Scienza

La sanificazione dell’aria a plasma freddo può essere la soluzione per l’inverno davanti a noi

In questo momento di grandissima difficoltà, appare praticamente impossibile coniugare la necessità di tutelare la salute, scongiurando un dramma sanitario ormai prossimo per la probabile saturazione dei posti in terapia intensiva, con quella, altrettanto importante, di evitare un dramma sociale ed economico, che il lockdown porterebbe inevitabilmente con sé.

Fino ad ora si era sperato che il distanziamento sociale e le mascherine, insieme al tracciamento, potessero bastare per contenere il virus. Appare ora chiaro che non è più così. Il tracciamento è applicabile solo fino a quando il rapporto fra i nuovi casi e i soggetti testati rimane sotto al 5% (alcuni dicono addirittura il 3%), mentre la crescita delle ultime settimane lo ha portato, in tempi brevissimi, oltre il 12%.

Da qui la necessità di una stretta che si è tradotta, per ora, nelle misure dell’ultimo Dpcm; misure che da una parte – sul piano sanitario – vengono considerate da molti esperti ancora insufficienti per frenare la crescita esponenziale del contagio, mentre dall’altra – sul piano economico – vengono considerate già ora eccessive e stanno generando una disperazione, una rabbia e un disagio sociale sempre più incontenibili.

Il dilemma appare senza soluzione. Per fortuna però, come spesso accade, la tecnologia può venirci incontro e aprire spazi di possibilità altrimenti considerati inimmaginabili.

In attesa che arrivi il vaccino su larga scala, cosa che potrebbe richiedere ancora parecchi mesi, è stata dimostrata – appena pochi giorni fa – l’efficacia della sanificazione d’aria con la ionizzazione al plasma freddo, anche contro il virus Sars-CoV-2.

Si tratta di un sistema che esiste da anni, con più di 8.000 test alle spalle, che già era stato certificato – e applicato con successo – per i precedenti coronavirus (compresi anche Sars e Mers) e che ha ora ottenuto anche la certificazione specifica per il Sars-CoV-2 da parte dell’Università di Padova, Dipartimento di medicina molecolare.

È importante precisare che non si tratta di un sanificatore delle sole superfici, come potrebbe essere per quelli all’ozono o altri dispositivi simili. Questo è un sanificatore d’aria in continuo, oltre che delle superfici. Il che vuol dire che nel volume coperto da una di queste macchine, esso protegge dal rischio di trasmissione da un eventuale individuo infetto agli altri sani presenti nella stanza.

I test hanno dimostrato che in meno di 30 minuti il sanificatore al plasma freddo uccide al 99,99% i virus nell’aria. Siamo quindi di fronte a un vero elemento di svolta. Senza contare che questa tecnologia elimina anche tutti gli altri contaminanti: muffe, batteri e persino i micidiali Voc (Composti Volatili Organici), fra i principali responsabili degli oltre 60mila morti all’anno per inquinamento dell’aria in Italia! A volte pare che questi ultimi ci siamo rassegnati a considerarli “normali”, forse dimenticando che in larga parte dipendono dall’inquinamento indoor, il quale può essere fino a 20 volte maggiore di quello esterno.

Se consideriamo che si tratta anche di una tecnologia estremamente economica e di rapidissima installazione (pochi giorni appena), questa appare l’unica possibilità concreta – disponibile da subito – per traghettarci oltre il lungo inverno che abbiamo dinanzi, scongiurando un possibile disastro sanitario ma anche un altrettanto drammatico disastro sociale ed economico che deriverebbe da un prolungato lockdown.

Oltretutto, dove è stata applicata, questa tecnologia ha dimostrato di portare anche ad una riduzione di oltre il 30% delle assenze per malattia e questo rappresenterebbe un elemento chiave per un significativo aumento di produttività in vista di una futura difficile, quanto indispensabile, ripresa economica. È così che, a mio avviso, dovremmo spendere i soldi del Recovery Fund.

Potremmo mettere subito in sicurezza tutte le scuole (alcune lo hanno già fatto, altre lo stanno facendo in questi giorni) e farle così ripartire in presenza, in assoluta sicurezza e serenità. E anche con le finestre chiuse. Ma potenzialmente questi dispositivi si possono applicare in qualunque spazio al chiuso: Rsa, sale d’attesa dei medici di base e dei pediatri, ma anche uffici, negozi, ristoranti, teatri, cinema… Sapremo cogliere questa imperdibile occasione, possibilmente in tempi brevissimi?

Non è una domanda retorica, non rispondiamo col solito italico pessimismo, facciamo piuttosto quanto è nelle nostre possibilità per fare conoscere questa opportunità e favorirne la diffusione. Impariamo a volerci bene.