La ricognizione sul fabbisogno di tamponi, i posti in terapia intensiva “occupati al 22%”, le risorse destinate agli ospedali. Le Regioni, il ministro delle Autonomie Francesco Boccia e il commissario all’emergenza Domenico Arcuri si sono riuniti attorno a un tavolo (in video conferenza) per fare un punto sugli strumenti disponibili per fronteggiare la seconda ondata del Covid-19. E per cercare di ricucire le distanze che nel corso delle ultime settimane si sono fatte sempre più ampie. Serve il “massimo impegno” per chi è in ospedale e per chi è malato, dunque “tutti al lavoro e senza polemiche, che nessuno capirebbe e sarebbero imperdonabili”, ha sostenuto il ministro nel corso della riunione, ribadendo che l’esecutivo è “sempre al fianco delle Regioni per ogni necessità e continua senza sosta” a supportarle per il “rafforzamento delle reti sanitarie territoriali“.

Poi è passato a snocciolare i numeri più aggiornati sui posti letto negli ospedali italiani: possono essere attivati “immediatamente e in tempo reale” oltre 10.300 posti di terapia intensiva in tutto il Paese, ha chiarito Boccia, aggiungendo che si tratta della somma dei posti già attivi nelle singole regioni e di quelli “attivabili grazie ai materiali inviati dal Commissario”. “Oggi dobbiamo dare un messaggio chiaro al Paese e tranquillizzare i cittadini – ha detto – Già ad aprile, nel picco dell’emergenza, avevamo toccato 9.500 posti di terapia intensiva”. Al momento, ha aggiunto il commissario Arcuri, “la percentuale dei pazienti in terapia intensiva rispetto ai posti letto attivati è pari al 22%, che scende al 18% attivando tutte le postazioni attivabili“. In base ai materiali “già inviati nei mesi precedenti dalla struttura commissariale“, infatti, “sono attivabili ancora 1.445 posti di terapia intensiva e le Regioni si stanno già attrezzando” per farlo, ha chiarito il manager. Non solo: altri 1.849 ventilatori “sono pronti per la distribuzione”.

Il commissario ha poi chiesto alle Regioni di procedere con le nuove richieste, sia per quanto riguarda la fornitura di materiale extra da destinare agli ospedali, sia per quanto riguarda i tamponi. “Abbiamo inviato una mail alle Regioni con la richiesta dei fabbisogni per le terapie intensive in modo da poter alleggerire il carico negli ospedali. Appena avremo raccolto i loro riscontri procederemo con una nuova distribuzione di materiali”, ha spiegato. Per quanto riguarda i test, però, “serve identificare il quantitativo per evitare di comprare una dotazione che poi nei fatti non viene utilizzata“. Secondo Arcuri, è il caso della Sicilia: sull’isola “si fanno 6mila tamponi al giorno e dalla Regione Autonoma fanno una richiesta di 35mila tamponi al giorno”. Il commissario ha quindi chiesto alla dirigente della Regione collegata in videoconferenza di rimodulare la richiesta in base alla reale capacità che la Regione ha di processare i tamponi quotidianamente, in modo tale da non sprecare i fondi a disposizione. “Nelle ultime settimane i contagiati si sono decuplicati – avrebbe risposto la dirigente -. L’idea dell’assessore Razza è di poter effettuare tutti quei tamponi al giorno anche se, forse, ha ragione il commissario, quel numero è troppo elevato“.

Presunti sprechi a parte, Arcuri ha rassicurato le Regioni sul fatto che non ci sarà comunque alcun problema di forniture di kit nei prossimi mesi: “Per i test antigenici è stata conclusa l’acquisizione di altri 10 milioni di test rapidi su tampone nasofaringeo. Sui tamponi è già stato inviato il contratto per un’ulteriore fornitura di 1,2 milioni a settimana“. Un quantitativo che però ancora non si riesce a processare per intero: “Ieri abbiamo raggiunto un picco di 199mila tamponi processati, 15 milioni in totale dall’inizio dell’emergenza. Il paese oggi, in base al fabbisogno inviato dalle singole Regioni, è stato messo nelle condizioni di poter fare oltre 500mila test al giorno, di cui 300mila molecolari al giorno; decidiamo insieme alle Regioni, in base anche alla reale possibilità di effettuarli, se procedere su questa linea o se preferite modificare ad horas il fabbisogno; in questo caso, comunicatecelo e adattiamo le forniture”.

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