Il corridore della Ineos Grenadiers ha sottratto la maglia rosa all'australiano nell’ultima tappa, la cronometro di 15,7 km da Cernusco sul Naviglio a Milano vinta dal piemontese. Completa il podio l'olandese Wilco Kelderman
Tao Geoghegan Hart vince la 103esima edizione del Giro d’Italia. Il bellissimo testa a testa con l’altra sorpresa di questa Corsa Rosa, l’australiano Jai Hindley (Sunweb), si conclude con il trionfo dell’inglese della Ineos che nell’ultima cronometro, sui 15,7 km da Cernusco sul Naviglio a Milano, guadagna 38 secondi. I due partivano praticamente appaiati in classifica, dopo essersi dati battaglia sulle salite, da Piancavallo allo Stelvio fino al Sestriere. Sono stati loro i dominatori di questo Giro d’ottobre, reso inedito dal coronavirus e dal meteo. Una sfida tra un 25enne (Hart) e un 24enne (Hindley) finora praticamente sconosciuti al grande pubblico: il futuro ci darà se abbiamo assistito alla prima battaglia tra due grandi corridori, oppure se è stato una Corsa Rosa mediocre. Certamente i due giovani hanno avuto la meglio di chi, sulla carta, era più titolato a cogliere l’occasione: con i ritiri di Thomas e Yates, con un Nibali non in grande forma, l’olandese Wilco Kelderman aveva l’occasione della vita e si deve invece accontentare del terzo gradino del podio.
Sicuramente questo Giro – in cui gli italiani hanno regalato pochi brividi in salita – è stato il palcoscenico della definitiva consacrazione di un nuovo campione: Filippo Ganna. Il piemontese, fresco vincitore del Mondiale a cronometro, ha conquistato la bellezza di quattro tappe. E anche a Milano ha dimostrato la sua assoluta superiorità nelle prove contro il tempo, imponendosi in 17’16”: preceduti di 31″ il belga Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling) e di 32″ l’australiano Rohan Dennis (suo compagno alla Ineos). Arnaud Demare ha vinto la maglia ciclamino: anche lo sprinter francese ha conquistato quattro tappe. La maglia azzurra di miglior scalatore è andata invece a Ruben Guerreiro, portoghese della EF Pro Cycling. Il Portogallo è stato protagonista soprattutto con João Almeida, che ha tenuto per quasi tutto il Giro la maglia Rosa, prima di capitolare sullo Stelvio ma senza mai arrendersi. Almeida infatti conserva la quarta posizione, davanti a Pello Bilbao e Jacob Fuglsang. Solo settimo Vincenzo Nibali, al termine di tre settimane in cui forse per la prima volta non ha mai nemmeno tentato un’azione. La forma non era quella dei giorni migliori. Un altro italiano chiude tra i primi 10 della generale: è il bergamasco Fausto Masnada, nono forse con qualche rimpianto per aver dovuto correre da gregario di Almeida.