Carissimo Luciano De Crescenzo,
ogni volta che mi bloccano in lockdown a Napoli penso sempre a te che oggi riposi in pace sul mare della splendida Costiera Amalfitana di nuovo a me preclusa (provincia di Salerno). Lucia’, che amarezza leggere e riscontrare in piena seconda ondata pandemica da Covid-19 che i medici da Milano a Napoli, con voce fioca e soprattutto da “sudditi” della politica, non riescono a fare sentire la propria voce da combattenti di prima linea in questa pandemia. Quanti medici sono già morti nella prima ondata per la mancanza di dispositivi individuali da 0,25 cent come le mascherine, per esempio.
Eppure la colpa di questa terribile e mortale sudditanza senza possibilità di un valido contrasto alla politica, da Milano a Napoli, a mio parere risiede innanzitutto nella carenza di “peso” politico e tecnico da parte di tutti i medici che, a questo scopo, avevano istituito il prezioso “Albo” dell’Ordine dei Medici Chirurghi che però, palesemente, non riesce a mantenere il ruolo e la responsabilità sia etica che tecnica di tutela non solo della professione medica, ma, con essa, della stessa salute pubblica. E c’è un motivo: antico come è antico l’Ordine dei Medici.
Poco trasparente come tutta la ricerca, la comunicazione e la scienza medica in questa pandemia da Covid-19, che, come per la Terra dei Fuochi, svela la verità sulla genesi di questa sudditanza. Le elezioni del Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi, strutturato su base provinciale, risale infatti, ad oggi immodificato, ai primi del Novecento! Immodificato da oltre un secolo ormai, segue regole vetuste ed antidemocratiche.
A Napoli, per esempio, oltre 24mila iscritti all’Albo dovrebbero votare come agli inizi del Novecento quando gli iscritti in totale non superavano i 500, compreso San Giuseppe Moscati. Dal sabato al lunedì sera, presso il solo Ordine dei Medici alla Torretta, dove era bello ai principi del secolo XIX andare a prendere un gelato facendosi una bella passeggiata al sole e vicino al mare, oltre 24mila Medici di Napoli e Provincia dovrebbero esprimere, in persona, il proprio voto e preferenza sino a 15 iscritti all’Ordine. Siamo infatti tutti eleggibili ed elettori, non esistono liste.
Considerando che, di norma, vengono create circa 23 postazioni, ne consegue matematicamente che, posto circa 5 minuti ad elettore per il voto, senza considerare le file e gli assembramenti eccezionali che si creano (voluti per scoraggiare il voto!) possono democraticamente esprimere il proprio voto 12 elettori per postazione/ora, che per circa 23 postazioni e non meno di dodici ore di apertura seggio, per soli tre giorni di votazione, comporta la possibilità fisica di esprimere il proprio voto a non più di 3500 medici al giorno, per un totale massimo quindi fisicamente possibile di non oltre 10.500 medici su un totale di circa 24mila iscritti all’Ordine.
Mai nessun Presidente quindi ha potuto ricevere neanche il 50% delle preferenze degli iscritti all’Ordine di Napoli e oltre il 50% degli iscritti sono quindi impossibilitati ad esprimere il proprio voto. Mentre da anni disponiamo, grazie all’Ordine, delle Pec e negli Stati Uniti hanno già votato oltre 40 milioni di elettori per elezioni previste per il 3 novembre! Perché questo anacronistico regolamento elettorale che non si riesce, anzi, non si vuole cambiare?
Perché così è possibile selezionare accuratamente, da parte della politica e del potere, lobbies di sicuro affidamento politico, specie nei grandi Ordini (Milano, Roma, Napoli) delle grandi regioni italiane dove ormai oltre il 70% del bilancio intero della Regione è destinato alla sola Sanità! E questo in epoca pre-Covid, figurarsi adesso.
Io sono stato il più giovane iscritto all’Albo dell’Ordine dei Medici di Napoli dal 1980 al 1983, e per questo motivo sono stato il Segretario dell’unico seggio elettorale nel febbraio del 1981. Erano già allora elezioni da non continuare, assolutamente irregolari e antidemocratiche perché impediscono la libera espressione di voto a tutti gli iscritti all’Albo. Basta infatti occupare fisicamente tutti gli spazi antistanti l’Ordine dei Medici per condizionare totalmente l’espressione del voto ai medici che, in ogni caso, decidono di sottoporsi a file estenuanti, oggi oltretutto proibite dalla epidemia.
Come nel caso delle Terre dei Fuochi, Covid19 porta a nudo le verità nascoste della nostra società sbagliata, dal “lavoro a nero” alla dipendenza dei medici dalla politica. Io sogno un presidente dell’Ordine dei Medici di Napoli eletto, come si potrebbe e dovrebbe, con ben 24mila preferenze e non al massimo 7mila. Avrebbe ben altro peso “politico” e “tecnico” nei confronti di qualunque Presidente di Regione, in Campania come in Lombardia, “sceriffo o non sceriffo” che sia! E sarebbe l’indispensabile presupposto per restituire quella dignità e quella autonomia basata sull’etica che avrebbe da decenni già potuto evitare i massacri dei camici bianchi nei pronto soccorso e i massacri dei medici oggi durante la epidemia da Covid-19!
“Medico, cura te stesso!” A cominciare dal consentire la democratica, totale e libera espressione del voto a tutte le decine di migliaia di medici costretti a subire, senza alcun valido contrasto da parte degli Ordini, le decisioni lobbistiche di una politica che, in sanità, ha mostrato nel governo delle Regioni di Italia da decenni tutti i suoi gravissimi limiti! Che i Medici, esprimendo tutti democraticamente il proprio voto, siano messi in grado di esprimere Presidenti in grado realmente di indirizzare, e non solo subire, le politiche sanitarie regionali! Dalla Campania alla Lombardia!
Medico, cura te stesso! Cominciando dal cambiare le modalità elettive del Consiglio dell’Ordine dei Medici e consentendo la libera espressione del voto tramite Pec a tutti i Medici da casa! Oggi in maniera obbligata a causa della epidemia da Covid-19! Ma non si vuole fare, al contrario di quanto pure già accade per la elezione dell’Onaosi. Perché? Luciano, tu, ormai, da lassù sai anche questo ma non puoi aiutarci. Ti prego, chiedi aiuto per tutti noi a Giuseppe Moscati.