Dopo i buoni risultati di settembre, il mese di ottobre mette un freno alle speranze di pronta ripresa del mercato nazionale dell’auto: secondo quanto diffuso oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel decimo mese del 2020 sono state immatricolate 156.978 unità, in linea con le 157.262 dello stesso periodo dello scorso anno (-0,2%). Il compunto gennaio-ottobre è impietoso: in questi 10 mesi sono andate perse oltre mezzo milione di immatricolazioni, con un calo del 31%; si è passati dalle 1.625.500 nuove registrazioni del gennaio-ottobre 2019 alle 1.123.194 del corrispondente periodo 2020.

“Al di là dei dati contingenti del mercato, l’esperienza degli ultimi mesi mostra chiaramente l’insufficienza di una politica incentrata su incentivi ‘mordi e fuggi’ ”, afferma in una nota ufficiale Michele Crisci – Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere: “Appare oltretutto evidente, nell’attuale fase di emergenza economica, che la scelta di non rifinanziare i fondi legati alla fascia di CO2 più importante dal punto di vista dei volumi ha immediatamente rifermato il mercato. A questo punto è chiarissima la necessità di dare maggiore continuità al sostegno del settore automotive, già a partire dalla prossima Legge di Bilancio”.

Se non altro gli ecoincentivi stanno sostenendo la domanda di motorizzazioni elettrificate: infatti, mentre frenano le vendite delle vetture benzina (che nel periodo gennaio-ottobre valgono il 39% del totale contro il 44% del 2019) e diesel (passato dal 41% al 34,4%), salgono quelle dei modelli ibridi (dal 5,5% dell’immatricolato di gennaio-ottobre 2019 al 14,6% del medesimo periodo 2020), delle Plug-in (dallo 0,3% all’1,4%) e delle elettriche (passate dallo 0,5% all’1,8%). Le preferite dagli italiani rimangono le auto appartenenti ai segmenti di ingresso del mercato (city car e utilitarie).

Si difende il segmento D (quello di vetture come l’Alfa Romeo Giulia o l’Audi Q5), mentre si registrano perdite a doppia cifra per le medie del segmento C (vetture come la VW Golf o la Ford Focus) e ancor più quelle del segmento E (come la Mercedes Classe E o la BMW Serie 5). Crescono nelle preferenze le berline e i coupé, mentre si è verificata una lieve flessione per i crossover, per fuoristrada, monovolume grandi e station wagon, che cedono qualche decimale. Drastici cali, invece, interessano monovolume piccoli e compatti, multispazio e sportive. A ottobre, poi, si è registrato un altro risultato positivo per quanto concerne la riduzione delle emissioni di anidride carbonica media delle nuove immatricolazioni, pari a un -9,8% a quota 105,3 g/Km rispetto ai 116,7 di ottobre 2019. Nel cumulato gennaio-ottobre la CO2 si attesta a 110 g/Km, in discesa del 7,8%.

“Le previsioni per fine anno proiettano un livello di immatricolazioni che dovrebbe attestarsi probabilmente al di sotto di 1.400.000 unità, in calo di oltre il 27% rispetto al 2019, una riduzione drammatica che ha un solo precedente nella storia moderna”, afferma Michele Crisci: “È indispensabile che nella prossima Legge di Bilancio, attualmente in fase di elaborazione, il Governo tenga conto di questa realtà, dando seguito a quanto dichiarato nelle scorse settimane di stanziare altri 400 milioni in aggiunta all’ecobonus. Non deve essere poi trascurato il fatto che ogni euro destinato al rinnovo del parco auto non è un regalo al settore ma piuttosto un investimento, che finora ha dato frutti positivi: sia in termini ambientali, con la rottamazione dei veicoli più inquinanti, sia come ritorno per le casse dello Stato in termini di gettito fiscale superiore allo stanziamento dedicato”.

Parole a cui fanno eco quelle di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor: “È del tutto evidente che il settore dell’auto sta attraversando una crisi molto seria e ha assolutamente bisogno di incentivi con stanziamenti adeguati alla gravità della situazione come quelli previsti in Francia, in Germania e in altri mercati importanti. Poiché per novembre e dicembre le previsioni sono catastrofiche, occorrerebbe un rifinanziamento immediato degli stanziamenti previsti dal Decreto Agosto e l’adozione, con la legge di bilancio, di un organico provvedimento che tenga conto delle effettive esigenze di rilancio del settore dell’auto che, con le attività connesse, vale il 12% del Pil. Al momento – conclude Gian Primo Quagliano – non vi è però notizia né della volontà del Governo di rifinanziare gli incentivi previsti nel Decreto Agosto né di quella di tenere conto delle esigenze del settore dell’auto nella prossima legge di bilancio”.

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