Michele Emiliano e il suo assessore alla Sanità Pier Luigi Leopalco da una parte, le ministre Lucia Azzolina e Teresa Bellanova dall’altra. Con il vice-segretario del Pd Andrea Orlando, sostenuto da Dario Franceschini, che si schiera con i primi. Oggetto del contendere: la chiusura di tutte le scuole in Puglia, a parte quelle dell’infanzia, decisa dal presidente della Regione. Che diventa bagarre politica, anche dentro il governo e le forze politiche che lo sostengono, nonostante il Dpcm parli chiaro sulla possibilità degli enti locali di attuare strette mirate in base al quadro epidemiologico.
I portoni degli istituti scolastici resteranno chiusi da venerdì 30 ottobre, meno di quaranta giorni dalla riapertura. Emiliano ha motivato la decisione spiegando che le scuole toccate dai casi Covid sono 286 e “i dati ci dicono che sono almeno 417 gli studenti risultati positivi e 151 i casi positivi tra docenti e personale scolastico”. Un trend in crescita, ha sottolineato Lopalco, epidemiologo e neo-assessore: “Emerge un notevole incremento”. Con la conseguenza che ogni contagiato “genera almeno una ventina di contatti stretti più quelli familiari”. E se ad essere positivo è un docente che ha in carico più classi, “questo numero si moltiplica ulteriormente”. Tradotto: “Migliaia di persone in isolamento fiduciario di almeno 10 giorni per contatto stretto, con tutti i disagi a carico delle famiglie specie quando sono i più piccoli a essere messi in quarantena”.
Numeri e spiegazioni contestate dalla ministra dell’Istruzione sotto il profilo sostanziale e dalla ministra dell’Agricoltura, in quota Italia Viva, in chiave politica. “La Regione Puglia ha sospeso le attività didattiche in presenza definendo ‘impressionante’ il numero dei contagi. Eppure, secondo quanto ci ha comunicato, si tratta di 417 studenti risultati positivi su una popolazione studentesca di 562mila”, riflette Azzolina. La stessa Regione, ha aggiunto, “ha poi ammesso che il problema in realtà non è la diffusione del virus all’interno delle scuole ma l’organizzazione del lavoro della Sanità regionale”. Quindi l’appello: “Si riaprano al più presto le scuole, evitando conseguenze gravi, presenti e future, per gli studenti e per le famiglie”.
Affondo diretto anche di Bellanova che, riprendendo una dichiarazione di Lopalco del 16 ottobre sulla mancanza di evidenze riguardo alla scuola come catalizzatore del virus, attacca: “Oggi invece si chiudono tutte le scuole. È un problema gravissimo, perché quando si chiude la scuola si dà una risposta sbagliata a un problema vero, che è quello di contenere il Covid. Ma se non è la scuola la fonte di diffusione, bisogna permettere ai ragazzi e alle ragazze di avere la formazione adeguata. Se le scuole si sono dotate degli strumenti predisposti, ora non si può chiuderle se non si è in grado di intervenire su altre criticità”.
Se le ministre M5s e Italia Viva aprono il fuoco incrociato sul governatore pugliese, a difendere la sua possibilità di intervento il Pd. “Il Dpcm prevede che le regioni debbano assumere ulteriori misure necessarie, rispetto a quelle già previste, a contenere la pandemia con conseguenti responsabilità. I ministri che criticano l’esercizio di questi poteri evidentemente non hanno letto il Dpcm o non lo condividono”, scrive sui social il vicesegretario Orlando. Un messaggio diretto e netto, condiviso anche dal ministro della Cultura Franceschini che retwitta la puntualizzazione del numero due dem.