La Germania, come fece in primavera per i tamponi, sta studiando in anticipo per affrontare al meglio la sfida logistica delle vaccinazioni. Il ministro della Salute Jens Spahn ha scritto ai Länder: entro il 10 novembre devono indicare le strutture ad hoc a cui verranno spedite le dosi non appena ricevuta l'autorizzazione. Solo nella capitale Berlino ce ne saranno da 10 fino a 15. Ufficialmente il via libera è previsto a inizio 2021, ma la Bild ha svelato che in una riunione privata si è parlato della possibilità di cominciare "già entro fine anno"
Un piano per la distribuzione delle prime dosi del vaccino per il coronavirus non appena saranno disponibili. La Germania, come fece in primavera per i tamponi, prepara dei centri ad hoc dove effettuare il più velocemente possibile e in sicurezza le vaccinazioni per le persone più a rischio. Nella lotta al Covid il tempismo è cruciale: per questo il ministro della Salute, Jens Spahn, ha già scritto ai governi dei 16 Länder tedeschi chiedendo di fornire entro il prossimo 10 novembre gli indirizzi dei centri in cui verrà effettuato il vaccino. La notizia è stata anticipata dalla Bild e riportata dal Wall Street Journal: il piano prevede che le dosi siano conservate in un deposito centrale e poi spedite a più di 60 centri regionali entro poche ore dall’approvazione del vaccino. Si sta valutando anche di utilizzare i padiglioni delle fiere e sono in fase di sviluppo due app per la gestione della campagna di vaccinazione di 83 milioni di cittadini. Quando? Sempre secondo la Bild, il governo punta ad avere le prime dosi già a dicembre. Un termine che era stato indicato anche dal premier Giuseppe Conte come “possibile”. Il ministro tedesco Spahn per ora ha preferito essere più cauto, indicando l’inizio del 2021, “forse già gennaio”, come data più plausibile. Nelle riunioni private però, stando alle fonti del tabloid tedesco, è stato molto più ottimista.
L’Italia punta forte sul vaccino sperimentato da Oxford/Irbm/AstraZeneca – le cui dosi saranno prodotte in Italia dalla societa Irbm di Pomezia – che sta per completare la fase III della sperimentazione e il primo ottobre ha presentato richiesta di autorizzazione all’Ema (l’agenzia europea per i medicinali). In Germania invece la speranza si chiama BNT162: è il vaccino che la Biontech, azienda di Mainz, sta sviluppando insieme al partner statunitense Pfizer. La richiesta all’Ema in questo caso è stata presentata il 5 ottobre e i risultati della fase III sono attesi per inizio novembre. Se non dovessero esserci intoppi, dopo qualche settimane potrebbe arrivare il via libera. Il capo della Biontech, Ugur Sahin, da alcuni giorni sta rilasciando interviste ottimistiche alle tv e ai giornali tedeschi. “Stiamo già producendo il vaccino. Prevediamo di avere fino a 100 milioni di dosi disponibili entro la fine dell’anno”, ha detto il 55enne di origine turca a Business Insider.
Il governo tedesco intanto si sta preparando per la sfida logistica: far sì che, una volta arrivati al capolinea della sperimentazione, non ci sia più nessun intralcio. In Germania sono il Consiglio etico, l’Accademia Leopoldina e l’Istituto Robert Koch a dover scegliere chi per primo avrà diritto a un vaccino per il coronavirus. I loro suggerimenti arriveranno al governo non appena sarà chiaro quante dosi saranno inizialmente a disposizione. Si parla in ogni caso di milioni di persone che devono essere vaccinate in brevissimo tempo. Per questo il ministero della Salute è già al lavoro: secondo alcuni media, si valuta in un secondo momento di utilizzare anche i padiglioni delle fieri per creare dei grandi centri di vaccinazione. Per la prima fase il governo prevede di avere almeno 60 centri a disposizione su tutto il territorio nazionale: ogni Länder dovrà comunicare i propri entro il 10 novembre. Il piano prevede che, non appena avuto il via libera, tutto sia già pronto per la distribuzione. Il ministro Spahn, parlando a Der Spiegel, ha anche accennato a a due app, attualmente ancora in fase di sviluppo. La prima servirà a gestire gli appuntamenti per il vaccino, la seconda invece sarà dedicata alla segnalazione degli eventuali effetti collaterali.
Der Tagesspiegel, quotidiano della capitale, scrive che i dirigenti delle cliniche di Berlino già si stanno preparando a individuare i centri per le vaccinazioni. Solo in città potrebbero essercene da dieci fino a quindici: si studia la possibilità di sfruttare strutture ospedaliere oppure individuare altri spazi, seppure con diversi problemi pratici. In un’altra intervista, questa volta alla tv di Mainz Vrm, Sahin ha spiegato infatti che il vaccino che sta sviluppando la Biontech con Pfizer deve essere conservato a meno 80 gradi. La maggior parte delle cliniche tedesche, scrive sempre Der Tagesspiegel, possiede frigoriferi in grado di mantenere queste temperature. Spahn però vuole evitare sorprese e anche per questo ha scritto una lettera ai Länder, chiedendo di individuare quali strutture sono a disposizione.
Il ministero della Salute evidentemente si sta preparando per il miglior scenario possibile: secondo la Bild, in una riunione privata Spahn ha dichiarato che le prime dosi di vaccino “potrebbero arrivare entro fine anno“. Il tabloid cita un partecipante al tavolo, il ministro della Cdu non commenta e rimanda alle dichiarazioni ufficiali. Nell’ultima conferenza stampa sul tema, la ministra della Ricerca Anja Karliczek aveva ribadito che le prime dosi del vaccino sono attese entro marzo 2021. Mentre per poter vaccinare la gran parte della popolazione tedesca bisognerà aspettare la metà del 2021: “Se andasse più velocemente, sarebbe ovviamente molto bello”, ha detto Karliczek. Al di là del quando, Berlino sta già pianificando il come. Durante la primavera scorsa, gli Abstrichzentrum, i centri ad hoc per eseguire i tamponi, furono una delle principali mosse con cui la Germania riuscì a tracciare il contagio e soprattutto a proteggere i suoi ospedali dalla pandemia. Ora si studia un modello simile per essere capofila anche sui vaccini.