Proseguono le indagini degli inquirenti francesi sull’attentato alla cattedrale di Notre-Dame di Nizza dove giovedì scorso il 21enne di origine tunisina, Brahim Aoussaoui, ha sgozzato tre persone prima di essere colpito dai proiettili della polizia e trasportato in ospedale. Dopo i due arresti del tardo pomeriggio di sabato è infatti salito a sei il numero delle persone fermate perché sospettate di contatti con l’attentatore che a chi indaga ha invece detto di aver agito da solo.
Gli ultimi fermati sono due uomini di 25 e 63 anni, entrambi presenti a casa di un uomo precedentemente arrestato a Grasse, nel sud della Francia, sempre sabato. Anche quest’ultimo, un tunisino di 29 anni, è sospettato di avere legami con l’attentatore. Gli altri al momento in stato di fermo sono un uomo di 47 anni che le videocamere di sorveglianza hanno inquadrato al fianco del killer il giorno prima dell’attacco e un altro di 35 anni che sarebbe stato in contatto con Aoussaoui anche lui alla vigilia dei fatti. Un’altra persona, un uomo di 33 anni, cugino del secondo arrestato, era presente durante la perquisizione della polizia in casa di quest’ultimo ed è stato fermato in attesa di chiarire la sua posizione. Secondo fonti vicine all’inchiesta, l’attentatore è “probabilmente” arrivato a Nizza il martedì, due giorni prima dell’attentato e non, come inizialmente ipotizzato, mercoledì e ha dormito in un’abitazione occupata per almeno una delle due notti.
Il presidente francese Emmanuel Macron e quello tunisino Kais Saied si sono sentiti in giornata al telefono per discutere di relazioni bilaterali, terrorismo e immigrazione illegale. Lo ha reso noto la presidenza tunisina in una nota precisando che particolare importanza è stata riservata al tema dei recenti attacchi terroristici che la Francia ha subito. “Alcuni vogliono seminare disordine all’interno di molte società, compresa la società francese”, ha sottolineato Saied aggiungendo che “l’Islam non ha nulla a che vedere con questi atti”. I due capi di Stato hanno sottolineato che “molte persone si nascondono dietro la religione islamica, mentre vengono effettivamente reclutate con il solo scopo di nuocere sia all’Islam che alle relazioni tra i popoli e le nazioni”.