Prima c’è stato il silenzio sulla decapitazione di Samuel Paty, il docente francese ucciso per avere mostrato in classe le vignette di Maometto. Poi l’attacco senza precedenti a Emmanuel Macron, di cui ha messo in dubbio la salute mentale, e all’Europa, dove oggi i musulmani sono trattati alla stregua degli ebrei durante il nazismo. E ora Recep Tayyip Erdogan si infuria con Charlie Hebdo che ha pubblicato una sua caricatura nella copertina della sua nuova edizione (sotto) che lo ritrae in mutande mentre sorregge un drink e solleva la gonna di una donna che indossa un abito islamico. I suoi legali hanno presentato una querela alla procura di Ankara contro la rivista e la denuncia si aggiunge a un procedimento già aperto d’ufficio dalla procura della capitale turca. “Non c’è nulla da dire su queste canaglie. La mia collera non è dovuta all’attacco ignobile contro la mia persona, ma agli insulti contro il profeta” Maometto, ha detto Erdogan che ha addirittura negato di avere visto la caricatura: “Non l’ho neppure guardata perché mi rifiuto di dare importanza, anche solo per curiosità, a queste pubblicazioni immorali“. Ieri, inoltre, il suo avvocato ha presentato una denuncia presso la stessa procura della capitale turca contro il leader dell’estrema destra olandese Geert Wilders per un’altra sua caricatura, diffusa su Twitter.
La querela di oggi è un’altra stoccata all’Occidente con la quale Erdogan punta a diventare il paladino della difesa dei valori dell’Islam nel mondo – raccogliendo il sostegno da migliaia di manifestanti in Bangladesh, Qatar, Giordania e Pakistan -, che contribuisce a farlo risalire nei sondaggi e soprattutto a distogliere l’attenzione dalla crisi economica che sta travolgendo il Paese. “Reagire con sincerità agli attacchi contro il nostro Profeta è per noi una questione di onore“, ha poi spiegato.
E in quest’ottica, il Sultano è tornato anche oggi ad attaccare Macron, sostenendo che “la Francia e l’Europa non meritano politici come Macron e quelli che condividono la sua mentalità che non fanno altro che seminare odio, vorrebbero rilanciare le Crociate“. Ha poi aggiunto, tornando sulla questione tedesca già affrontata nei giorni scorsi, che “la cancelliera Merkel non ha saputo spiegarmi perché 100-150 poliziotti si siano introdotti nella moschea Mevlana di Berlino all’ora della preghiera all’alba”, mentre “il nostro Paese conta 435 chiese e sinagoghe che sono sotto la protezione dello Stato. Noi non abbiamo mai ostacolato il culto di nessuno, né lo faremo”, ha assicurato.
In suo soccorso è arrivato anche il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, che, intervenuto sul tema, ha ritenuto necessario difendere i “valori religiosi” del mondo musulmano condannando “gli insulti ai profeti”: “Insultare i profeti significa sottovalutare i valori religiosi in cui molti credono”, ha detto durante un discorso tv in occasione dell’anniversario della nascita del profeta Maometto che sarà celebrato giovedì. Il leader del Cairo ha poi aggiunto che l’Islam sostiene “libertà di credo e di opinione”, ma “queste libertà non sono assolute. Se alcuni hanno la libertà di esprimere ciò che è nei loro pensieri immagino che questo si fermi quando arriva a offendere i sentimenti di oltre 1,5 miliardi di persone“.
“Vignetta senza moralità che fomenta l’odio” – “Condanniamo fermamente la pubblicazione della rivista francese, che non ha rispetto per la fede, il sacro e i valori”, ha scritto su Twitter il portavoce di Erdogan, Ibrahim Kalin. “L’obiettivo di queste pubblicazioni, prive di moralità e decenza, è seminare odio e risentimento. Trasformare la libertà di espressione in ostilità verso la religione e il credo può essere solo il prodotto di una mentalità malata”. La condanna verso Charlie Hebdo viene rilanciata in queste ore dai massimi dirigenti di Ankara, tra cui il ministro delle Finanze e genero di Erdogan, Berat Albayrak. “Quello che ha fatto Charlie Hebdo non è umorismo, è maleducazione! È odio verso l’Islam manifestato sul nostro presidente!”, scrive su Twitter Albayrak. Sul caso interviene anche Fahrettin Altun, responsabile della comunicazione della presidenza turca, che parla di un’immagine “ripugnante” e di “razzismo culturale”. “L’agenda anti-islamica del presidente francese Macron sta dando i suoi frutti – prosegue Altun -. È chiaramente un prodotto dell’ambiente culturale xenofobo, islamofobo e intollerante che la leadership francese sembra volere nel proprio Paese”. Per Altun, “questi attacchi irresponsabili e insensati alla nostra cultura” alimenteranno “razzismo e discriminazione“.
Erdogan : dans le privé, il est très drôle !
Retrouvez :
???? Laïcité : zoom sur le CCIF par @LaureDaussy
???? Voyage dans la crackosphère parisienne par @AntonioFischet8 et Foolz
???? Reportage à Lunéville et son théâtre par Juin➡ Disponible demain ! pic.twitter.com/jxXqKrvXbK
— Charlie Hebdo (@Charlie_Hebdo_) October 27, 2020
La caricatura su Charlie Hebdo – “Erdogan, in privato è molto buffo”, è il titolo pubblicato in prima pagina sul settimanale a corredo della caricatura del presidente turco che ha già fatto infuriare il governo di Ankara. Nella vignetta, si vede il presidente turco in panciolle sul divano, in T-shirt e mutande, con una lattina in mano, mentre solleva il lungo velo di una donna musulmana con tanto di vassoio e due calici di vino ed esclama “Oh, il Profeta!”. Con l’estremità delle dita Erdogan solleva l’indumento della donna fino a lasciarle il fondoschiena completamente all’aria. Quindi l’esclamazione: “Ouuuh! Il Profeta!”. Un disegno firmato Alice e che si aggiunge alle già vivissime tensioni tra Ankara e Parigi.