Il candidato democratico – e cattolico – Joe Biden gioca Papa Francesco contro la giudice, cattolica e fondamentalista, Amy Coney Barrett per conquistare il voto dei cattolici d’America, che nel 2016 premiò di misura Donald Trump su Hillary Clinton, ma che quest’anno pare diversamente orientato, almeno a giudicare dai sondaggi.
E Papa Francesco dà una mano a Biden, elevando a cardinale Wilton Daniel Gregory, 73 anni, arcivescovo di Washington da un anno e mezzo, che diventerà il primo afro-americano porporato nel concistoro del 28 novembre. Mentre la Chiesa ‘alla Ratzinger’ sta con Trump: Michael Dolan, 70 anni, cardinale di New York dal 2009, fa scelte di campo inequivocabili.
In settimana, in Georgia, Biden ha citato Papa Francesco e la sua enciclica Fratelli Tutti: “Pensando al futuro, ci dovremmo a volte chiedere: perché lo faccio?, qual è il mio vero scopo?… Francesco ha fatto domande cui chiunque cerca di guidare questa grande Nazione dovrebbe rispondere”.
Biden, che porta al polso il rosario del figlio Beau, morto di cancro al cervello nel 2015, ha citato non a caso l’enciclica di Papa Francesco il giorno dopo la conferma, lunedì 26, della Coney Barrett alla Corte Suprema. Trump ha scelto la giudice con una doppia finalità elettorale: garantirgli i voti, già largamente acquisiti, di integralisti e fondamentalisti, di qualsiasi fede cristiana siano; e tenergli bordone, se l’esito del voto dovesse dipendere da un giudizio della Corte Suprema, come nel 2000.
Il cardinale Dolan era già entrato nella polemica sulla nomina della Coney Barrett in sostituzione dell’icona liberal Ruth Bader Ginsburg, deceduta a settembre, sostenendo che la giudice cattolica era “la migliore candidata” e prevedendo “tre ostacoli” sul suo cammino: “E’ una donna, una madre ed è cattolica”, quasi ad avallare l’immagine dei democratici come atei ‘mangia-preti’.
Ad agosto, Dolan disse la preghiera d’apertura della Convention repubblicana nel giorno in cui Donald Trump e il suo vice Mike Pence accettarono la nomination. Invece, a pregare per Biden e per Kamala Harris alla convention democratica, a fianco di un rabbino e di un imam, c’era padre James Martin, sacerdote gesuita favorevole all’inclusione dei fedeli gay nella Chiesa.
L’amica e collega Alessandra Baldini, acuta osservatrice della società americana, ci riferisce che l’idea di Biden presidente – sarebbe il secondo cattolico, dopo John F. Kennedy – è controversa soprattutto per le posizioni dell’ex vice di Obama sul diritto all’aborto. “Ottenendo risonanza sui media arci-conservatori, alti prelati come il cardinale Raymond Burke e il vescovo di Providence Thomas Tobin hanno sostenuto che la difesa di Biden della sentenza della Corte Suprema sull’interruzione di gravidanza fa sì che i ‘veri’ cattolici non possano votare per lui”. Secondo Burke, ex arcivescovo di St. Louis e, ora, a Roma, capofila dei nemici del Papa, “nessun cattolico devoto, nessun praticante” può mai votare per un politico ‘pro-scelta’.
Non è la prima volta che un candidato cattolico alla Casa Bianca ha contro la gerarchia: nel 2004, quando correva contro George W. Bush – era ancora papa Giovanni Paolo II -, John Kerry fu bersagliato di critiche analoghe e minacciato di scomunica. Ma, a differenza di Kerry, Biden corre in un momento in cui Papa Francesco ha cambiato la narrativa politica nel mondo cattolico introducendo altre priorità, oltre l’aborto, per definire cosa significa essere ‘pro vita’.
Diseguaglianze economiche e sociali, politiche anti-immigrazione che dividono le famiglie, razzismo, cambiamento climatico sono tutte sfide altrettanto importanti per la Chiesa di Francesco: quella di Dolan e di Burke, della Barrett e del suo People of Praise, una comunità di fedeli che considera gli uomini divinamente ordinati ‘capi’ della famiglia e della fede, potrebbe rivelarsi, martedì 3 novembre, nell’Election Day, una battaglia di retroguardia e di minoranza.
Giampiero Gramaglia
Giornalista, docente di giornalismo alla Sapienza
Elezioni USA 2020 - 1 Novembre 2020
Usa 2020, voto cattolico spaccato. Contro la giudice fondamentalista di Trump, Biden si gioca la carta del Papa
Il candidato democratico – e cattolico – Joe Biden gioca Papa Francesco contro la giudice, cattolica e fondamentalista, Amy Coney Barrett per conquistare il voto dei cattolici d’America, che nel 2016 premiò di misura Donald Trump su Hillary Clinton, ma che quest’anno pare diversamente orientato, almeno a giudicare dai sondaggi.
E Papa Francesco dà una mano a Biden, elevando a cardinale Wilton Daniel Gregory, 73 anni, arcivescovo di Washington da un anno e mezzo, che diventerà il primo afro-americano porporato nel concistoro del 28 novembre. Mentre la Chiesa ‘alla Ratzinger’ sta con Trump: Michael Dolan, 70 anni, cardinale di New York dal 2009, fa scelte di campo inequivocabili.
In settimana, in Georgia, Biden ha citato Papa Francesco e la sua enciclica Fratelli Tutti: “Pensando al futuro, ci dovremmo a volte chiedere: perché lo faccio?, qual è il mio vero scopo?… Francesco ha fatto domande cui chiunque cerca di guidare questa grande Nazione dovrebbe rispondere”.
Biden, che porta al polso il rosario del figlio Beau, morto di cancro al cervello nel 2015, ha citato non a caso l’enciclica di Papa Francesco il giorno dopo la conferma, lunedì 26, della Coney Barrett alla Corte Suprema. Trump ha scelto la giudice con una doppia finalità elettorale: garantirgli i voti, già largamente acquisiti, di integralisti e fondamentalisti, di qualsiasi fede cristiana siano; e tenergli bordone, se l’esito del voto dovesse dipendere da un giudizio della Corte Suprema, come nel 2000.
Il cardinale Dolan era già entrato nella polemica sulla nomina della Coney Barrett in sostituzione dell’icona liberal Ruth Bader Ginsburg, deceduta a settembre, sostenendo che la giudice cattolica era “la migliore candidata” e prevedendo “tre ostacoli” sul suo cammino: “E’ una donna, una madre ed è cattolica”, quasi ad avallare l’immagine dei democratici come atei ‘mangia-preti’.
Ad agosto, Dolan disse la preghiera d’apertura della Convention repubblicana nel giorno in cui Donald Trump e il suo vice Mike Pence accettarono la nomination. Invece, a pregare per Biden e per Kamala Harris alla convention democratica, a fianco di un rabbino e di un imam, c’era padre James Martin, sacerdote gesuita favorevole all’inclusione dei fedeli gay nella Chiesa.
L’amica e collega Alessandra Baldini, acuta osservatrice della società americana, ci riferisce che l’idea di Biden presidente – sarebbe il secondo cattolico, dopo John F. Kennedy – è controversa soprattutto per le posizioni dell’ex vice di Obama sul diritto all’aborto. “Ottenendo risonanza sui media arci-conservatori, alti prelati come il cardinale Raymond Burke e il vescovo di Providence Thomas Tobin hanno sostenuto che la difesa di Biden della sentenza della Corte Suprema sull’interruzione di gravidanza fa sì che i ‘veri’ cattolici non possano votare per lui”. Secondo Burke, ex arcivescovo di St. Louis e, ora, a Roma, capofila dei nemici del Papa, “nessun cattolico devoto, nessun praticante” può mai votare per un politico ‘pro-scelta’.
Non è la prima volta che un candidato cattolico alla Casa Bianca ha contro la gerarchia: nel 2004, quando correva contro George W. Bush – era ancora papa Giovanni Paolo II -, John Kerry fu bersagliato di critiche analoghe e minacciato di scomunica. Ma, a differenza di Kerry, Biden corre in un momento in cui Papa Francesco ha cambiato la narrativa politica nel mondo cattolico introducendo altre priorità, oltre l’aborto, per definire cosa significa essere ‘pro vita’.
Diseguaglianze economiche e sociali, politiche anti-immigrazione che dividono le famiglie, razzismo, cambiamento climatico sono tutte sfide altrettanto importanti per la Chiesa di Francesco: quella di Dolan e di Burke, della Barrett e del suo People of Praise, una comunità di fedeli che considera gli uomini divinamente ordinati ‘capi’ della famiglia e della fede, potrebbe rivelarsi, martedì 3 novembre, nell’Election Day, una battaglia di retroguardia e di minoranza.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.