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Nuove misure restrittive, il Parlamento approva la linea Conte. La maggioranza ha votato anche le proposte del centrodestra

Il presidente del Consiglio si è presentato davanti a Camera e Senato per illustrare la necessità del terzo dpcm in tre settimane: "La curva dei contagi corre nel Continente". E in Italia si va verso il superamento della "soglia critica" per l'occupazione delle terapie intensive. Saranno per questo istituite tre fasce di rischio e rispettive restrizioni. Segnali di dialogo con le opposizioni, anche se Salvini a Palazzo Madama ha specificato: "Collaborazione? Solo in Parlamento"

Il Parlamento ha dato il via libera al rafforzamento delle misure restrittive per far fronte all’emergenza Coronavirus. Giuseppe Conte si è presentato oggi alle Aule, prima alla Camera e poi al Senato, e ha espresso la necessità di procedere con un nuovo dpcm: è il terzo in tre settimane e a richiederlo, ha detto il premier, è “la curva” dei contagi che “corre nel Continente”. La maggioranza ha risposto compatta, ma anche dalle opposizioni sono arrivati i primi deboli segnali di distensione. Sia a Montecitorio che a Palazzo Madama sono state infatti approvate le risoluzioni del centrodestra con il parere positivo dello stesso esecutivo. Un’apertura che il leader Pd Nicola Zingaretti ha accolto con soddisfazione, ma che il leghista Matteo Salvini si è poi affrettato a smorzare ribandendo quanto detto nelle scorse ore dalle opposizioni: “Collaborazione? Solo in Parlamento. Basta task-force e cabine di regia”.

Come illustrato da Conte nel corso dei suoi interventi in Aula, il nuovo dpcm sarà strutturato sulla base di una divisione dell’Italia per fasce di rischio a ognuna delle quali corrisponderanno nuove restrizioni: a decidere la divisione sarà il ministero della Salute. Tra le misure che saranno prese a livello nazionale, come anticipato dal premier, ci sarà “il limite agli spostamenti da e verso le Regioni con elevati coefficienti di rischio” salvo esigenze di lavoro, studio e salute. Ma anche la chiusura nei giorni festivi e prefestivi dei centri commerciali, la chiusura dei corner per le scommesse e giochi e quella di musei e mostre. Un’altra delle ipotesi circolata in queste ore è che il coprifuoco sia anticipato alle 21, ma il dettaglio del dpcm, però, ancora non c’è. E questo perché continua lo scontro con i governatori, contrari all’idea di chiusure mirate dei territori, favorevoli invece a paletti nazionali uniformi.

Il presidente del consiglio era atteso alla Camera e al Senato il 4 novembre, ma già sabato ha sentito i presidenti Elisabetta Casellati e Roberto Fico, per recarsi a Montecitorio e a Palazzo Madama prima del previsto: una decisione che ha preso dopo tre giorni di confronti con il Comitato tecnico scientifico, le Regioni e gli enti locali e i vari ministri. Il motivo lo ha spiegato proprio il premier: “La curva dei contagi di sabato ha imposto un nuovo corpus delle misure restrittive da adottare anche prima di mercoledì. Ho chiesto di poter anticipare queste mie comunicazioni così che il Parlamento possa esprimersi prima di adottare il provvedimento”. Per Conte, in questa fase ancora di più che durante la prima ondata, è fondamentale il coinvolgimento delle Aule per arrivare alle ulteriori chiusure e condividere la responsabilità di scelte difficili: “L’interlocuzione con il Parlamento e il coinvolgimento di tutte le forze parlamentari sono passaggi fondamentali”, ha ribadito. E non a casa ha rilanciato l’appello all’opposizione per una di cabina di regia bipartisan della gestione dell’emergenza: appello che era caduto nel vuoto sabato sera. “Se ci sono ripensamenti posso confermare che la proposta è immutata e non sottende confusione di ruoli”, ha ribadito l’inquilino di Palazzo Chigi.

Camera, la maggioranza vota anche quattro proposte del centrodestra – A Montecitorio i sì alle ulteriori restrizioni sono stati 284, gli astenuti (il centrodestra) 178, 1 contrario. Sono state anche approvate quattro delle 22 proposte presenti nella risoluzione del centrodestra. Il governo si era rimesso all’Aula e la risoluzione è stata votata per parti separate. Nei quattro punti approvati si chiede: “di tenere in debita considerazione le esigenze dei pazienti non Covid”; “di garantire una tutela effettiva ai lavoratori fragili, alle persone con disabilità, nonché ai rispettivi familiari e caregiver“; di “prevedere interventi mirati e appropriati alle diverse fragilità, al fine di non isolare ulteriormente bambini, ragazzi e persone con disabilità potenziando in modo adeguato l’assistenza socio-sanitaria domiciliare“; per quanto riguarda la sicurezza delle scuole, “di applicare termoscanner all’ingresso delle strutture scolastiche o delle classi” e “prevedere interventi straordinari di edilizia scolastica”.

Il Senato imita Montecitorio, ma Salvini: “Collaborazione? Solo in Parlamento” – Quando è stato il suo turno, l’Aula del Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza con 140 sì, 104 astenuti e 5 voti contrari. Palazzo Madama, come successo poco prima a Montecitorio, ha dato anche il via libera alla risoluzione presentata dal senatore della Lega, Roberto Calderoli, riformulata così come richiesto dal governo. Il testo ha ottenuto 198 voti favorevoli, 1 contrario e 50 astenuti. Nonostante le aperture, i singoli interventi dai banchi del centrodestra sono stati di forte polemica. Tra i più simbolici quello del leader del Carroccio Matteo Salvini. “Errare è umano e tutti chiedono scusa, ma posso sapere cosa avete fatto in questi sei mesi e questa estate per evitare questo scempio?”, ha esordito. Quindi ha rilanciato sul tema immigrazione: “Un governo che si appresta a chiudere scuole, uffici e negozi non potrebbe chiudere i porti ai clandestini?“. E rivolgendosi a Conte: “Non è difficile, io l’ho fatto, lo ha fatto anche lei, anche se poi a processo mandate me”. Per il leader leghista la collaborazione è possibile solo in Parlamento: “Basta con le cabine di regia che non partoriscono mai nulla”, ha detto. “La task force dove collaborare si chiama Parlamento della Repubblica”. In chiusura a Salvini ha fatto anche la sua proposta: “Riserviamo agli over ’70 degli orari per l’utilizzo dei trasporti pubblici, per la spesa, per i tamponi. Aiutiamoli a vivere in sicurezza senza chiudere in casa 60 milioni di italiani. I nostri genitori e i nostri nonni sono un patrimonio non del passato, ma del presente e del futuro. Io vi inviterei, colleghi del governo, a ricordarvi degli anziani e dei nonni non solo quando vi serve politicamente ma quando dovete occuparvi dei loro diritti e di quelli dei portatori di handicap”.

In generale il centrodestra a Palazzo Madama ha lamentato che l’apertura alle opposizioni sia arrivata in ritardo. “Noi a collaborare ci abbiamo provato decine e decine di volte e ci avete sempre risposto di No. La vostra proposta di collaborazione è tardiva, insincera e strumentale e sono i fatti a dimostrarlo. Solo adesso vi accorgete che esiste una opposizione che rappresenta almeno il 50% dei cittadini”, ha detto Luca Ciriani (Fdi). Freddezza anche da Forza Italia: “Noi apprezziamo che lei sia venuto qui in occasione del 23 Dpcm. Meglio delle altre volte è un passo in avanti. Ma rileviamo che non è questo lo strumento per limitare le libertà che la costituzione dice che possono essere limitate solo per legge”, ha detto Lucio Malan (Fi). “Lei chiede collaborazione, ma si collabora sulle cose concrete. Il Parlamento è il posto dove si vota. Se lei ci propone norme generiche, come facciamo a votare? Per questo la costituzione prevede una decreto che possa essere votato punto per punto”.

Il discorso di Conte: “Verso soglia critica di Terapie intensive 15 Regioni”- L’incipit dell’intervento del premier a Montecitorio è stato tutto dedicato all’attuale situazione epidemiologica. A partire dall’Europa che “all’interno di un quadro globale è una delle aree più colpite dall’urto della seconda ondata. Nelle ultime settimane l’incremento di casi Covid è stato di 150 contagi per ogni 100mila abitanti ed anche nel nostro Paese la situazione è in peggioramento, la recrudescenza ha condotto ad una moltiplicazione significativa dei contagi“. In Italia, ha spiegato Conte, l’evoluzione dell’epidemia risulta molto preoccupante, con “il quadro epidemiologico in via di transizione verso uno scenario di tipo 4, con alcuni territori a rischio di tenuta del sistema sanitario”. Il presidente del consiglio ha chiarito che “esiste la possibilità che 15 Regioni superino la soglia di area critica per le terapie intensive nel prossimo mese“. Per questo motivo “nei prossimi giorni verranno distribuiti nuovi ventilatori. Attualmente sono occupati poco più della metà dei posti letti in terapia intensiva. Ricordo che a inizio emergenza i posti erano 5.179, abbiamo lavorato per attivare altri 3.370 posti e siamo arrivati agli attuali 9.052. Il commissario Arcuri ha a disposizione altri nuovi ventilatori che verranno distribuiti per arrivare a 10.841″. Il capo dell’esecutivo quindi ci ha tenuto a tranquillizzare il Parlamento su questo fronte: “Non stiamo subendo una insostenibile pressione nei reparti di terapia intensiva, piuttosto registriamo registriamo un crescente, preoccupante affollamento nei restanti reparti di subintensiva e medicina generale”. Sul fronte dei test “è stata avviata una richiesta per tamponi molecolari che porterà 250mila tamponi molecolari al giorno. In questo modo aumenterà lo screening della popolazione italiana fino ad arrivare a 350mila test al giorno, con uno scenario avverso disporremo anche di personale militare. L’evoluzione dell’epidemia risulta però molto preoccupante”.

“Nuovi interventi restrittivi su base del rischio nei territori” – Il contagio, però, come detto non si ferma. Per questo motivo serviranno nuove misure, contenute nel terzo dpcm. “Il governo è sempre stato e sempre rimarrà consapevole della piena responsabilità di fronte al Paese di fronte a ogni decisio per la salvezza del paese”, ha detto il capo dell’esecutivo. Che ha continuato: “Alla luce dell’ultimo report di venerdì e della situazione particolarmente critica in alcune regioni siamo costretti a intervenire in una ottica di prudenza per mitigare il contagio con una strategia che va modulata sulle differenti criticità”. E quindi no a lockdown nazionale, che a un certo punto sembrava proiettare la sua ombra sulle decisioni del governo. “Ci sono specifiche criticità in Regioni e province autonome – ha continuato Conte – L’Rt nazionale è a 1,7 ma in alcune regioni ovviamente il dato è superiore. Esiste un’altra probabilità che 15 Regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e delle aree mediche nel prossimo mese”. Quindi il capo dell’esecutivo ha spiegato come sia “necessario assumere una decisione orientata che ottempli nuovi interventi restrittivi modulati sulla base del livello di rischio nei territori. Su base di criteri scientifici predefiniti ci sarà un regime differenziato basato su diversi livelli regionali. A marzo sprovvisti di un piano abbiamo emanato provvedimenti che ci hanno portato un lockdown generalizzato, oggi invece abbiamo una struttura di prevenzione”. A livello organizzativo, il capo del governo ha detto che “nel prossimo dpcm saranno indicate tre aree con tre scenari di rischio con misure via via più restrittive. L’inserimento di una Regione avverrà con un’ordinanza del ministro della Salute. Questi scenari dovranno tener contodell’indice di replicabilità del virus, dei focolai e della situazione dell’occupazione dei posti letto negli ospedali”.

Le misure: “Stop a spostamenti da e verso le Regioni a rischio” – Poi il capo dell’esecutivo ha elencato alcuni dei provvedimenti che troveranno spazio nel dpcm: “Per l’intero territorio nazionale intendiamo intervenire solo con alcune specifiche misure che contribuiscano a rafforzare il contenimento e la mitigazione del contagio. Chiudiamo nei giorni festivi e prefestivi i centri commerciali ad eccezione di negozi alimentari parafarmacie e farmacie ed edicole dentro i centri. Chiudiamo i corner per le scommesse e giochi ovunque siano, chiuderanno anche musei e mostre”. Come previsto sarà introdotto “il limite agli spostamenti da e verso le regioni con elevati coefficienti di rischio“. Conte ha poi aggiunto che nel dpcm si prevede “anche integralmente” la didattica a distanza per le scuole di secondo grado. Il governo poi prevede a livello nazionale “la riduzione al 50 % del limite di capienza dei mezzi pubblici locali”. Non è ancora chiaro, invece, se il limite di coprifuoco nazionale verrà anticipato alle 21 o meno visto che il premier si è limitato a dire come l’esecutivo preveda di adottare a livello nazionale “limiti alla circolazione delle persone nella fascia serale più tarda”. Non è stato specificato, però, quale sarà la fascia serale più tarda.

“Faremo tutti gli sforzi finanziari che servono” – Il premier ha anche sfiorato temi di tipo economico. “Faremo tutti gli sforzi finanziari che servono per costituire elementi di stabilità e certezza per il mondo del lavoro”, la promessa, legata a un’assunzione di responsabilità. “Siamo consapevoli della frustrazione e del senso di smarrimento e anche della rabbia che si sta manifestando in questi giorni. E siamo anche coscienti delle ripercussioni sull’attività economica, la produzione ma non ci può essere dilemma nella difesa della salute e la tutela dell’economia, più piegheremo i contagi più allenteremo le restrizioni. I numeri macro economici non di dicono nulla del disagio sociale ma il risultato è straordinario. Ai cittadini va la nostra gratitudine”. Poi Conte è tornato a parlare di Mes, spiegando che il governo dovrà “assumere ogni decisione sul ricorso alla linea di credito sanitaria del Mes solo a seguito di un preventivo ed apposito dibattito parlamentare e previa presentazione da parte del Governo di un’analisi dei fabbisogni e di un piano dettagliato dell’utilizzo degli eventuali finanziamenti”. Poi ha chiuso con un auspicio: “Questa è la terza crisi che stiamo vivendo e stavolta si può imprimere una svolta. Serve un nuovo patto tra pubblico e privato, il pubblico non deve ostacolare il mercato ma indirizzarlo e il nostro piano offrirà un nuova prospettiva nel solco degli obiettivi Ue. Non possiamo permetterci di distogliere lo sguardo dal futuro, sappiamo con certezza che le trasformazioni in atto lo cambieranno, noi dobbiamo accompagnare la transizione, nessuno può sentirsi esonerato, rivolgo ancora un invito alle forze e alle energie del Paese, restiamo unti in questo drammatico momento in nome dell’unità e dei valori che sono alla base della nostra Costituzione”.

Il piano vaccini e il riferimento alla tutela degli anziani – Conte, intervenendo nel pomeriggio in Senato, ha anche assicurato che il ministero sta già lavorando a un piano per la distribuzione dei vaccini e affrontato il delicato tema della protezione delle fasce più fragili della popolazione. “Il ministero della Salute”, ha detto, “su mia richiesta, sta già elaborando un piano di distribuzione dei vaccini così che quando arriveranno le prime dosi potremo procedere in modo organizzato, secondo un piano ordinato. Ragionevolmente prevedo che favoriremo le fasce della popolazione più fragili e vulnerabili e gli operatori più esposti al pericolo”. E, ha specificato: “Tra le fasce più vulnerabili il governo considera anche le persone più anziane, sono i nostri cari, i nostri genitori, i nostri nonni che hanno consentito di vivere al nostro Paese il miracolo economico”. Un riferimento agli anziani arrivato dopo che, solo ieri, il presidente della Regione Liguria ha dovuto scusarsi per aver scritto su Twitter che “gli anziani non sono indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”.