Da mesi, a causa della emergenza Covid, tutto il potere – di proposta e di decisione – è passato al governo, per cui il Parlamento sembra del tutto emarginato. Così pure i partiti, ridotti a commentare – positivamente se di maggioranza, negativamente se di opposizione – i Dpcm che si susseguono a ritmo incalzante.
Poiché non è dato sapere quanto durerà questa tragedia, penso che i partiti dovrebbero trovare l’energia per affrontare una serie di problemi che minacciano di aggravarsi se nessuno se ne occupa. Personalmente, sono dell’idea che ora più che mai la priorità andrebbe data ad una dura lotta alla evasione fiscale, anche per acquisire al Tesoro almeno una parte delle enormi risorse che serviranno a rimettere in piedi l’economia a fine emergenza. In caso contrario, penso che sarà necessario ricorrere ad una consistente patrimoniale: una soluzione inevitabile solo se non si manifesterà la volontà politica di andare a prendere i soldi in quella miniera da 150/200 (ogni anno) miliardi in cui si nasconde l’evasione.
Ma penso che nulla impedirebbe di affrontare anche alcuni problemi più squisitamente politici, specie se la loro mancata soluzione va ad aggravare la situazione dell’ordine pubblico e della civile convivenza nei tempi duri della pandemia.
Mi riferisco in particolare al problema delle forze politiche di estrema destra che pescano nel torbido rendendo ancora più difficile il controllo dell’ordine pubblico di fronte a scelte del governo che sono sì indispensabili ma che vanno a colpire soprattutto ceti sociali e categorie economiche non certo in condizioni di privilegio.
Il ruolo svolto, e rivendicato, da Forza Nuova (i cui fondatori furono condannati per associazione sovversiva e banda armata) nelle violente proteste contro le misure anti-Covid pone di nuovo il problema di sciogliere questo movimento neofascista come previsto dalle Disposizioni Transitorie della Costituzione e dalle “legge Scelba” del 1952. Così come dovrebbe essere sciolto il movimento CasaPound, che a Roma occupa da anni, come propria sede e abitazione di alcuni dirigenti, un edificio di proprietà pubblica, senza che nessuno pensi a sgomberarlo. Punti di forza dei due movimenti sono la superiorità della razza bianca, la negazione della Shoah, la xenofobia e l’omofobia (“dietro a ogni omosessuale si nasconde un pedofilo”). Trovo scoraggiante l’inerzia delle forze politiche democratiche, in un paese che ha conosciuto la vergogna di una ventennale dittatura fascista e le sciagure cui essa ha portato. E penso che +Europa potrebbe e dovrebbe mettersi alla guida di una azione politica volta ad eliminare questo cancro dalla scena politica italiana.
Ho parlato di due problemi (l’evasione fiscale e la messa al bando di due partiti neofascisti che incredibilmente concorrono alle elezioni politiche) che esistono da sempre ma troverei altrettanto importante recuperare alcune delle riforme costituzionali che il governo Renzi aveva approvato e che furono bocciate dal referendum del dicembre 2016. Mi limito a citarne due, la più grande e la più piccola.
La prima è la eliminazione del bicameralismo perfetto, che rende assai più difficile il processo legislativo e porta molte leggi giuste sul binario morto del doppio (o addirittura triplo) passaggio parlamentare. Se la proposta di Renzi – comunque rivoluzionaria – aveva dei difetti, basterebbe riformularla, magari guardando con più attenzione al sistema tedesco e al Bundesrat.
La seconda è l’abolizione del Cnel, che da decenni è privo di ogni ruolo, se non quello di offrire incarichi onorifici e ben remunerati ai “trombati” illustri della politica. Fra l’altro, il Cnel ha come sede Villa Lubin, uno dei più sfarzosi palazzi di Roma, nel cuore di Villa Borghese: un tesoro inestimabile per il quale sarebbe facilissimo trovare una destinazione alternativa e lucrosa per l’Erario (o per il disastrato Comune di Roma).
Spero che qualche amico di +Europa – di cui sono un sostenitore fin dalla sua nascita – vorrà dare un segno di risposta a queste mie proposte.