seggi elettorali, hanno organizzato sul territorio diversi “Mail Drop Boxes” (caselle postali provvisorie) allo scopo di raccogliere il voto per posta di chi, seguendo le regole, ne ha avuto diritto (normalmente per persone anziane over 65 e altri casi specificati). Ma in Texas il Governatore Greg Abbott (di solida estrazione repubblicana) ha stabilito che nelle 254 Contee del Texas ci sia per ogni Contea “a single ballot drop site”, cioè un solo seggio elettorale “volante” per tutta la Contea.
Perciò, com’è capitato a Marilyn Wolfe e a suo marito, alcuni sono stati fermati e invitati ad andare in quell’unico seggio autorizzato dal governatore texano. Quindi cari co-cittadini di Allen (la mia precedente residenza, circa 100.000 abitanti), se hanno piazzato per caso un comodo “ballot drop site” proprio davanti a casa vostra, anche se siete 82enni come la Wolfe, non tentate nemmeno di far la fila per votare, perché arrivati al traguardo l’ufficiale vi spedirà a McKinney (distante circa 20 miglia) dove c’è l’unica cabina designata ad accogliervi nel Collin County.
Col tempo è emersa in evidenza la volontà di Trump, supportato dal suo partito, di rendere difficile il voto ai cittadini di basso livello reddituale e culturale (per chiari motivi), ma forse sta esagerando.
L’Agenzia Reuters fa una completa panoramica delle molte vicissitudini sorte non solo a causa del virus in questa importantissima tornata elettorale, mettendo in evidenza anche il pericolo delle gravi ripercussioni, anche legali (con interi “battaglioni” di avvocati da una parte e dall’altra), impegnati a vincere surrettiziamente (come è gia capitato nel 2000) il controllo della Casa Bianca, allo scopo di … (vogliamo dirlo correttamente senza usare foglie di fico?): allo scopo di scippare quella vera democrazia nella quale ancora molti di noi cercano di credere. Ma in Texas, chi esprime questi concetti, sapete cosa rischia di sentire in risposta? “Bullshit!”. Ovvero, escrementi di toro.