C’è qualcosa che funziona in questo nella squadra Ferrari? La macchina non direi, la strategia neppure, i piloti invece, uno demotivato, l’altro ancora regge. Poi ci sono i tifosi depressi e angosciati mentre l’amministratore delegato Louis Carey Camilleri si dice pure molto soddisfatto del lavoro fatto da Mattia Binotto. Mi sorge un dubbio allora su quale fosse il lavoro o compito da svolgere, non quello di far vincere la squadra evidentemente, altrimenti che avrebbe fatto o detto il caro Camilleri?
La SF1000, dopo Portimao, ad Imola torna ad essere nuovamente quella monoposto troppo difficile da guidare e dalle prestazioni ormai inferiori anche alla “sottomarca” della Red Bull, ovvero, l’Alpha Tauri motorizzata Honda. Oltre a Kvjat sarebbe arrivato probabilmente, davanti alle rosse, pure Gasly. Nel conto andrebbe aggiunto Verstappen e altro che 5° posto sarebbe stato.
La strategia poi, sempre poco efficace, se non addirittura controproducente. Tanto che Leclerc a fine gara non sapeva neanche spiegare, durante le interviste, perché era stato fermato così anticipatamente per il pit stop. Temevo che ai microfoni di Sky potesse dire: “Dobbiamo capire”.
Tifosi ad Imola non c’erano e per fortuna! Che spettacolo ignobile sarebbe stato per loro altrimenti.
Vedere in casa della Ferrari – per Enzo Ferrari Imola era il vero circuito di casa – due Mercedes in parata festeggiare il settimo titolo mondiale costruttori consecutivo e battere pure il record che era della Ferrari di Schumacher è veramente troppo… ma c’è chi si dice contento del lavoro svolto da Binotto… e sì, pure.
Ma a questo punto al muretto non sarebbe meglio il Binotto di Crozza che quello originale? Almeno tirerebbe su il morale. Intanto però a Maranello qualcosa si muove o meglio qualcuno si ferma. Sarà infatti, proprio Binotto a saltare le prossime tappe del mondiale e al muretto al suo posto, l’attuale direttore sportivo Laurent Mekies… prove di appiedamento? Forse, o magari qualcuno non crede più ai suoi racconti.