Non solo James Bond. E non solo attore. Sean Connery all’anagrafe Thomas Sean Connery ne ha fatte di ogni per mantenersi, specie prima che il suo sguardo magnetico compensatore di incipiente calvizie conquistasse il mondo. Soprattutto la metà femminile.
Tra cronaca d’epoca e leggenda compiaciuta, il figlio di un camionista di origini irlandesi e una cameriera scozzese si trovò a 14 anni a lavorare da “milkman”. Sì, proprio quella professione più o meno inesistente in Italia ma che in Regno Unito è un’istituzione, e viene insegnata a scuola tra i rudimenti della lingua inglese. Il giovanissimo Connery si trovò dunque a portare il latte nelle case di Edimburgo, la città che gli diede i natali nella fattispecie nel quartiere di Fountainbridge. La società si chiamava Scotmid, era stata fondata nel Natale del 1880 quasi fosse una novella di Dickens, e Sean registrato come “Thomas S Connery” iniziò a lavorarci il 20 luglio 1944, in piena II Guerra Mondiale. Secondo quanto è stato ritrovato presso l’azienda, l’attore aveva un salario da apprendista di 21 scellini a settimana. Sempre secondo gli archivi locali, il suo ruolo preciso era quello di “Corstorphine Dairy barrow worker”. Connery interruppe il lavoro presso la Scotmid dal 1948 al 1949 (intervallo di tempo che coincise con il suo arruolamento in Marina) quando vi tornò nel ruolo di “horseman” per poi lasciarla per sempre nel 1950. Purtroppo non esistono foto disponibili del divo nei panni di milkman, tuttavia pare che sia in costruzione un archivio fotografico della Scotmid per ripercorrere la propria storia aziendale: probabilmente qualche ritratto “unofficial” salterà fuori.
Se il mito-Connery lo connota ad altre professioni impossibili da confermare (bagnino, muratore, lavapiatti e soprattutto “verniciatore di bare!) certissima invece è la notizia che nel 1953 lo scultoreo Sean gareggiò come Mister Universe nella competizione indetta dalla NABBA (National Amateur Bodybuilders Association): di lui in veste di bodybuilder esistono diverse immagini ma nessuna è legata al sito ufficiale dell’associazione che al fianco del nome “Tom Connery” ha inserito una sobria didascalia “yes, the actor Sean Connery”. Il futuro attore rappresentava la Scozia e si classificò terzo.
E frutto di un terzo posto fu anche il suo ruolo più iconico, che non è neppure necessario ricordare. La cronaca sostenuta dalla leggenda vuole che Sean partecipò al concorso indetto nel 1957 dal London Express per scegliere il corpo e il volto di 007 cinematografico. Seppur non arrivò primo, l’ambita parte di James Bond fu sua grazie all’endorsement di Dana, la moglie del produttore Alber “Cubby” Broccoli; pare che dopo averlo visto in un film della Disney, Dana non ebbe dubbi, segnalando al marito di aver trovato “il nostro James Bond”. Anche l’addio al mitico personaggio fu frutto di aneddoti. Il più noto – e che evidenzia il rapporto di amore/odio tra Connery e Broccoli – riporta che al momento dell’abbandono del ruolo da parte di Sean si scatenò una tale litigata fra i due da segnare per sempre la loro relazione, con Connery che arrivò a disertare il funerale del lungimirante producer.
Impossibile è – infine – tralasciare il fuoco patriottico che ardeva nel cuore scozzese di questo attore dall’accento (e voce) inconfondibili: la sua adesione totale ed esaltata allo Scottish National Party misero in bilico per anni la sua nomina a “Sir” (il cavalierato concesso dal sovrano britannico a seguito di particolari meriti). Questa, alla fine, arrivò ma è chiaro che il radicalismo di Sean (ironicamente interprete al cinema di sovrani stranoti come King Arthur e Riccardo Cuor di Leone..) non sia mai piaciuto all’establishment britannico allergico ad ogni minimo “decentramento” da Londra, per usare un eufemismo. È naturale che la primo ministro scozzese Nicola Sturgeon abbia appreso la notizia della scomparsa di Connery dichiarando immediatamente il “lutto di un Paese intero che perde uno dei suoi figli più amati”.
Ci mancherà Sean Connery, così amato dalla sua Scozia (noto il suo tatuaggio Scotland Forever) ma anche dal mondo intero, e persino dal suo concorrente più frontale, “l’altro” 007 Roger Moore di cui era sincero amico. Moore non ha mai smentito la sua convinzione “Sean è stato il miglior James Bond di sempre”.