Sindrome TeleRama a Break Sport. Il Benevento prende due pere dal Napoli, ma nel programma di approfondimento sportivo di Tv7 si brinda, si scherza, si fa il trenino. Il ritmo è quello di Disco Samba. Sasuera, sasuera, a, e, i, o, u, ypsilon. Nemmeno in una delle più ardite sintassi di Pippo Inzaghi ci si era dati così tanto alla baldoria incondizionata. Il programma a dire il vero è brioso. Il conduttore, Alfredo Salzano, l’uomo con la pashmina di cashmere anche a Ferragosto, è brillante e simpatico. Solo che il suo contenitore calcistico, pure con l’erbetta sintetica sotto a sgabelli e seggioline, c’ha il vizietto della celebre tv leccese. Incassi quattro pappine (“sia gentile!”) e hai la squadra migliore del campionato. Stenti il pareggio con una neopromossa e hai il miglior allenatore dello spazio terracqueo. Capita.
Ma a Break Sport i picchi della teleramite sono realmente inarrivabili. Inizia un sosia del sindaco di Benevento, Clemente Mastella, tal Nicola ma senza mascherina d’ordinanza come tutti in studio. Durante la partita con il Napoli, dice, “c’era un bel clima di amicizia (…) i tifosi del Napoli su Facebook e in radio ci facevano i complimenti e non era un atteggiamento di facciata”. Insomma, l’autoassoluzione sembra sport professionistico praticato di gusto, anche in tempi di draconiano Dpcm. Tanto che le affermazioni di Nicola passano come note soavi di un ritornello di Edoardo Vianello. Siamo i watussi, ogni tre passi facciamo sei metri. Teste chine a Break Sport tutte sugli schermi dei propri smartphone a cercare commenti che risultino un vero e proprio plebiscito per il Benevento perdente. “Dovevate vedere il Napoli com’era felice di aver vinto (ci mancherebbe ndr) dopo che li abbiamo fatti spaventare”, suggerisce un ospite offuscato continuamente dal loop del riscaldamento dell’undici giallorosso nel campionato 1929–30. A questo punto sale in cattedra Rita.
Colei che pensiamo co-conduttrice per una volta, sbagliandoci. Rita legge gli sms. “Abbiamo problemi a centrocampo”, scrive tal Clemente da Ceppaloni. E lei: “E va beh!” (Kitikaka giura e rigiura che ha risposto davvero così). Altro sms: “Non stati fatti falli tecnici a centrocampo”. E Rita ancora (giuriamo sui nostri figli): “E va beh!”. Poi ecco l’analisi comparata con il 2019. Sempre Rita. Sempre un “e va beh” che ti salva la vita più di una mascherina (che ora miracolosamente Nicola indossa). “Ad inizio 2019 si facevano le stesse discussioni di oggi, ma poi l’identità forte della squadra e del mister è venuta fuori”. Piccola pausa. Poi, altro che Jane, ecco l’urlo di Tarzan: “Quando vengono a Benevento sanno che stanno incontrando una squadra forte”. Gli sms però sconfinano anche sul privato. E Rita ammutolisce. Corteggiata in diretta legge sempre Clemente da Ceppaloni: “Buonanotte mia bella ninja (Rita ha la mascherina nera e le si vedono splendidi occhioni neri, ndr). Ti incontrerò nei miei sogni”. Ilarità in studio. Vola un “fetentone”, ma da chi a chi non si sa bene perché ancora siamo costretti al loop dei gol segnati dai giallorossi negli anni sessanta. Salzano fa leggere i risultati della Serie A a Rita. Le dice (addirittura) “sei la Simona Ventura dei poveri”.
Ed ecco che il Benevento sfiora, ma appena appena, i livelli del Barcellona di Messi. In collegamento telefonico c’è un giornalista del quotidiano veronese de L’Arena. I giallorossi incontreranno tra qualche giorno proprio il Verona che ha appena pareggiato con la Juve. Cosa vuoi quindi che dica dal Veneto il collega? “Come direbbe Juric: l’attenzione che riserviamo al Benevento è la stessa che abbiamo riservato alla Juve (…) partita difficilissima (…) è un avversario alla pari (…) sarà una gara molto complicata”. Ebbri di un lisciamento di pelo che nemmeno Charlie Brown con Snoopy, Nicola, Gino, Pasquale, Rita, e Clemente da Ceppaloni, imboccano il veronese: “È vero che temete il Benevento?”. Tanto che il poveretto non può far altro che capitolare: “È spesso indigesto per il Verona, nell’ambiente si sa”. Ilarità ancora in studio. Ma questa volta in loop ci finisce il presidentissimo Vigorito. Una scena alla Alberto Sordi, più Fracchia e Fantozzi. Vigorito in campo nel riscaldimento prepartita con il Napoli mentre fa torello con i suoi giocatori. Le voci da studio grondano liquami di godimento. “Un grande presidente”. “Saluti alla famiglia”. “Un grazie affettuoso”. Poi non si capisce chi – ci sono le immagini in loop di Vigorito palleggiatore di prima – forse Clemente da Ceppaloni: “Un grande soprattutto dal punto di vista umano, da quando mangiava il panino con la frittata coi tifosi in autogrill”. Benevento mo te magno. Bon appetit.