È stato lo stesso senatore Dem a comunicarlo con una lettera agli altri membri del cda e del collegio sindacale: "Queste prime settimane mi hanno permesso di constatare che la posizione di Presidente del Consiglio di amministrazione è, in molte circostanze, non compatibile con la funzione di senatore del Partito Democratico e del centrosinistra italiano", ha scritto
Sono passati meno di sei mesi dalle sue dimissioni da tesoriere del Pd per intraprendere la nuova avventura nel quotidiano fondato da Carlo De Benedetti, ma Luigi Zanda ha deciso di lasciare la carica di presidente del Consiglio di amministrazione di Domani. È stato lo stesso senatore Dem a comunicarlo con una lettera agli altri membri del cda e del collegio sindacale: “Cari amici – si legge -, a più di un mese dalla nascita di Domani sento di dover fare un primo consuntivo. Queste prime settimane mi hanno permesso di constatare che la posizione di Presidente del Consiglio di amministrazione è, in molte circostanze, non compatibile con la funzione di senatore del Partito Democratico e del centrosinistra italiano. In una parola, ho compreso di trovarmi in una posizione di conflitto di interessi politico-editoriale che, per mio costume e per mia profonda convinzione, non posso sottovalutare”.
Non è chiaro, quindi, se la valutazione di Zanda sia arrivata per incompatibilità sulla linea editoriale o se le sue valutazioni riguardo al “conflitto d’interessi” siano arrivate solo dopo oltre cinque mesi dalla decisione di accettare l’offerta di De Benedetti. Il senatore conclude il proprio messaggio dicendo che “con grande rammarico sono costretto a comunicarvi d’aver deciso di dimettermi da Presidente e da consigliere di Domani, alla cui nascita ho, assieme a voi, partecipato con molta intensità e alla cui ideazione da parte dell’ingegner Carlo De Benedetti ho dato tutto il contributo di idee che potevo. A voi i miei saluti più cordiali e a Domani auguri sinceri di successo”.