È di 18 euro il prezzo fissato per effettuare un tampone rapido presso lo studio del proprio medico di famiglia, mentre nelle Asl costerà 12 euro. Tutto sarà però a carico dello Stato, come stabilito dai sindacati dei camici bianchi e Sisac (la Struttura interregionale sanitari convenzionati) nell’ambito dell’intesa sul protocollo sanitario da applicare quando negli studi medici arriveranno i primi test. Il decreto Ristori appena varato dal governo, infatti, ha stanziato 30 milioni di euro per consentire a dottori e pediatri di libera scelta di eseguire in autonomia 2 milioni di test antigenici a partire dalle prossime settimane.

Nel corso delle trattative, però, il fronte dei sindacati si è spaccato: Snami, Intesa sindacale e Smi (Sindacato medico italiano) contestano la “mancata garanzia della sicurezza di cittadini e operatori” e l’obbligatorietà per i medici di eseguire i tamponi. La loro richiesta era che il testo fosse modificato, prevedendo un’adesione su base volontaria. La Fimmg, invece, che è il sindacato più rappresentativo della categoria, ha sottoscritto l’intesa. Più ampia e condivisa l’adesione da parte dei pediatri.

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