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Amanda Knox: “La pandemia come la mia prigione. Ora tutti in una situazione di m***a a me profondamente familiare”

Un flusso di coscienza in cui la 33enne, imputata e poi definitivamente assolta dalla Cassazione per l'omicidio di Meredith Kercher a Perugia nel 2007, paragona la situazione attuale che stiamo vivendo con l'emergenza sanitaria per la pandemia di coronavirus con il senso di smarrimento da lei provato durante i quasi quattro anni trascorsi in carcere mentre era sotto processo in Italia

di F. Q.

“L’arte di essere perduti”. Si intitola così il lungo post pubblicato da Amanda Knox su Medium’s Forge. Un flusso di coscienza in cui la 33enne, imputata e poi definitivamente assolta dalla Cassazione per l’omicidio di Meredith Kercher a Perugia nel 2007, paragona la situazione attuale che stiamo vivendo con l’emergenza sanitaria per la pandemia di coronavirus con il senso di smarrimento da lei provato durante i quasi quattro anni trascorsi in carcere mentre era sotto processo in Italia.

“La vita è una serie continua di problemi, ma i problemi sono anche opportunità . scrive Amanda Knox -. Ci sono voluti anni prima che fossi definitivamente assolta per un crimine che non avevo commesso. Ancora non so se riuscirò mai a ripulire del tutto la mia reputazione o se qualcosa avrà mai un impatto sulla mia vita forte come quel trauma. Mi sento perennemente persa. Quest’anno, il resto della Nazione si è unito al mio stato d’animo. All’improvviso, tutti stanno cercando di fare del proprio meglio per uscire da una situazione di m***a. Siamo alla deriva. Una sensazione a me profondamente familiare“.

“Una volta tornata in libertà, la mia immeritata notorietà è stata un problema. Non potevo andare a scuola senza essere seguita dai paparazzi – prosegue la 33enne convinta che la sua storia possa essere un esempio nel contesto attuale -. Non potevo trovare un lavoro: chi mi avrebbe assunta con quel bagaglio? Fare amicizia o trovare l’amore al di fuori delle mie conoscenze precedenti era fuori discussione. E una volta che mi son iscritta sui social network, ho ricevuto una valanga di odio, misoginia, minacce di morte da parte di sconosciuti. Ma anche quel problema è diventato un’opportunità per migliorare me stessa“.

“Mi sono trovata bloccata al centro dei riflettori, così ho deciso di trasformare questa condizione in una risorsa, per raccontare i vari problemi del nostro Paese. Oggi la nostra società è perduta, ma ciò che è stato vero per me, lo è per tutti. La pandemia ha devastato la nostra economia, ma ha messo finalmente al centro del dibattito la necessità di un’entrata minima sicura per tutti. La piaga della brutalità della polizia ha portato a scontri violenti, ma anche a un movimento enorme che vuole ricostruire da zero la sicurezza pubblica. La crisi costituzionale ci ha portati ad essere oggi più politicamente attivi di quanto non siamo mai stati in generazioni. Siamo perduti, ma impegnati”, sostiene ancora Amanda Knox. “Perciò, quando vi sveglierete domani, e sarete ancora nel 2020, chiedete a voi stessi: Cosa posso costruire in questo inferno, che nel più vecchio e più semplice mondo di prima non potevamo neanche immaginare?”, conclude.

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