Eppur si muove, e neanche poco. Nonostante aumento dei contagi e nuove misure restrittive, l’indice Pmi sale, dalla Cina, all’Italia passando per la Germania . Questo indicatore (Purchasing managers index) raccoglie le opinioni dei manager dell’industria sulle prospettive della loro attività nei mesi a venire e sull’andamento degli ordini e degli acquisti. Si tratta quindi di un indice che dovrebbe anticipare il futuro andamento economico. I dati vengono generalmente raccolti nella prima metà del mese.
In base ai dati relativi al mese di ottobre, l’indice Pmi manifatturiero della zona euro è salito ai massimi da luglio 2018 segnando un rialzo a 54,8 punti dai 53,7 di settembre. Un valore sopra a 50 si associa ad una fase di espansione, sotto questa quota ci si attende viceversa una contrazione del ciclo economico. In Germania l’indice ha registrato un’accelerazione passando a 58,2 punti da 56,4 di settembre. Stabile invece il dato francese, ma sopra quota 50: e a ottobre si colloca a 51,3 punti rispetto a 51,2 di settembre.
Buono il dato italiano che sale a 53,8 punti a ottobre dai 53,2 punti di settembre. E’ il livello più alto da marzo 2018. L’indicatore, rilevato da Ihs Markit, segnala crescita per il quarto mese di fila posizionandosi sopra quota 50 che rappresenta la soglia di demarcazione tra espansione e contrazione del ciclo. I manager italiani descrivono una situazione dell’industria con ordini in crescita sia dal mercato interno che dall’estero. In particolare la domanda dagli altri paesi salendo ai ritmi più veloci da inizio 2018. Le aziende ritengono che questa seconda ondata di provvedimenti anti Covid avrà un impatto sull’attività inferiore rispetto alla prima. Per ora la catena produttiva non è stata toccata da misure particolarmente restrittive e il traino della domanda estera sostiene l’attività. I dati europei seguono dati sul Prodotto interno lordo del periodo estivo migliori delle attese ma stridono tuttavia con le indicazioni arrivate dalla Banca centrale europea. Giovedì scorso la presidente Christine Lagarde ha parlato di un novembre che si annuncia deludente per l’economia della zona euro.
A inizio mattinata era arrivato il dato cinese. Anche a Pechino, l’indice risulta in crescita toccando i 53,6 punti dai 53 di settembre. Le attese erano per un indice stabile. Si tratta del sesto mese di fila di ciclo espansivo e del aumento più ampio da gennaio 2011, in scia alla ripresa delle attività dopo il blocco legato alla pandemia del Covid-19.