“Siamo in una trappola globale di liquidità. L’uscita da quello che ho chiamato “il grande lockdown” sarà lenta e la politica fiscale deve giocare il ruolo più importante”. Parola di Gita Gopinath, capo economista del Fondo monetario internazionale, che in un intervento sul Financial Times spiega come in uno scenario di tassi di interesse bassissimi o negativi la politica monetaria possa poco per stimolare la domanda. Quello che serve sono nuovi interventi dei governi – dopo quelli già vigorosi dei mesi scorsi – nella forma per esempio di “trasferimenti cash per sostenere i consumi e investimenti su larga scala nella sanità, in infrastrutture digitali e nella protezione ambientale“. L’importanza dello stimolo fiscale “non è probabilmente mai stata maggiore”, scrive Gopinath, “perché il moltiplicatore della spesa è molto più grande in una prolungata trappola di liquidità”.
“Per la prima volta, nel 60% delle economie globali – incluso il 97% di quelle avanzate – le banche centrali hanno spinto i tassi di interesse sotto l’1%. In un quinto del mondo sono negativi”, premette l’economista. “Con poco spazio per ulteriori tagli, le banche centrali hanno adottato misure non convenzionali. Ma un’inflazione persistentemente bassa (…) ha fatto balenare lo spettro di ulteriori allentamenti per arrivare a tassi negativi in caso di un altro choc”. Ora “a predominare sono i rischi di insolvenza. Imprese vulnerabili ma solide richiedono supporto, un problema che si affronta meglio con la politica fiscale. Prima della pandemia c’era un consenso preoccupante che tassi bassi per lungo tempo avessero promosso un’eccessiva assunzione di rischio che aveva aumentato i rischi per la stabilità finanziaria. La disconnessione dei mercati finanziari dall’attività reale nella ripresa dalla crisi del Covid rinforza questa tesi”.
In questo quadro “i governi possono contrastare il calo della domanda aggregata” con spese in aiuti e investimenti, che “creano lavoro, stimolano l’investimento privato e gettano le basi per una ripresa più forte e green”. Importante però scegliere bene i progetti su cui puntare, per evitare inefficienze. “Stando alle previsioni del Fmi, la crescita economica procederà a un ritmo superiore del costo del servizio del debito in molti Paesi, e con un margine ancora più ampio che prima della pandemia. Questo implica che i costi del servizio del debito cadano”, dando “spazio per investimenti senza compromettere la sostenibilità del debito o l’accesso al mercato dei capitali. L’importanza dello stimolo fiscale non è probabilmente mai stata maggiore perché il moltiplicatore della spesa è molto più grande in una prolungata trappola di liquidità”. Non mancano comunque i distinguo: i Paesi che sono entrati nella crisi Covid con alti debiti e deboli prospettive di crescita “devono dare priorità e chiedere supporto finanziario. Quelli il cui debito è insostenibile dovrebbero ristrutturarlo prima possibile. Tutti dovrebbero assicurare che rimanga sostenibile attraverso riforme strutturali, misure che aumentino i ricavi e tagli alla spesa inutile“.