Convocato formalmente martedì scorso ma già programmato a settembre, il vertice arriva in un momento delicato: solo ieri diverse proteste contro le misure varate dal governo per combattere il contagio sono esplose in contemporanea in diverse città d'Italia. Tra i temi fondamentali affrontati dalla riunione ci sono invece la sicurezza globale ai tempi del coronavirus, la lotta al terrorismo, la tregua in Libia, le tensioni in Iraq e Afghanistan, il ruolo della Nato e dell'Ue per la sicurezza nazionale
La risposta del Paese all’emergenza sanitaria da Covid-19, il terrorismo internazionale, la tregua in Libia, le tensioni in Iraq e Afghanistan, il ruolo della Nato e dell’Ue per la sicurezza nazionale. Di questo e di tanto altro si è parlato nel corso del vertice del Consiglio supremo di Difesa che si è svolto al Quirinale in presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Convocato formalmente martedì scorso ma già programmato a settembre, il vertice arriva in un momento delicato: solo ieri diverse proteste contro le misure varate dal governo per combattere il contagio del coronavirus sono esplose in contemporanea in diverse città d’Italia. Per questo motivo la questione della sicurezza – soprattutto internazionale ma non solo – è stata tra i temi principali della riunione. “L’emergenza sanitaria ha prodotto una crisi globale con conseguenze di natura sociale ed economica che rischiano di accentuare la conflittualità in diverse aree del mondo”, si legge nel comunicato pubblicato sul sito del Quirinale. “È indispensabile in questa fase un rilancio del multilateralismo, della solidarietà e della cooperazione in tutti i campi”.
Il Consiglio supremo di difesa è un organo di rilievo costituzionale: presieduto dall’inquilino del Quirinale, vi prendono parte solitamente il presidente del Consiglio, i ministri della Difesa, dell’Interno, degli Esteri, dell’Economia e dello Sviluppo economico e il capo di stato maggiore della Difesa. Al vertice di oggi hanno infatti partecipato il premier Giuseppe Conte, il ministro Luigi Di Maio, il capo del Viminale Luciana Lamorgese, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Enzo Vecciarelli. Presente pure il titolare del Tesoro Roberto Gualtieri dopo che il suo tampone è risultato negativo (nel corso della giornata si è messo in autoisolamento vista la positività del ragioniere di Stato). Hanno presenziato anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, il segretario generale della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti e il segretario del Consiglio Supremo di Difesa, Gen. Rolando Mosca Moschini.
“Il Consiglio, dopo aver espresso riconoscenza a tutte le articolazioni della Difesa, che stanno fornendo il loro prezioso contributo, con assetti sanitari, logistici e operativi, alla risposta nazionale alla pandemia da Covid-19, ha fatto un punto di situazione sulle principali aree di instabilità e sulla presenza delle Forze armate nei diversi teatri operativi”, si legge ancora nel comunicato. Nel corso della riunione si è infatti parlato dell’emergenza sanitaria, ma anche del “terrorismo transnazionale” che “resta una minaccia, soprattutto nelle aree più fragili”. L’invito è quello di “non abbassare la guardia”, specie a fronte dell’innalzamento della tensione nel Mediterraneo Orientale che “desta preoccupazione“. Per quanto riguarda la pacificazione in Libia, l’auspicio del Consiglio è che “la tregua in atto possa essere consolidata senza le ingerenze di attori terzi, permettendo una soluzione diplomatica gestita dalle Nazioni Unite che vada ad esclusivo vantaggio del popolo libico“.
Il Consiglio ha quindi espresso “vicinanza al popolo libanese, duramente colpito dalla sciagura del porto di Beirut”, per poi concentrarsi sull’impegno dell’Italia nel sostegno della lotta al terrorismo in Iraq e Afghanistan. “L’impiego dei contingenti nazionali dovrà avvenire con approccio condiviso e in stretto coordinamento con gli alleati“, continua il comunicato. I pilastri delle politiche di sicurezza e difesa restano infatti “la Nato e l’Unione europea. L’Italia è impegnata con convinzione nel preservare e rinnovare la valenza delle due Istituzioni, fondamentali per la pace e la prosperità dei popoli. In un contesto reso più instabile dagli effetti della pandemia, la saldezza di questi organismi costituisce un punto di riferimento per il rilancio dei Paesi membri”. Nel corso della riunione c’è stato spazio anche per analizzare “il processo di ammodernamento delle Forze Armate” e per ricordare il ruolo degli “investimenti della Difesa”, i quali “fungono da traino soprattutto nei settori ad elevata tecnologia“. Affinché ciò sia possibile, però, serve “certezza nell’allocazione pluriennale delle risorse, anche per consentire una proficua sinergia con l’Industria nazionale della Difesa e dell’Aerospazio“.
Nessuna parola, quindi, sui disordini avvenuti nelle ultime ore nel Paese. Insomma: il vertice convocato dal capo dello Stato non è legato in alcun modo agli episodi di violenza. Tra i temi fondamentali affrontati dalla riunione c’è invece la sicurezza globale ai tempi del coronavirus. D’altra parte è la prima volta che Mattarella convoca il Consiglio durante il 2020. Quella di oggi, quindi, è la prima riunione in era della pandemia mentre si tratta della seconda riunione convocata durante il governo Conte 2: l’ultima risale al novembre del 2019. Domani, invece, è atteso davanti alla commissione Difesa della Camera l’audizione del capo di Stato maggiore della Marina militare, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Relazionerà sugli sviluppi dell’attività della Forza armata, anche con riferimento alle esigenze operative indotte dall’emergenza epidemiologica.