In risposta alle accuse arrivate dalla Regione - che gli contesta di aver "mistificato i fatti di Vo'", attribuendosi la paternità del piano dei tamponi - il docente padovano rende noti i messaggi Whatsapp scambiati con il presidente leghista a inizio marzo. Lo screening a Vo' "è un successo senza precedenti un modello che può essere esportato a tutti i focolai senza necessariamente chiudere tutto", scrive Crisanti prima di tornare da Londra. Più volte ribadisce l'efficacia del suo progetto, incassando il plauso di Zaia
“Ho le prove, eccole. Il piano sanitario della Regione Veneta con i tamponi a tappeto è nato grazie al mio input e di altri colleghi dell’Università di Padova. Nei giorni in cui scoppiò la pandemia ho tenuto rapporti stretti con il presidente Luca Zaia, ed è dimostrato dai messaggi che ci siamo scambiati”. Andrea Crisanti, che si trova a Londra, ha deciso che la misura è colma. Da mesi è sotto tiro da parte del governatore veneto che da un certo momento in poi (coinciso con l’offerta arrivata dal centrosinistra al virologo per una candidatura alle suppletive del Senato a Verona) ha continuato a rimarcare il successo del Veneto sul fronte Covid grazie alla macchina regionale e non all’intuito del docente. Adesso, dopo l’anticipazione del libro di Bruno Vespa, che riporta una lettera molto dura della dottoressa Russo, responsabile della prevenzione della Sanità in Veneto, il professore mostra i documenti.
Per capirli bisogna ricordare che il 21 febbraio 2020 c’è il primo decesso nell’ospedale di Schiavonia (Padova). Si tratta di un pensionato di Vo’. La Regione decide di chiudere il paese ed evacuare l’ospedale, per isolare i focolai. Vengono effettuati i primi tamponi alla popolazione. A quel punto, una settimana dopo, entra in scena Crisanti, che propone di effettuare un nuovo giro di tamponi per avere una campionatura scientifica unica al mondo. E viene autorizzato dalla Regione. Ma il pomo della discordia è il Piano sanitario regionale, che secondo la dottoressa Russo è stato concepito esclusivamente dalla Regione. Una rivendicazione che Russo rimarca in una lettera spedita alla rivista “Nature”, la stessa che ha pubblicato lo studio di Crisanti. Secondo Bruno Vespa, la lettera risale a questo autunno. Per Crisanti, invece, non è mai arrivata a “Nature”. L’articolo è uscito a luglio, mentre la replica della Russo – con cui rivendica la paternità della Regione Veneto al piano di prevenzione – è, quindi, di almeno tre mesi dopo.
CRISANTI SCRIVE A ZAIA – La messa a punto della strategia avviene tra l’8 e il 9 marzo. Crisanti a Zaia, via WhatsApp: “Le do’ in via confidenziale una prima fotografia di Vo’: tasso di reinfezione inferiore al 1 per 1000 dal 3% iniziale. La sorveglianza attiva funziona fra un paio di giorni avremo i primi dati completi è un successo senza precedenti un modello che può essere esportato a tutti i focolai senza necessariamente chiudere tutto”. Zaia risponde con freccia indirizzata verso l’alto con il simbolo “top”. E’ entusiasta, infatti, aggiunge: “Ho chiesto al Corriere di intervistarla”. E invia un’emoji con un braccio muscoloso.
IN AUTO DA LONDRA – Il secondo momento è il ritorno di Crisanti. “Giovedì sera sono in Italia. Solo ieri ho ricevuto dal prefetto la documentazione per poter tornare in auto in quanto tutti i voli sono cancellati. Oggi pomeriggio le mando il progetto”. Così scrive il 9 marzo a Zaia. E spiega: “La mia idea era doppiare la capacità di fare tamponi a Padova e aprire un laboratorio a Schiavonia. Per ogni positivo identificato faremo il tampone a parenti contatti e tutti gli abitanti in un raggio di 100 m. Il fatto che ora le persone si muovono meno faciliterà la nostra azione“.
“FAREMO 10MILA TAMPONI AL GIORNO” – C’è poi un’aggiunta importante, perché indica già allora un numero che lo stesso Zaia ha esibito in numerose conferenze stampa. “Potremmo arrivare a fare diecimila tamponi al giorno e poi nel giro di una settimana ne portiamo uno in ogni provincia e potenziamo quelli esistenti”. Il riferimento finale è alla dotazione del macchinario. La dottoressa Russo ha rimproverato a Crisanti di aver scritto solo su “Nature” le conclusioni dell’indagine effettuata a Vo’ e finanziata dalla Regione. Ma il 9 marzo Crisanti dava i primi risultati in diretta: “Signor governatore abbiamo completato le analisi dei campioni di Vo’ che confermano un drammatico calo delle nuove infezioni con una caduta di 10 volte passando dal 3% a circa il 2,5 per 1000 che è generato da 7 nuove infezioni in individui totalmente asintomatici che sono stati posti in isolamento. Inoltre l’interruzione della trasmissione ha accelerato notevolmente il tasso di guarigione che a 10 giorni è vicino al 70% attribuibile possibilmente alla ridotta probabilità di infezione”.
IN TUTTE LE PROVINCE – Ed è il 9 marzo che Crisanti fa la proposta a Zaia. “Per estendere questo approccio a tutta la regione suggerisco le seguenti azioni: 1. raddoppiare la capacità di Padova e mettere Schiavonia nelle condizioni di eseguire tamponi; 2. creare la capacità di fare tamponi in tutte le province della Regione Veneto; 3. iniziare a testare tutti i cittadini che lamentano sintomi che ora sono lasciati a casa senza diagnosi e in caso positivo testare i contatti ed estendere il test a tappeto per un raggio di 100 m; 4. iniziare a testare le categorie a rischio: polizia carabinieri personale sanitario e tutti gli operatori di servizi pubblici”. E’ la filosofia del piano, così sintetizzata sempre su WhatsApp: “Questa azione farà emergere la parte sommersa dell’infezione che inizialmente farà aumentare la casistica ma nel giro di pochi giorni incominceremo a vedere i risultati. Se il modello Vo’ fosse stato applicato dall’inizio oggi festeggeremmo. Un cordiale saluto la ringrazio per la stima”. Cinque minuti dopo, alle 14.29, Zaia risponde: “Senta direttamente la dottoressa Russo per definire il programma. E’ già informata. Grazie”. Il che significa che l’idea di effettuare un programma di tamponi è partita da Crisanti e la struttura sanitaria della Regione Veneto l’ha recepita, dopo esserne stata anticipatamente informata da Zaia che aveva parlato con Crisanti. Il professore chiama subito la dottoressa Russo, e scrive a Zaia: “Ok grazie Ho provato a contattarla non mi ha ancora risposto la sentirò più tardi”. In un altro messaggio il professore scrive: “La nostra strategia sta finalmente facendo breccia noi in Veneto siamo gli unici in Italia ad aver fatto le cose giuste dall’inizio. Domani presento il piano di potenziamento dei test all’assessore”. Zaia approva e invita a fare in fretta: “Dobbiamo correre! Ho dato mandato di rinforzare il personale le microbiologie… grazie!”.