L'organizzazione criminale denominata "Viking" è responsabile delle nuove affiliazioni, della gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti nelle piazze cittadine e dell’attività di sfruttamento della prostituzione. Dalle carte emerge il ruolo delle donne, affiliate mediante rapporti sessuali di gruppo con l’appellativo di 'Queen' o 'Belle'
Quasi settanta misure cautelari, tra cui decine di arresti, sono state eseguite questa mattina all’alba dagli agenti delle squadre mobili di Torino e Ferrara a carico di cittadini di origine africana appartenenti alla mafia nigeriana. Il blitz delle forze dell’ordine arriva dopo la conclusione delle indagini coordinate dalle Direzioni distrettuali antimafia (Dda) della Procura di Torino e di Bologna. L’operazione vede coinvolti oltre duecento agenti della polizia di Stato ed è svolta sotto il coordinamento della Direzione centrale anticrimine. Il clan di stampo mafioso oggetto del blitz è il “Viking”, suddiviso in cellule locali, le cosiddette ”Deck”, dislocate in numerose città italiane. Tra i destinatari delle ordinanze spiccano numerosi personaggi al vertice della mafia nigeriana in Italia, in diretto contatto con i capi di altre organizzazioni criminali e direttamente responsabili delle nuove affiliazioni, della gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti nelle piazze cittadine e dell’attività di sfruttamento della prostituzione.
Nello specifico, 31 misure di custodia in carcere sono state eseguite dalla squadra mobile di Ferrara. Ventisei gli indagati per associazione di tipo mafioso. A Torino la Dda ha eseguito 43 provvedimenti. Una delle peculiarità dell’associazione torinese era il ruolo delle donne, affiliate mediante rapporti sessuali di gruppo con l’appellativo di ‘Queen’ o ‘Belle’. Tra loro Aisha Osayande, detta ‘One Queen’, unica tra le donne ad assumere effettivamente il ruolo di associata, aveva l’incarico di controllare le connazionali sfruttate. La cellula torinese era particolarmente violenta ed era solita punire le ‘trasgressioni’ con una speciale arma da taglio, una sorta di machete. Il gruppo criminale denominato ‘ Valhalla Marine’ controllava e gestiva in diverse zone di Torino il commercio su strada di sostanze stupefacenti e lo sfruttamento della prostituzione di donne nigeriane.
L’operazione nasce a Ferrara, a fine luglio 2018, dopo un tentato omicidio di un giovane appartenente a un gruppo rivale, gli Eiye, aggredito con un machete da cinque connazionali in zona Gad. Dopo gli arresti nel 2019, le indagini sono approdate al pm della Dda Roberto Ceroni, per dimostrare l’esistenza nel Ferrarese della mafia nigeriana ‘Supreme Viking Arobaga’, che era collegata alla rete internazionale. Risale a questa fase la scoperta della suddivisione gerarchica, con direttive impartite dalla Nigeria e associati vincolati al rispetto della segretezza, affiliati con riti tribali, durante riunioni alla presenza dei capizona, tra Brescia e il Veneto.
A Ferrara è stata accertata la centralità della figura di Emmanuel ‘Boogie’ Okenwa, dj di musica afro-beat. Controllava il territorio delle province di Ferrara, Padova, Treviso e Venezia, e dirimeva le numerose faide che scoppiavano tra associati di rango inferiore tramite spedizioni punitive. Altri gestivano invece lo spaccio di droga: è emerso un traffico di cocaina, destinata prevalentemente al Veneto, proveniente dalla Francia e dall’Olanda. La droga veniva presa a Parigi e ad Amsterdam, grazie all’appoggio di connazionali che risiedono nelle città europee. Squadre di ‘corrieri’ rientravano in Italia attraverso i valichi del Monte Bianco e del Frejus. In un’occasione è stato intercettato un carico di circa dieci chili.