Centosessanta allievi del corso per operatori socio sanitari della provincia di Cremona si sono visti bloccare il tirocinio che tra poco più di un mese avrebbero concluso. Un percorso formativo, organizzato da Cr Forma, azienda per la formazione professionale leader sul territorio, indispensabile per diventare operativi ed entrare nel circuito della sanità locale. In un periodo, come si sa, delicatissimo per il fabbisogno crescente di personale negli ospedali, nelle case di cura convenzionate e nelle case di riposo. In particolare, i profili in questione sono due: Oss (operatori socio-sanitari) e Asa (ausiliario socio-assistenziale). Esiste inoltre un corso di formazione di riqualifica di Asa in Oss.
Lo stop è dettato dall’emergenza e dall’esigenza di garantire la sicurezza nelle strutture anche dei tirocinanti. “Ma è paradossale: così si equiparano i tirocinanti ai visitatori, con le strutture che chiudono le porte ai professionisti socio-assistenziali”, spiega a ilfattoquotidiano.it Paola Brugnoli, direttore generale del Cr Forma. “In alcuni casi – continua – abbiamo situazioni di corsisti ai quali mancano davvero poche settimane per avere la tanto attesa qualifica. E l’emergenza attuale necessita di queste professionalità”. E ancora: “Posso capire che chiuda l’ospedale Covid di Cremona, ma sono troppo le strutture private che lo hanno fatto. Abbiamo sollevato la questione alla regione Lombardia, in particolare alla direzione generale Welfare – aggiunge la dirigente – da cui da luglio attendiamo un preciso riscontro”. Contattato due volte l’ufficio stampa della regione, una telefonicamente e una via sms, ad ora non abbiamo risposte.
“E’ una evidente conseguenza del quadro normativo sulla sicurezza che si è delineato – dichiara Sabrina Negri, segretaria provinciale della Funzione Pubblica Cgil -. Si cerca di tutelare gli studenti affinché non contraggano il virus in corsia”. La sindacalista non vuole dare giudizi di merito, ma ammette: “Certamente, la situazione è talmente drammatica che è lecito pensare che più forze ci sono meglio è”. Poi passa a criticare le politiche occupazionali “non messe in campo” da regione Lombardia: “Per non parlare del depotenziamento della sanità pubblica a favore di una sanità privata oggi richiamata alle armi”, aggiunge al sito del Fatto. E osserva tranchant: “Emerge in modo dirompente la totale inesistenza della rete territoriale, a partire dai medici di base. Una rete sana oggi avrebbe fatto la differenza”.
Il gruppo consiliare del Partito democratico in regione già a settembre aveva presentato, “per tempo”, un’interrogazione alla dg Welfare sul tema. “Come a dire – commenta al Fatto online il consigliere dem Matteo Piloni – che la Regione era stata avvisata di un problema che si conosceva da fine agosto. Ad oggi il problema è ancora lì e, con la seconda ondata e la ‘fame’ di personale, è davvero incredibile che ancora non si siano attivate le procedure per sbloccare i tirocini. Se a settembre – conclude Piloni – era fondamentale che i percorsi formativi avviati a settembre 2019 si potessero concludere nei termini previsti prima dell’emergenza Covid, ora è urgente più che mai”. Questo è pure l’auspicio, naturalmente, di Brugnoli: “Speriamo non ci sia una chiusura totale a questi percorsi, anche perché tra Crema e Cremona sono 160 le persone che stanno concludendo il periodo formativo”.