di Ilaria Muggianu Scano
Italiani, popolo di santi, navigatori, poeti e complottisti? Forse. A ingolosire i palati più suscettibili di mistero stavolta è il concorso straordinario per docenti della Scuola Secondaria di Secondo Grado, ciò che fino a ieri erano le scuole superiori. Ora dopo ora si addensa lo spettro dell’irregolarità sullo svolgimento del concorso, o meglio, su ciò che lo precede.
È il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama, a dare il via al valzer dell’inquietudine, davanti a quelle che chi intende mantenere toni eufemistici sulla vicenda definisce “stranezze”.
Protesta Pittoni dal comunicato: “Si profila una questione, che pare coinvolgere molte persone: le troppe coincidenze che riguardano picchi di ricerca notturni su Google riferiti a parole chiave legate a quelle che poche ore dopo risultano essere le domande del concorso. Stiamo segnalando tali ‘stranezze’ a chi di dovere e ricordiamo che può farlo qualunque cittadino, associazione o gruppo d’interesse”.
Continua il senatore: “Come mai alle due di notte del 27 ottobre la frase ‘poema di Robert Frost’ è stata quella più ricercata su Google? Forse perché 14 ore dopo sarebbe uscita come domanda al concorso straordinario per AB024? O semplicemente perché è il più grande poeta che la storia umana abbia mai conosciuto ed è normale sia così ricercato?”. Non è l’unica indiscrezione trapelata dall’attenta analisi di Google Trends.
Medesimo fenomeno è legato alla prova di Arte. Tra le domande previste dal concorso una concerne la Canestra di Caravaggio che neanche a dirlo è stata oggetto di un picco di ricerche su Google la notte precedente. Difficile distinguere la realtà dei fatti dal clima di tensione che ruota attorno al Concorso, che in tanti docenti desideravano vivamente rimandare a tempi sanitariamente più consoni al raduno di un numero tanto elevato di professionisti in edifici chiusi.
Illazioni, congetture e ipotesi si affastellano su quanto potrebbe avere una spiegazione assai più semplice nel fatto che attingendo da un comune manuale per la preparazione delle prove gli argomenti meno conosciuti siano stati legittimo oggetto di consultazione fino all’ultimo minuto. Un po’ come lo studio matto e disperatissimo di leopardiana memoria più affine agli studenti che ai loro docenti, ma tant’è: non sembra un’ipotesi da escludere. Che stavolta abbia da attecchire il vecchio adagio andreottiano: “A pensar male si fa peccato ma talvolta ci si azzecca”?