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Lombardia, consigliera di maggioranza in chat: ‘Mia suocera non trova il vaccino, le do il numero di Gallera così magari si dimette’

Viviana Beccalossi, ex collega dell'assessore al Welfare nella giunta Maroni e oggi consigliera regionale della maggioranza che sostiene l’attuale governatore Fontana, si sfoga in una chat utilizzata dai capigruppo e dai presidenti di commissione del Pirellone per scambiarsi informazioni sulla pandemia. "Ho sbagliato gruppo - dice al Fatto.it -, ma non voglio esprimere pareri su Gallera"

Le dosi ci sono e stiamo rispettando il cronoprogramma”, continua a dire l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, che non ha mai ammesso il pasticcio sui vaccini antinfluenzali. Ma ora a smentire le sue rassicurazioni è un messaggio inviato via Whatsapp da Viviana Beccalossi, ex collega di Gallera nella giunta Maroni e oggi consigliera regionale della maggioranza che sostiene l’attuale governatore Fontana. Una smentita che suona come uno sberleffo: “Mia suocera (89 anni) è un mese che vorrebbe fare il vaccino antinfluenzale senza riuscirci”, ha scritto Beccalossi sabato scorso in una chat intitolata “Aggiornamento Covid 19”, utilizzata dai capigruppo e dai presidenti di commissione del Pirellone per scambiarsi informazioni sulla pandemia. “Il suo medico di base – continua – dice che non ce l’ha e nemmeno in farmacia a pagamento è riuscita a trovarlo. E così rompe i coglioni a me. Sto pensando di darle il cellulare di Gallera e, conoscendola bene, lo chiamerebbe tutti i giorni fino a quando non la accontenterebbe. Magari sarebbe la volta buona che si dimette!”.

Contattata da ilfattoquotidiano.it, Beccalossi si giustifica: “È stato un errore di chat. Era un messaggio riservato che è finito nella chat sbagliata. Poi l’ho cancellato”. Ma la critica a Gallera era scritta chiara e tonda, non le pare? “Non ho niente da aggiungere, quando ho avuto qualcosa da criticare a Gallera l’ho fatto nelle sedi opportune”. Ma qual è la sua valutazione sul suo operato? “Non ho intenzione di rilasciare oggi dichiarazioni su quello che penso di Gallera”.

Storico esponente di Fratelli d’Italia, che Beccalossi ha contribuito a fondare, ne è uscita in polemica con Giorgia Meloni nel marzo del 2018, negli stessi giorni in cui Fontana la escludeva dalla sua giunta. Al Pirellone è presidente del gruppo misto e, seppur con qualche distinguo, è sempre stata fedele alla maggioranza. Come a maggio, quando ha votato contro la sfiducia a Gallera parlando di un “clamoroso autogol” del Pd che l’aveva presentata. O a settembre, quando sulla mozione di sfiducia delle opposizioni contro Fontana ha parlato di “caccia alle streghe di Pd e M5S”.

Ora il suo messaggio in chat esprime una posizione opposta a quelle sinora espresse dalla Beccalossi pubblicamente. Sua suocera, del resto, è solo una delle migliaia di cittadini lombardi che in questi giorni hanno cercato di fare la vaccinazione antinfluenzale, senza riuscirci. E questo nonostante il ministero della Salute avesse raccomandato che quest’anno la campagna vaccinale partisse a inizio ottobre e per una platea più ampia rispetto al solito, che tra gli altri comprende i bambini sotto i 6 anni e gli over 60 anziché solo gli over 65. L’obiettivo è quello di vaccinare più persone possibili, soprattutto nelle fasce a rischio, in modo da facilitare le diagnosi di Covid, che ha sintomi simili all’influenza, e da non sovraccaricare ulteriormente strutture ospedaliere già sature. Ma la Regione Lombardia è riuscita a far partire la campagna vaccinale solo il 19 ottobre, giorno in cui i medici di famiglia hanno potuto prenotare le prime dosi per averle a disposizione nei giorni successivi. Ed è partita molto lentamente, come raccontato da ilfattoquotidiano.it: nelle prime due settimane è stata garantita ad ogni medico di famiglia la disponibilità di appena 50 dosi, mentre in altre Regioni ne sono state garantite sin da subito anche 400. Peggio è andata ai centri vaccinali pubblici, che dovrebbero ricevere le dosi solo a partire da questi giorni.

Il tutto è frutto del pasticcio fatto dall’assessorato di Gallera e dalla centrale acquisti regionale Aria sui bandi di gara, con errori sui prezzi a base d’asta e sulle quantità da acquistare. La procura di Milano ha aperto un fascicolo in considerazione anche del prezzo elevato degli ultimi acquisti, 100mila dosi delle 2,9 milioni ordinate sono inutilizzabili perché prive dell’autorizzazione dell’Agenzia italiana del farmaco e su altre 168mila si è aperto un giallo: il Pd ha sottolineato che da documenti ufficiali risultano anche queste senza autorizzazione, mentre Gallera sostiene che è tutto a posto. Il 27 ottobre l’ultima puntata: Aria ha pubblicato un altro bando, il decimo, per l’acquisto di 150mila vaccini. La gara, chiusa il giorno successivo, è ancora in valutazione. Per la Regione si tratta di un’iniziativa con solo “una valenza di carattere precauzionale”. Come a dire che sui vaccini non c’è alcun problema. Ma intanto la suocera della Beccalossi attende.

@gigi_gno