La manifestazione è partita dal centro storico e ha raggiunto il lungomare. Le persone hanno bloccato il traffico e intonato cori contro il governatore campano. Alcuni sono riusciti a superare lo sbarramento delle forze dell’ordine e hanno lanciato petardi e acceso fumogeni contro la sede della Regione
Prima il corteo per le vie del centro, con striscioni e cori contro le nuove restrizioni imposte dal governatore Vincenzo De Luca. Poi gli scontri tra una parte dei tra manifestanti e le forze dell’ordine di fronte alla sede della Regione Campania: lancio di bombe carta e fumogeni verso gli agenti, un cassonetto dato alle fiamme e una camionetta dei carabinieri colpita. È il racconto della prima notte di coprifuoco anti-Covid a Napoli, sfociate nella protesta organizzata sui social e poi materializzatasi in una guerriglia urbana per strada. Due arresti da parte della Digos: sono persone già note alle forze dell’ordine per reati connessi allo spaccio, del quartiere Vasto. Sono stati processati per direttissima e condannati a un anno e 8 mesi e a un anno e due mesi con pena sospesa con l’accusa di violenze, danneggiamenti e resistenza. Due agenti della Polizia di Stato, un militare e quattro carabinieri sono rimasti feriti durante gli scontri: hanno avuto bisogno di cure per contusioni e riportato danni all’udito per lo scoppio ravvicinato dei petardi.
A Napoli il “lockdown notturno” è scattato alle 23, con mezz’ora di tolleranza per chi usciva da bar, teatri, cinema o ristoranti. I protestanti si sono radunati in Largo San Giovanni Maggiore, davanti alla sede dell’Università Orientale per protestare contro il coprifuoco e la prospettiva di lockdown. Autoconvocatisi sui social, hanno mostrato uno striscione con la scritta “Tu ci chiudi, tu ci paghi“, attaccando il governatore campano De Luca e il governo Conte con cori di protesta. Sono anche stati accesi dei fumogeni. I manifestanti sono poi partiti in corteo per le vie del centro. Hanno attraversato piazza Municipio e piazza Plebiscito continuando a scandire cori contro De Luca. Tra di loro anche molti esercenti, come testimoniato dagli striscioni apparsi tra la folla: “Se tu mi chiudi, tu mi aiuti”, hanno scritto rivolgendosi al presidente campano e al governo Conte. “A salute è a prima cosa, ma senza soldi non si cantano messe”, si legge in un altro.
A quel punto una parte del corteo è riuscita a superare lo sbarramento delle forze dell’ordine e ha iniziato lanciare petardi davanti al palazzo della Regione, mentre le forze dell’ordine rispondevano con un fitto lancio di lacrimogeni. Dal corteo anche bottiglie di vetro e sassi contro il muro degli agenti, un centinaio, in tenuta antisommossa. Uno dei razzi dei manifestanti è finito in mezzo ai curiosi che su via Santa Lucia assistevano alla scena. Nessun ferito. Al centro di via generale Orsini, all’ingresso posteriore della Regione, un cassonetto dei rifiuti è stato dato alle fiamme. “Questa sera abbiamo assistito a veri e propri comportamenti criminali verso le forze dell’ordine. Nessuna condizione di disagio, per quanto umanamente comprensibile, può in alcun modo giustificare la violenza”, ha detto il questore di Napoli Alessandro Giuliano.
Le altre – Intanto, da Nord a Sud, si spengono le luci delle città italiane. Obiettivo, evitare gli assembramenti visti negli ultimi mesi e considerati tra i vettori più probabili di contagi, nel giorno in cui la curva dei nuovi positivi si è avvicinata a quota 20mila e ci sono più di mille persone ricoverate in terapia intensiva. Cambiano leggermente orari e modalità, non il risultato: città quasi deserte già dopo le 21, così come ristoranti e locali. Dopo Lombardia, Campania e Lazio, il coprifuoco notturno scatterà da sabato anche in Calabria con il blocco degli spostamenti fino alle 5. Oltre alle regioni, molti Comuni stanno varando misure contro gli assembramenti. Non tutti i sindaci però scelgono la strada della chiusura, resa possibile dall’ultimo Dpcm.
Nella Capitale il coprifuoco è partito allo scoccare della mezzanotte, un’ora dopo rispetto alla Campania. Già dalle 21 però alcune zone della movida erano transennate per evitare assembramenti. Il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando, ordina il divieto di stazionamento, dalle 21 e fino alle 5 del giorno successivo, venerdì, sabato e domenica in varie zone della città soprattutto al centro, nelle zone della movida e dei locali, e nel centro storico. Non si potrà quindi stare fermi davanti a pub e ristoranti lungo le strade per evitare assembramenti. Misura analoga (dalle 21 alle 2) nell’area del centro storico di Foggia dove abitualmente si concentrano le uscite serali.
A Torino, da stasera, accesso limitato dalle 22.30 alle 5 nell’area intorno a piazza Santa Giulia e in via Matteo Pescatore: potranno entrare i residenti, chi fa loro visita e hi deve raggiungere locali o ristoranti ma solo per il tempo della consumazione al tavolo. A Firenze confermato l’ingresso contingentato a mille persone in piazza Santo Spirito nelle sere di venerdì e sabato e l’introduzione di due ‘aree di massimo rispetto’ con il divieto di stazionamento dalle 19 alle 2. Chiusura di alcune strade della movida anche a Castrovillari (Cosenza), mentre il sindaco di Pescara rafforza i controlli nell’area del ‘food and beverage’. A Prato parte stasera il divieto di stazionamento, il venerdì e il sabato dalle 21 alle 5, in alcune strade tradizionalmente affollate del centro storico.