In Alto Adige scatta oggi il coprifuoco dalle 23 e alle 5, i bar dovranno chiudere alle 20, i ristoranti alle 22, mentre cinema e teatri possono restare aperti. Anche questa volta la Provincia di Bolzano decide di seguire la propria strada sulle restrizioni: meno di due settimane fa, la Giunta provinciale Svp-Lega non aveva recepito il primo Dpcm del governo, salvo poi cambiare idea in pochi giorni e introdurre praticamente le stesse misure con un proprio provvedimento. Questa volta invece la norma nazionale viene in gran parte accolta, ha spiegato il presidente Arno Kompatscher, non senza differenze sostanziali. Sugli orari delle chiusure, per esempio, ma anche sulla scuola: da mercoledì 50% di didattica a distanza alle scuole superiori, mentre nel resto d’Italia è previsto un minimo del 75 per cento. Restrizioni più light, nonostante nelle due settimane centrali di ottobre (dal 7 al 20) l’Alto Adige ha registrato un’incidenza di 270 casi positivi per 100mila abitanti. Nemmeno in Lombardia nello stesso periodo era così alta: 217 contagi ogni 100mila lombardi.

L’esecutivo di Palazzo Widmann ha deciso di elaborare una nuova ordinanza che sarà in vigore in tutto il territorio provinciale fino al 24 novembre. “Di fatto – spiega Kompatscher – recepiremo gran parte del nuovo Dpcm nazionale con alcuni adattamenti alla realtà locale in virtù dei margini di manovra che ci sono concessi dalla nostra autonomia e dalla legge provinciale sulla fase 2 dello scorso maggio”. Diversamente dal resto d’Italia, dove tutti i locali devono abbassare le serrande alle 18, in Alto Adige i bar dovranno chiudere alle ore 20 e i ristoranti alle ore 22, ma dalle ore 18 la somministrazione di cibi e bevande potrà avvenire solamente al tavolo, con posti assegnati ed un massimo di 4 persone per tavolo, eccezion fatta per i familiari conviventi (come previsto dal decreto governativo). Vi sarà, inoltre, il divieto tassativo di consumazione in piedi, sia vicino ai locali, sia sul suolo pubblico.

L’altra grande differenza riguarda cinema e teatri: al divieto generalizzato di organizzare eventi e manifestazioni pubbliche, fanno infatti eccezioni le sale e gli spettacoli, dove saranno ammesse al massimo 200 persone e non sarà comunque possibile distribuire cibi e bevande. Poi c’è la scuola: da mercoledì 28 ottobre in tutte le scuole superiori la didattica a distanza dovrà coprire almeno il 50% delle ore di lezione. “Vogliamo continuare a garantire l’istruzione in presenza per assistenza alla prima infanzia, scuole materne, scuole elementari e scuole medie – sottolinea Kompatscher – un’ulteriore valutazione verrà fatta assieme alle Intendenze scolastiche durante la settimana di vacanza prevista per l’inizio di novembre”.

Poi, seguendo l’esempio di alte regioni, la Provincia di Bolzano ha introdotto il coprifuoco e alcune restrizioni per i centri commerciali. Tra le 23 e le 5, gli spostamenti al di fuori del proprio domicilio saranno possibili solo con autocertificazione e per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Inoltre, anche durante il resto della giornata, viene fortemente raccomandato di ridurre al minimo indispensabile tutti gli altri spostamenti e gli incontri con persone non conviventi. Previsto l’obbligo di chiusura già nella giornata di sabato per i centri commerciali, eccezion fatta, al loro interno, per gli esercizi che vendono generi alimentari, mentre la domenica tutte le attività commerciali, ad eccezione delle farmacie di turno, dovranno rimanere chiuse.

“Siamo consapevoli del fatto che queste misure, che in alcuni casi sono più stringenti rispetto a quelle del resto d’Italia, incidono purtroppo in maniera drastica sulle nostre libertà individuali – commenta Kompatscher – ma l’esigenza irrinunciabile di tutelare la salute pubblica ci impone di intervenire per bloccare alla fonte le radici del contagio, che si dimostrano sempre più spesso legate a feste e occasioni di ritrovo”. “Comportandoci in maniera responsabile possiamo tenere la situazione sotto controllo dal punto di vista sanitario, evitare misure ancora più drastiche e tornare in tempi più rapidi ad una vita il più possibile normale”, afferma in conclusione Kompatscher.

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