“Sono arrabbiata e dispiaciuta, vorrei far parlare De Luca con il mio bambino, si renderebbe conto che è tutto vero”. È lei, Arianna Montesano, 37 anni, consulente del lavoro, la “mammina dalla mascherina di tendenza e dagli occhi fuggitivi” derisa da Vincenzo De Luca. Il governatore della Campania ce l’aveva con lei quando in diretta Facebook ha preso di mira l’intervista di una signora che avrebbe detto ‘la mia bimba è venuta da me piangendo e mi ha detto mamma voglio andare a scuola per imparare scrivere… credo che sia l’unica d’Italia che piange per andare a scuola e che dà pure la motivazione, mi mancano gli endecasillabi, è un ogm cresciuta dalla mamma con latte al plutonio, l’unica al mondo è stata trovata da questo intervistatore “.

De Luca si deve essere reso conto di aver tracimato, se il giorno dopo si è scusato con un comunicato in cui dichiara “rispetto e solidarietà verso le mamme costrette a fronteggiare le chiusure scolastiche”. Peraltro, il presidente della Campania ha commesso qualche errore nella sua ricostruzione: la mascherina ‘di tendenza’, come si evince dalle immagini di Sky, era una comune chirurgica da pochi centesimi; la signora Arianna si riferiva al suo bambino (ha due figli maschi, di cinque e dieci anni); e l’intervistatore era una intervistatrice, la corrispondente di Sky da Napoli Gaia Bozza.

Signora Montesano, abbiamo visto sui social le foto della sua famiglia e dei suoi figli, due bambini belli e sorridenti: quindi il latte al plutonio fa bene?
(Ride). Eh, certo…

Come e quando ha saputo che De Luca si riferiva a lei?
Non subito. Quando una collega in ufficio ha acceso il pc per ascoltare la diretta del governatore, le ho chiesto di spegnerlo, non volevo sentire niente. Ero già infastidita dal suo atteggiamento degli ultimi tempi. Quindi l’ho capito solo di sera, leggendone i punti i salienti sui siti e la pagina Fb della giornalista, mentre amici mi chiedevano se ce l’aveva con me. Io avevo dei dubbi, ho un figlio, non una figlia, e poi conosco tante mamme che come me hanno figli che piangono perché non vanno a scuola…

De Luca sostiene il contrario.
Io ne conosco almeno una quindicina.

Come hanno reagito i suoi amici quando hanno capito che era lei il bersaglio del governatore?
Qualcuno ci ha riso su. Ma le mamme e i padri che hanno figli in età scolastica si sono indignati. Non è possibile tanto sarcasmo verso genitori, bambini e giornalisti.

Lei cosa ha provato?
Sono arrabbiata e dispiaciuta. Chi ricopre una carica istituzionale non può prendersi gioco di noi in un momento drammatico come questo. De Luca ci tratta come persone che non capiscono niente, come negazionisti che vogliono mandare i figli a scuola perché non sanno altrimenti come fare, quando invece anche noi siamo preoccupati, abbiamo paura come tutti quanti. Paura per noi, per i nostri figli e i nostri genitori. Ma anche nella paura noi vogliamo delle soluzioni per far vivere e crescere i nostri bambini e invece veniamo presi in giro.

Se lei avesse davanti De Luca, cosa gli direbbe?
Lo farei parlare con il mio Alessandro, di cinque anni e mezzo. I bambini riescono a spiegare le cose con le parole più semplici e più dirette. Così forse De Luca capirebbe cosa significa fare la Dad così piccoli. Mio figlio lo metterebbe in difficoltà, stia sicuro.

Va ricordato che De Luca ha fatto marcia indietro, in pratica delle scuse. Lei è soddisfatta?
La modalità del tutto non è tanto soddisfacente. Prima fa queste dirette autocelebrandosi senza contradditorio, un teatrino. Poi qualcuno che gli sta dietro gli avrà detto che aveva fatto una brutta figura, e gli avrà scritto due righe di scuse. Se doveva scusarsi con me, personalmente? Non mi interessa particolarmente, non è una questione personale. Vorrei solo che De Luca ripensasse quel che sta facendo sulla scuola e per la scuola, che prendesse in considerazione le nostre proteste. Vorremmo soluzioni reali e non chiusure e basta.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Le testimonianze dei soccorritori: “Una chiamata dietro l’altra, è come svuotare il mare con un cucchiaino. Cosa fa rabbia? Chi non crede alla pandemia”

next
Articolo Successivo

“I casi sospetti attendono anche 10 giorni per un tampone”. In Abruzzo i test sono introvabili: “Così i pazienti vanno nel panico”

next