di Ilaria Borletti Buitoni*
Il ministro Dario Franceschini ha risposto alla protesta che si è levata di fronte alla chiusura dei teatri e dei cinema e aggiungo, giacché dimenticate anche dai media, delle sale da concerto. Migliaia di musicisti scorati, istituzioni al collasso: la musica è ormai muta.
Abbiamo apprezzato lo sforzo del Mibact di mantenere inalterati i contributi per l’anno in corso ma non sarebbe giusto stare in silenzio di fronte alla convinzione che il nostro settore non sia consapevole della situazione che sta travolgendo l’Italia e non abbia fatto la sua parte.
Siamo stati i primi ad adeguare le sale a tutte quelle misure che permettono al nostro pubblico di ascoltare un concerto in sicurezza. Abbiamo sostenuto le nostre istituzioni nonostante non potessimo contare né sugli abbonamenti né sui biglietti con grande determinazione, investendo risorse per tutelare la salute del nostro pubblico. Abbiamo fatto la nostra parte, sempre e da subito!
Di fronte all’immagine di mezzi di trasporto ancora congestionati o di code davanti a uffici pubblici che carenti di personale non riescono a svolgere il loro lavoro in tempi ragionevoli forse la luce dei nostri palcoscenici era l’ultima da spegnere. Non tra le prime!
La cultura è un importante elemento di coesione, la musica lo è di consolazione. In una fase disperata, come giustamente ricorda il maestro Riccardo Muti, entrambe aiutano, anzi sono necessarie affinché si riduca nelle persone lo spazio lasciato allo sconforto. Un giorno, come dopo una guerra, si ripartirà: noi ci saremo perché senza cultura non c’è rinascita.
*Presidente della Società del Quartetto di Milano