Ogni giorno in Europa si registrano record negativi nel numero di casi e di morti e con nuove restrizioni imposte dai governi, che stringono le maglie intorno alle attività ritenute non essenziali e alla libertà di movimento delle persone. Ma cresce anche il disagio della popolazione: la sede del Robert Koch Institut in Germania è stata bersagliata di bombe molotov
Il virus non molla la stretta neanche sull’Europa, che ha registrato un record di 221.898 casi in un giorno. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, la metà dei contagi giornalieri mondiali di oggi si concentrano nel Vecchio Continente. E in serata è arrivata la notizia che la Francia ha toccato un nuovo record: sono stati registrati 52mila casi in 24 ore. I governi si affrettano a varare nuove misure ristrettive, ma cresce non solo in Italia il disagio della popolazione: dopo le proteste a Varsavia, Praga, Londra, è toccato a Berlino, dove la sede del Robert Koch Institut a Berlino è stata bersagliata di bombe molotov.
Francia – Le autorità sanitarie francesi hanno annunciato un nuovo aumento record di contagi confermati di coronavirus nel Paese, +52.010 in 24 ore. Il totale dei casi nel Paese è arrivato a 1.138.507, con un tasso di positività dei test al 17%. I morti in un giorno sono stati 116, portando il totale a 34.761.
Le restrizioni in Spagna – A causa dell’aumento dei contagi, il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez a fronte di un potenziale numero di 3 milioni di contagi, ha dichiarato un secondo stato d’emergenza a livello nazionale che durerà 15 giorni, anche se il premier ha già detto che la sua intenzione è di prolungarlo fino al 9 maggio. Il provvedimento arriva dopo quelli imposti in alcune regioni tra cui Madrid e impone un coprifuoco dalle 23 alle 6 in tutto il territorio nazionale fatta eccezione per le Canarie. Le autorità locali potranno decidere di far slittare l’orario di inizio o fine della misura di un’ora. Potranno inoltre “stabilire di limitare l’ingresso e l’uscita dal loro territorio, comunità o aera minore”, ha spiegato Sanchez, e ci potranno essere eccezioni come motivi sanitari o di lavoro. Limitate anche le riunioni, con al massimo sei persone, a meno che siano conviventi.
Proteste in Germania – Intanto in Germania sono stati registrati 11.176 i nuovi casi confermati di coronavirus, un dato che porta il totale a 429.181. Le nuove vittime sono state 29 per un totale di 10.032. Nonostante la curva dei contagi tedeschi sia in continuo aumento, oggi a Berlino è andata in scena un’altra protesta contro le restrizioni. Varie persone hanno attaccato la sede del Robert Koch Institute, lanciando dispositivi incendiari. Non ci sono stati feriti, un inizio di incendio è stato estinto e una finestra è stata frantumata, ha fatto sapere la polizia, che sta indagando per il sospetto che l’attacco sia politicamente motivato. L’istituto traccia anche, in questo periodo, lo sviluppo della pandemia del coronavirus, consigliando il governo tedesco e le autorità su come tenerla sotto controllo e sulle misure da intraprendere.
Quasi 20mila casi nel Regno Unito – Anche a Londra ieri migliaia di persone sono scese nuovamente nelle strade per protestare contro le misure di lockdown varate da Boris Johnson – corteo poi interrotto dalla polizia – così come manifestazioni analoghe c’erano state nei giorni scorsi in Spagna e altrove. Nelle ultime 24 ore nel Regno Unito sono stati registrati 19.790 casi e 151 morti, in lieve discesa rispetto ai 23.012 contagi e 16ì74 decessi registrati il giorno precedente. Salgono così a 873.800 i casi nel Regno Unito e a 44.896 le vittime.
Nel difficile equilibrismo tra la volontà di non soffocare ulteriormente l’economia già messa a dura prova dalla prima ondata del virus e l’imperativo di salvaguardare la salute dei cittadini, i governi da giorni sembrano virare sempre di più verso la necessità di una stretta per tentare di appiattire una curva dei contagi che appare fuori controllo. Il Belgio, che ha segnato un nuovo record di oltre 15mila casi in un giorno, ha anticipato anche a Bruxelles il coprifuoco dalle 22 alle 6, come già deciso nei giorni scorsi in Vallonia. Reintrodotto anche l’obbligo di mascherina ovunque e da lunedì chiuderanno sale di spettacolo, teatri, cinema e palazzetti dello sport. In Bulgaria la capitale Sofia chiuderà locali e discoteche per due settimane. La Polonia, dove è risultato positivo al Covid il presidente Andrzej Duda, è entrata in un regime di semi-lockdown con la chiusura dei ristoranti e delle scuole dalla quarta dell’ottava classe, come già avvenuto per medie e superiori, il divieto di incontro per gruppi oltre le cinque persone e l’invito a restare a casa per gli anziani sopra i 70 anni. Il presidente francese Macron, nonostante i contagi superino i 40mila, dice invece che sono ancora al vaglio i lockdwon locali.
La Repubblica Ceca si conferma uno dei focolai europei più seri, con oltre 15.000 contagi e 126 vittime giornaliere: numeri che impressionano se si considera che il Paese ha lo stesso numero di abitanti della Lombardia, poco più di dieci milioni. Altri picchi sono stati segnalati nei Balcani, in Bosnia, Serbia e Croazia. Anche gli Stati Uniti hanno segnato il loro nuovo massimo giornaliero di contagi, 80mila ieri. Il record precedente era stato di circa 77.000 lo scorso 16 luglio.