di Riccardo Cristiano*
Disordini, proteste, e anche violenze. Ora che arrivano in Italia, le linee tenute oggi da un campo e dall’altro non possono non fare i conti con quanto detto riguardo alle proteste, anche violente, negli Stati Uniti, quando esplose Black Lives Matter. Alcuni a destra furono comprensivi con Trump perché ritenevano la violenza sempre un errore, mentre altri a sinistra sorvolarono sulla violenza, anche contro le statue.
Se avessimo usato almeno questo mese di ottobre per leggere l’enciclica Fratelli tutti, avremmo potuto capire che serviva un atteggiamento diverso: “Proprio mentre stavo scrivendo questa lettera, ha fatto irruzione in maniera inattesa la pandemia del Covid-19, che ha messo in luce le nostre false sicurezze. Al di là delle varie risposte che hanno dato i diversi Paesi, è apparsa evidente l’incapacità di agire insieme. Malgrado si sia iper-connessi, si è verificata una frammentazione che ha reso più difficile risolvere i problemi che ci toccano tutti. Se qualcuno pensa che si trattasse solo di far funzionare meglio quello che già facevamo, o che l’unico messaggio sia che dobbiamo migliorare i sistemi e le regole già esistenti, sta negando la realtà”.
Non sono solo belle parole, qui si possono trovare indicazioni importanti: siamo tutti nella pandemia, ma c’è stata una risposta comune? Davvero si pensa che si debba aspettare il vaccino perché tutto possa tornare com’era?
Il testo dell’enciclica prosegue così: “Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Tra tutti: ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti, e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme. Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!”.
L’enciclica ovviamente non dà risposte al tema delle misure contro la pandemia, ma invita, leggendola, ad osservare le problematiche sociali dell’oggi, prendendo atto che in questa emergenza pandemica emergono disagi poco affrontati, a cominciare da quello giovanile. Si è parlato con i giovani? Il governo, il Paese, l’opposizione, lo hanno fatto?
Nell’enciclica si legge: “Si favorisce anche una perdita del senso della storia che provoca ulteriore disgregazione. Si avverte la penetrazione culturale di una sorta di ‘decostruzionismo’, per cui la libertà umana pretende di costruire tutto a partire da zero. Restano in piedi unicamente il bisogno di consumare senza limiti e l’accentuarsi di molte forme di individualismo senza contenuti. In questo contesto si poneva un consiglio che ho dato ai giovani: se una persona vi fa una proposta e vi dice di ignorare la storia, di non fare tesoro dell’esperienza degli anziani, di disprezzare tutto ciò che è passato e guardare solo al futuro che lui vi offre, non è forse questo un modo facile di attirarvi con la sua proposta per farvi fare solo quello che lui vi dice?”.
E aggiunge: “Quella persona ha bisogno che siate vuoti, sradicati, diffidenti di tutto, perché possiate fidarvi solo delle sue promesse e sottomettervi ai suoi piani. È così che funzionano le ideologie di diversi colori, che distruggono (o de-costruiscono) tutto ciò che è diverso e in questo modo possono dominare senza opposizioni. A tale scopo hanno bisogno di giovani che disprezzino la storia, che rifiutino la ricchezza spirituale e umana che è stata tramandata attraverso le generazioni, che ignorino tutto ciò che li ha preceduti”. Sono tanti oggi a parlare di “popolo”, qui probabilmente si dice anche qualcosa.
Ma c’è anche la questione anziani, enorme. E’ una questione che li riguarda nella società e nella cura, come evidenziano le Rsa, oggi gestite soprattutto dal privato. Come se ne parla? Cito dall’enciclica: “Abbiamo visto quello che è successo agli anziani in alcuni luoghi del mondo a causa del coronavirus. Non dovevano morire così. Ma in realtà qualcosa di simile era già accaduto a motivo delle ondate di calore e in altre circostanze: crudelmente scartati. Non ci rendiamo conto che isolare le persone anziane e abbandonarle a carico di altri senza un adeguato e premuroso accompagnamento della famiglia, mutila e impoverisce la famiglia stessa. Inoltre, finisce per privare i giovani del necessario contatto con le loro radici e con una saggezza che la gioventù da sola non può raggiungere”.
* Vaticanista di Reset, rivista per il dialogo