Arriveranno solo dopo il nuovo Dpcm con ulteriori limitazioni alle attività causa Covid gli aiuti previsti dal decreto Agosto per la filiera agroalimentare italiana e per negozi e attività economiche dei centri storici delle città d’arte penalizzati dal crollo dei turisti stranieri. Nel primo caso il ritardo dipende dai tempi di varo del provvedimento attuativo, mentre il contributo a fondo perduto per i negozi dei centri storici attende la messa a punto di una piattaforma ad hoc da parte di Sogei, la società di informatica del Tesoro. Dall’Agenzia delle Entrate assicurano che entro una settimana l’infrastruttura tecnologica sarà pronta e potranno partire le richieste.

Gli aiuti a ristoranti e filiera attendono il decreto attuativo – Il Fondo per la filiera della ristorazione vale 600 milioni da erogare come contributi a fondo perduto per acquistare prodotti, inclusi i vini, di filiere agricole e alimentari italiane. Tra i potenziali beneficiari ci sono i ristoranti ma anche gli agriturismi, i catering e gli alberghi con attività di somministrazione di cibo. Ma l’aiuto finora è rimasto sulla carta: il ministero delle Politiche agricole fa sapere che il testo attuativo, dopo il via libera della conferenza Stato-regioni, è in corso di registrazione alla Corte dei Conti. Non si sa, dunque, quanto tempo ci vorrà per la pubblicazione in Gazzetta. Il contributo varrà comunque per tutti gli acquisti effettuati dopo il 14 agosto, giorno del varo del decreto, dimostrati con documentazione fiscale.

In un comunicato diffuso il 16 ottobre, il dicastero guidato da Teresa Bellanova ha anticipato che la domanda andrà presentata attraverso il “portale della ristorazione”, una piattaforma informatica ad hoc di Poste Italiane, o agli sportelli. Un anticipo del 90% verrà erogato tramite bonifico, poi entro 15 giorni – e dopo la presentazione a Poste della quietanza di pagamento degli acquisti – sarà sbloccato il saldo. Il contributo per ciascun beneficiario potrà variare da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 10.000 euro, al netto dell’Iva. L’agevolazione spetta però a condizione che il fatturato dei mesi da marzo a giugno 2020 sia inferiore ai tre quarti di quello dello stesso periodo del 2019. Fa eccezione chi ha avviato l’attività dopo l’1 gennaio 2019, che non dovrà rispettare quel requisito.

Tra una settimana via alle domande di contributo per le attività nei centri storici – Il decreto Agosto prevedeva anche 500 milioni a sostegno di negozi e attività economiche dei centri storici delle città d’arte. Le domande, secondo le Entrate, si potranno presentare tra una settimana, quando Sogei avrà terminato di attivare un canale informatico ad hoc. Il primo requisito è di aver accusato un calo degli incassi di almeno un terzo tra giugno 2019 e giugno 2020. Occorre poi avere sede in una città che prima della pandemia abbia registrato presenze di turisti stranieri pari a tre volte i residenti nel caso dei capoluoghi di provincia o pari ai residenti per i comuni capoluoghi di città metropolitane. Paletti che hanno ristretto il campo di azione a una trentina di città: Venezia, Roma, Milano, Genova, Firenze, Bologna, Torino, Napoli, Palermo ma anche Bari, Como, Verbania, Rimini, Bolzano, Bergamo, Agrigento, Ragusa, Cagliari, Siena, Verona, Lucca, La Spezia, Matera, Siracusa, Catania, Pisa, Padova, Ravenna, Urbino. L’importo massimo erogabile, come nel caso dei contributi a fondo perduto versati dalle Entrate la scorsa estate, è di 150mila euro, quello minimo 1.000 euro per persone fisiche e 2.000 per le società. Per aziende con ricavi sopra il milione di euro l’aiuto può arrivare al 5% del fatturato, per chi si colloca tra un milione e 400mila euro fino al 10%, per chi è sotto i 400mila euro fino al 15%.

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