I dati sui contagi dicono che sono tra i luoghi più sicuri e le ricadute sul settore rischiano di essere devastanti. Gli amministratori locali protestano. Tra loro il il sindaco di Milano, Giuseppe Sala
La chiusura di cinema e teatri non piace a nessuno. I dati sui contagi dicono che sono tra i luoghi più sicuri e le ricadute sul settore rischiano di essere devastanti. Gli amministratori locali protestano e in particolare gli assessori alla Cultura. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, non condivide le norme dell’ultimo decreto del premier che da domani comporta la chiusura delle sale. “Ieri il capo dello Stato ha richiamato a uno spirito di leale e fattiva collaborazione fra le Istituzioni della Repubblica – ha scritto Sala sulle sue pagine social -. E io così farò. Ma non posso dire di condividere le norme del Dpcm sullo spettacolo”. Una posizione già espressa dall’assessore alla Cultura Filippo Del Corno che insieme agli assessori di altri 10 grandi città (fra cui Roma, Torino e Venezia) ha firmato una lettera appello al governo chiedendo la riapertura dei teatri, dei cinema e delle sale da concerto definendo “ingiustificata la chiusura”.
Nella lettera si chiede di rivedere le misure per riaprire quanto prima teatri, cinema e sale da concerto. Primo firmatario il vicesindaco e assessore alla Crescita culturale di Roma Capitale Luca Bergamo, sottoscritta dagli assessori alla Cultura Filippo Del Corno (Milano), Eleonora de Majo (Napoli), Barbara Grosso (Genova), Francesca Paola Leon (Torino), Matteo Lepore (Bologna), Paola Mar (Venezia), Paolo Marasca (Ancona), Ines Pierucci (Bari), Paola Piroddi (Cagliari), Tommaso Sacchi (Firenze). La lettera è indirizzata anche ai ministri Dario Franceschini, Nunzia Catalfo, Stefano Patuanelli.
“La misura assunta oggi – è spiegato – colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi e altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata. Il settore dello spettacolo è inoltre uno dei più rilevanti settori produttivi italiani, e ha recentemente richiamato dalla cig quasi la totalità dei lavoratori al fine di garantire una paga dignitosa e un corretto trattamento delle diverse professionalità. Siamo consci del fatto che nuove misure restrittive siano senza dubbio necessarie per contrastare la recrudescenza del virus nel nostro Paese – proseguono gli assessori – Tuttavia riteniamo necessario portare alla vostra attenzione che la misura appena assunta produrrà effetti economici disastrosi e soprattutto priverà i nostri concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale“. Per questo “consideriamo opportuna e necessaria una revisione di questa disposizione, al più presto, affinché teatri, cinema e sale da concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del decreto, soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla, incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione epidemica. Chiediamo poi, nelle more della riapertura delle sale teatrali, cinematografiche e da concerto, un’immediata attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attività è caratterizzata da intermittenza, occasionalità e precarietà, che abbia corso e validità a partire già da lunedì 26 ottobre”.