I Paesi europei inaugurano un novembre inedito dove la parola d’ordine dal Portogallo all’Austria è una sola: restrizioni. La seconda ondata di Covid ha determinato una nuova fase di misure e parziali lockdown, nel tentativo di frenare l’avanzata della pandemia che nei mesi invernali andrà ad aggiungersi all’influenza stagionale.
Contagi e vittime in Europa – Mentre la maggior parte dei governi punta a mantenere aperte attività essenziali e scuole – almeno per il momento – la Francia è il Paese che nelle ultime 24 ore ha registrato più nuovi contagi: sono 52.518. Alto anche il numero dei decessi, 416 nelle ultime 24 ore, per un totale di 37.435. Crescono di 152 i letti occupati nei reparti di rianimazione, che sono ora occupati da 3.730 pazienti Covid. La Germania, invece, dopo avere registrato sabato il numero più alto di infezioni in un giorno dall’inizio della crisi sanitaria (19.059) come ogni lunedì registra una flessione nel numero dei nuovi casi. Nell’ultima giornata sono stati 12.097, ma rispetto a una settimana fa si tratta comunque di un deciso aumento, visto che allora erano stati 8.685. La Spagna ha invece comunicato che da venerdì sono stati 55.019 i nuovi contagi, 379 le vittime. Dall’inizio della pandemia i contagiati totali sono 1.240.697, i decessi 36.257. Quanto al Regno Unito, nelle ultime 24 ore i nuovi positivi sono 18.950, con 136 decessi. Il totale delle infezioni accertate dall’inizio della pandemia sale a 1.053.864, con un totale di 46.853 morti. La Spagna ha invece comunicato che da venerdì sono stati 55.019 i nuovi contagi, 379 le vittime. Dall’inizio della pandemia i contagiati totali sono 1.240.697, i decessi 36.257.
Francia – Le diverse federazioni di commercianti francesi verranno ricevute questa settimana dal ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, per studiare le condizioni di una eventuale riapertura dei negozi a partire dal 12 novembre, dopo la chiusura dovuta al nuovo lockdown contro il coronavirus. Intanto un documento del comitato tecnico-scientifico francese, che affianca il governo nelle decisioni sulle misure contro la pandemia, avverte che la seconda ondata di Covid che l’Europa sta attraversando non sarà certamente l’ultima, e si possono temere “diverse ondate successive durante la fine dell’inverno”. Il dossier, diffuso online nel fine settimana e datato 26 ottobre, 2 giorni prima dell’annuncio del nuovo lockdown – evidenzia che “abbiamo parecchi mesi con una situazione estremamente difficile”. Per gli scienziati francesi infatti “è difficilissimo prevedere quanto tempo durerà la seconda ondata, perché dipende dal virus stesso, dal suo ambiente climatico, dalle misure che vengono prese per limitarne la circolazione, dalla loro accettazione e quindi dal loro impatto”. Il Comitato ipotizza che si possa pensare all’uscita dalla seconda ondata “a fine anno o inizio 2021”, e che “questa uscita dovrebbe essere accompagnata da un ritorno della circolazione del virus a un livello molto controllato (5.000-8.000 contagi al mondo al massimo)”. Un’incertezza condivisa anche da Angela Merkel che, nel giorno in cui in Germania scatta il lockdown parziale, dichiara: “Abbiamo quattro mesi invernali lunghi davanti a noi” e “la luce alla fine del tunnel è abbastanza lontana. Questa è come una catastrofe naturale”, ha aggiunto, spiegando che la situazione non dipende dalla politica e che “un evento” come questa pandemia “avviene una volta ogni secolo”.
Regno Unito – Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 18.950 nuovi contagi, con 136 decessi. Il totale delle infezioni accertate dall’inizio della pandemia sale a 1.053.864, con un totale di 46.853 morti. Boris Johnson ha presentato al parlamento le nuove misure relative al lockdown di quattro settimane deciso in Inghilterra (Scozia, Galles e Irlanda del Nord hanno già adottato provvedimenti restrittivi nelle settimane scorse), che partirà giovedì 5 novembre. Illustrando alla Camera dei Comuni le nuove restrizioni, il premier ha spiegato che il quadro attuale sui contagi da coronavirus è tornato a essere “cupo” nel Regno Unito come altrove “nel breve termine”, ma il governo britannico non si è mosso in ritardo rispetto “agli altri Paesi europei” e “i nostri scienziati sono unanimemente ottimisti sul medio e lungo periodo”. Ha dunque indicato il lockdown nazionale bis come una scelta “senza alternative” di fronte ai dati attuali e alle proiezioni sulla diffusione post-estiva del coronavirus: pena – avverte – il rischio di andare incontro durante l’inverno a un raddoppio del numero potenziale di morti rispetto al bilancio già pesantissimo della primavera. Johnson ha legato la speranza di “una exit strategy” successiva alla prospettiva di “far abbassare ‘indice Rt” di diffusione dell’infezione “durante l’autunno”, di utilizzare il prossimo mese per rafforzare il sistema di test e tracciamento e portare i tamponi a “500mila al giorno”, ma soprattutto di un vaccino certificato dalle autorità sanitarie e disponibile su vasta scala entro “il primo trimestre” del 2021. Il premier conservatore ha annunciato sabato le nuove rigide misure, che da giovedì comporteranno la chiusura di pub, ristoranti, palestre, negozi non essenziali e luoghi di culto in Inghilterra. Misure su cui il Parlamento si esprimerà mercoledì.
Germania – Ha preso il via in Germania il ‘lockdown light’, con la chiusura fino alla fine del mese di ristoranti, bar, teatri, cinema e altri luoghi di svago. Si tratta di misure più lievi di quelle imposte nella prima fase della pandemia, a marzo e aprile. Questa volta scuole, asili infantili, negozi non essenziali e parrucchieri restano aperti. Sono consentiti raduni in spazi pubblici di massimo 10 persone appartenenti a non più di due gruppi abitativi; è richiesto di evitare i viaggi non essenziali e agli hotel è vietato alloggiare persone che stiano compiendo viaggi per turismo. La Germania la scorsa settimana ha registrato oltre 100 nuovi casi ogni 100mila abitanti, meno che in altri Paesi europei ma ben oltre il limite di 50 che le autorità avevano stabilito in precedenza come segnale d’allarme che richiede azione da parte delle autorità locali. La cancelliera Angela Merkel e i governatori degli Stati federati rivaluteranno la situazione dopo due settimane, per eventuali aggiustamenti. “Lo scopo è tornare sotto il livello di 50, in cui è possibile tracciare i contatti”, ha spiegato il ministro per la Cancelleria, Helge Braun, parlando a Rbb Inforadio. Merkel la scorsa settimana ha infatti dichiarato che le autorità attualmente non sono in grado di tracciare il 75% delle infezioni.