È stata osservata le prime volte nella penisola iberica a giugno e luglio scorsi con una frequenza superiore al 40 per cento. A settembre è stata poi riscontrata tra il 40 e il 70 per cento dei casi rilevati in Svizzera, Irlanda e Regno Unito. In seguito si è diffusa anche in Norvegia, Lettonia, Paesi Bassi e Francia
Se la scorsa è estate i fossimo stati un po’ più “prudenti” in Europa durante le vacanze e un po’ più attenti e tempestivi nell’identificare i contagi, questa seconda ondata sarebbe stata probabilmente meno drammatica. È almeno questo quanto suggerisce uno studio condotto da ricercatori svizzeri e spagnoli, rispettivamente dell’Università di Basilea e dell’Istituto di Biomedicina di Valencia. Gli studiosi hanno infatti individuato una nuova variante di Sars-CoV-2 che all’inizio dell’estate ha iniziato a diffondersi in molti paesi europei, con la complicità probabilmente del turismo in Spagna. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul sito di pre-stampa medRxiv e sono stati riportati dal Financial Times.
La nuova variante identificata si chiama 20A.EU1 e, al momento, non è chiaro se sia più contagiosa o più mortale delle altre. È stata osservata le prime volte in Spagna a giugno e luglio scorsi con una frequenza superiore al 40 per cento. A settembre è stata poi riscontrata tra il 40 e il 70 per cento dei casi rilevati in Svizzera, Irlanda e Regno Unito. In seguito si è diffusa anche in Norvegia, Lettonia, Paesi Bassi e Francia e Italia.
La variante 20A.EU1, che ha sei mutazioni genetiche distintive, è emersa tra i lavoratori agricoli nel Nord-Est della Spagna, principalmente in Catalogna e Aragona, e si è spostata rapidamente attraverso la popolazione locale. Il turismo avrebbe fatto il resto. Secondo gli studiosi, infatti, chi è tornato dalle vacanze in Spagna ha svolto un ruolo chiave nella trasmissione del virus in tutta Europa. Questo, secondo quanto riportato dal Financial Times, solleverebbe qualche dubbio sul fatto che la seconda ondata che sta investendo il Continente potesse essere meno drammatica se fosse stato organizzato un sistema migliore per lo screening negli aeroporti e in altri hub di trasporto. “Sulla base della diffusione della variante 20A.EU1, sembra chiaro che le misure [di prevenzione] attuate spesso non erano sufficienti per fermare la trasmissione quest’estate”, spiega Emma Hodcroft, genetista evoluzionista presso l’Università di Basilea e responsabile autore dello studio.
Ora gli sforzi degli scienziati sono concentrati sulla comprensione del comportamento di questo nuovo ceppo. In particolare, gli studiosi vogliono capire se è più mortale o più contagioso di altri. Quello che invece fino ad oggi appare chiaro è che si diffonde molto rapidamente, ma non ci sono ancora prove se ciò sia dovuto a una mutazione che aumenta la trasmissione o se questa eventuale mutazione influisca in qualche modo sui ricoveri. “Attualmente non è chiaro se questa variante si stia diffondendo perché più contagiosa o se a causa dell’alta incidenza in Spagna, seguita poi dalla diffusione tra i turisti, che è comunque sufficiente per spiegare il rapido aumento in diversi paesi”, spiegano i ricercatori. “Una variante, con l’aiuto di un evento iniziale di ‘super-diffusione’, può diffondersi rapidamente”, evidenzia lo scienziato spagnolo Iñaki Comas, altro autore dello studio. Di certo è che 20A.EU1 è una variante “inedita”, diversa da qualsiasi altra versione di Sars-Cov-2 incontrata in precedenza. “Non ho visto alcuna variante con questo tipo di dinamica da quando ho guardato le sequenze genomiche del coronavirus in Europa”, conferma lo scienziato. Oltre all’importanza di capire quali sono le peculiarità di questa variante di Sars-CoV-2, sarà interessante vedere se anche l’Italia può considerarsi tra le “vittime” di 20A.EU1.