In Italia non si potrà licenziare fino a fine marzo. Per la precisione il 21 marzo 2021. Si è sbloccata così, venerdì sera, la trattativa che andava avanti da settimane tra governo e sindacati sulla proroga del blocco dei licenziamenti. L’esecutivo sembrava intenzionato a non andare oltre gennaio 2021, ma ora, complice forse il peggioramento della curva epidemica e il rischio che le misure restrittive rimangano in vigore ancora a lungo, il premier Giuseppe Conte ha annunciato di aver accolto le richieste di Cgil, Cisl e Uil. Che festeggiano. “Un buon risultato per le lavoratrici e i lavoratori e per il Paese”, scrivono in un comunicato congiunto. Per la segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan, la decisione “consente di dare sicuramente un minimo di serenità alla nostra gente”. Ma è soddisfatta anche Confindustria: contraria al blocco, incassa però la cancellazione del contributo addizionale per la cig Covid che era richiesto a partire da agosto alle aziende che non avessero subito cali di fatturato. Le ulteriori 12 settimane di cassa annunciate da Conte saranno gratuite. Lunedì, poi, partirà la convocazione per il tavolo sulla riforma delle politiche attive e degli ammortizzatori sociali. E ci saranno incontri per discutere della Legge di Bilancio e dei Fondi europei.
“Stiamo vivendo una situazione complessa, con tanta preoccupazione e sofferenza. Per questo il governo ritiene di dover fare uno sforzo finanziario ulteriore e dare un messaggio a tutto il mondo lavorativo di certezza e sicurezza”, ha spiegato Conte a margine dell’incontro con i leader sindacali. “Il governo ha fatto la scelta giusta”, il commento del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. “Uscire dalla crisi non sarà facile ma ci impegneremo con determinazione e impegno comune”. Furlan tira un sospiro di sollievo: “Il fatto di uscire stasera con una intesa ci consente di affrontare le giornate complicate per il Paese e nei luoghi di lavoro con uno spirito positivo. E’ un passo avanti fondamentale, ci contavamo. Ci offre un respiro lungo e rasserena tante persone che noi rappresentiamo e ci consente di lavorare alacremente per cambiare gli strumenti degli ammortizzatori e delle politiche attive che sicuramente si sono dimostrate fragile e deboli per tanti lavoratori”.
“Abbiamo fatto un buon lavoro insieme. Avevamo bisogno di dare un messaggio e lo abbiamo dato”, è stato invece il breve commento del leader Cgil, Maurizio Landini. Ma le agenzie danno conto di un suo “siparietto” con Conte al termine della videoconferenza. Il premier, alle prese con problemi tecnici, si è stupito della mancanza di immediate reazioni di soddisfazione dai sindacati: “Osservazioni? (segue un lungo silenzio, ndr) Ma siete senza audio, che non funziona, o siete rimasti senza parole?”, chiede Conte. “La seconda che ha detto, presidente”, ha risposto il leader della Cgil, Maurizio Landini. “Dalla gioia, spero…”, ha commentato Gualtieri.
Ma non è tutto, perché ulteriori novità sono previste anche per i datori di lavoro. Il decreto Ristori, che ha prorogato di 6 settimane la cassa integrazione con causale Covid, continua a prevedere un pagamento aggiuntivo per le aziende che non abbiano subito forti cali di fatturato (9% o 18% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate, a seconda che il fatturato sia calato meno del 20% o non sia diminuito per nulla). In futuro, stando a quanto anticipato da Conte, quella richiesta che aveva fatto salire sulle barricate Confindustria verrà meno: le ulteriori 12 settimane di cig fino al 21 marzo saranno “gratuite”, ha detto. Non a caso viale dell’Astronomia ha fatto sapere che “per Confindustria la proroga per ragioni di emergenza è giustificata se per le imprese che utilizzano la cassa Covid l’accesso non prevede alcuna contribuzione”