Le manifestazioni dei giorni scorsi, viene sottolineato da fonti del ministero dell'Interno, sono un campanello d’allarme anche se si è trattato di situazioni ben connotate. Adesso il rischio è che le manifestazioni annunciate per i prossimi giorni da chi è stato più colpito dai provvedimenti possano essere strumentalizzate
Già a luglio Luciana Lamorgese aveva parlato di un “autunno caldo”. Parole che adesso sembrano profetiche. L’esplosione dei contagi ha costretto il governo a una nuova stretta, e negli ultimi giorni Napoli, Roma e Torino sono state teatro di manifestazioni violente. Per questo motivo al ministero dell’Interno sale l’allerta per le tensioni sociali che potrebbero esplodere nel paese dopo il nuovo Dpcm del governo che ha rintrodotto una serie di restrizioni.
Le manifestazioni dei giorni scorsi, viene sottolineato, sono un campanello d’allarme anche se si è trattato di situazioni ben connotate. Per gli investigatori chi si è reso protagonista degli scontri con le forze di polizia, in sostanza, non aveva nulla a che vedere con le categorie che in qualche modo sono state più colpite dalla crisi di questi mesi ma con ambienti che avevano il preciso scopo di provocare disordini: ultras, estremisti di destra, centri sociali, soggetti che vivono di espedienti e piccoli reati utilizzati come manovalanza dalla criminalità organizzata.
Ma la situazione ora potrebbe cambiare. La rabbia e la frustrazione potrebbe infatti diventare occasione perfetta per chi ha interesse ad alimentare le tensioni. E, vista in quest’ottica, gli apparati di sicurezza non escludono che le manifestazioni annunciate per i prossimi giorni da chi è stato più colpito dai provvedimenti possano essere strumentalizzate e diventare l’occasione per provocatori e infiltrati di mettersi in mostra. Ecco perché, dicono ancora fonti qualificate degli apparati di sicurezza, “la questione dell’ordine pubblico è diventata molto sensibile e vanno disinnescate le situazioni più a rischio“.
Già in questi giorni sono state messe in campo una serie di azioni preventive e in ogni caso, viene ribadito, “non saranno tollerati eccessi”. Viminale e Dipartimento della Pubblica Sicurezza, inoltre, sono in costante contatto con prefetti e rappresentanti locali delle forze di polizia proprio per rimodulare la strategia e mettere in campo ogni intervento per intercettare le possibili situazioni più a rischio prima che esplodano o si trasformino in veicolo per i più violenti. Sempre nell’ottica, viene ripetuto, della “massima fermezza”.