Il direttore generale Walter Bergamaschi stima 20mila contagi entro la fine della settimana e avvisa che la soglia di saturazione dei test è vicina: "Oggi cerchiamo di selezionare in modo accurato i test per i sintomatici e abbiamo indicato la possibilità di liberare i contatti stretti al 14esimo giorno senza ulteriore tampone". A breve 400mila test rapidi a disposizione ed è stato stretto un accordo con le forze armate per fare i prelievi
In provincia di Milano si stimano 20mila casi di coronavirus entro la fine della settimana. Una media quindi di quasi 3mila casi al giorno negli ultimi sette. La proiezione è stata fornita dal direttore generale dell’Ats Milano Città Metropolitana, Walter Bergamaschi, durante l’audizione in commissione consiliare del Comune, nella quale ha messo in guardia circa la saturazione della capacità di fare tamponi: “Siamo abbastanza vicini al limite”, ha avvisato spiegando che arriverà in soccorso l’Esercito con due nuovi punti prelievo, uno a Parco di Trenno e uno in città.
“La nostra stima sui contagi di questa settimana è che arriveremo a 20mila casi” nel territorio di competenza della sua Ats, ha spiegato Bergamaschi, di fronte ai dati che oggi segnalano 3.979 nuovi casi, di cui 1.607 a Milano, e un Rt che era schizzato sopra 2 e ora è leggermente sotto. “Nella settimana dal 4 al 10 ottobre abbiamo avuto 2mila casi, a fine luglio avevamo 200 casi in una settimana – ha argomentato spiegando l’evoluzione del contagio – Dal 4-10 ottobre 2mila quindi erano 10 volte quelli di fine luglio, la settimana successiva abbiamo avuto 6mila casi, sono triplicati, e quella che si è appena conclusa ne abbiamo avuto 12mila quindi sono raddoppiati, la nostra stima di questa settimana è che arriveremo a 20mila casi”.
L’Ats Milano e Città Metropolitana, ha detto ancora Bergamaschi, ha fatto “circa 85mila tamponi nell’ultima settimana, con un numero di tamponi per 100mila abitanti che è il più alto di tutta la Lombardia, e il più alto credo d’Italia”. Resta però poca capacità espansiva: “Abbiamo qualche margine di aumento ma di fatto siamo abbastanza vicini al limite”. Una saturazione di fronte alla quale non esistono correttivi, al momento: “Occorrono scenari che dicano cosa fare quando il numero dei casi supera una capacità di produzione che, io credo, sia abbastanza vicina al tetto massimo di quello che i laboratori possono produrre – ha aggiunto il direttore generale dell’Ats – Questo è il motivo per cui oggi cerchiamo di selezionare in modo accurato i tamponi per i sintomatici e abbiamo indicato la possibilità, che dà il ministero, di liberare i contatti stretti al 14esimo giorno senza ulteriore tampone”.
Anche per questo, ha detto ancora, la prossima settimana “avvieremo un’attività con test antigenici rapidi soprattutto orientati al mondo della scuola e dell’offerta socio-sanitaria, ma il contributo di questo test sarà modesto perché non permette di avere un’indicazione diagnostica definitiva e richiede la conferma con il tampone”. Sui test rapidi la gara è conclusa e la Lombardia “ha acquistato circa 1 milione e 200mila test rapidi, quindi 400mila test saranno a disposizione” di Ats della Città metropolitana. “Noi stiamo già lavorando con l’esercito – ha detto ancora – per realizzare dei grandi drive through per il mondo della scuola, a cui prioritariamente sottoporre il test antigenico”. Uno, ha rivelato, “ormai è stato definito come localizzazione, sarà nel grande parcheggio vicino al Parco di Trenno e stiamo ragionando di farne almeno un altro nella città di Milano. Per dare anche un po’ di supporto ai drive through esistenti negli ospedali milanesi”.
“Non è il sistema di tracciamento, ma l’aumento dei contatti sociali che determina l’esplosione di casi, c’è stata anche una certa rimozione delle misure di attenzione da parte della popolazione rispetto al contenimento che hanno determinato la situazione attuale”, ha spiegato il direttore generale. “Abbiamo gli ultra 65enni che hanno una forte riduzione del numero di casi mentre la fascia 0-18 cresce e ha avuto una crescita particolare dalla riapertura delle scuole”, ha aggiunto.
L’andamento dell’epidemia in questo momento, ha affermato Bergamaschi, “non segue, non è più collegabile, e lo stanno dicendo anche a livello nazionale e internazionale, con i sistemi di tracciamento delle malattie infettive”. Il perché è presto detto: “Questi sistemi di tracciamento funzionano quando il numero di casi e la loro localizzazione è relativamente modesta, quando aumenta il numero di casi e in assenza di provvedimenti che limitano i contatti sociali questo esce dal possibile controllo e richiede misure diverse”, ha sottolineato pur specificando che il tracciamento “rimane fondamentale per gestire i casi”.