Lo scetticismo sui sondaggi persiste, a quattro anni dalle elezioni in cui Hillary Clinton vinse il voto popolare per quasi tre milioni di voti, ma venne sconfitta alla conta dei Grandi elettori, che Donald Trump le ha strappato nel Midwest. Ma oggi le rilevazioni – tutte – danno Joe Biden in “chiaro vantaggio” sul presidente in quattro dei più importanti swing states, quegli “stati in bilico” che saranno determinanti – insieme a Florida, Georgia, Arizona e North Carolina – per stabilire chi sarà il prossimo inquilino alla Casa Bianca. E sul piano nazionale, secondo Politico, alla vigilia dell’Election Day l’ex vice di Obama ha un vantaggio di otto punti, solitamente non registrato nelle elezioni presidenziali così fortemente polarizzate. Le incognite del voto, così come di eventuali disordini, sono legate anche agli scrutini dell’early voting, che in questa tornata elettorale è da record. Oltre 96 milioni di elettori americani hanno infatti già votato in anticipo. Si tratta del 70% del totale del 2016, quando in tutto avevano votato in 137 milioni. Quattro anni fa avevano votato in anticipo solo 47 milioni di elettori.
Gli Stati in bilico – Secondo il sondaggio New York Times/Siena College citato dal quotidiano americano, in Arizona, Biden otterrebbe il 49% e Trump il 43%, quindi il democratico sarebbe in vantaggio di 6 punti, dopo che nel 2016 il repubblicano vinse per 4 punti percentuali; in Florida, Biden sarebbe avanti di 3 punti percentuali (47%-44%), mentre Trump vinse per 1 punto percentuale quattro anni fa; in Pennsylvania Biden otterrebbe 6 punti percentuali in più (49%-43%), mentre vinse per meno di 1 un punto nel 2016; in Wisconsin il distacco sarebbe di 11 punti percentuali (52%-41%), dopo che nel 2016 il magnate vinse per meno dell’1%. Secondo il Nyt, a rafforzare l’ex vice presidente sarebbe “il sostegno degli elettori che non parteciparono alle elezioni del 2016 e che ora sembrano andare in molti a votare, soprattutto per il democratico“.
Inoltre, “il risultato sulla mappa elettorale sembra porlo in una posizione più forte di vantaggio in vista dell’Election Day rispetto a qualsiasi altro candidato da almeno il 2008, quando nel mezzo di una crisi economica globale Barack Obama conquistò la Casa Bianca“. Il Nyt aggiunge che, “se Biden dovesse avere il vantaggio rilevato dal sondaggio in tre di quei quattro Stati, sarebbe quasi certo di vincere; se ottenesse la Florida, avrebbe probabilmente bisogno solo di ribaltare l’esito in un altro grande Stato che Trump vinse nel 2016″. In Florida, secondo i sondaggi, Biden ha un modesto vantaggio, 47% contro il 44% di Trump, ma il margine di errore è il 3%.
Le previsioni di Politico – Secondo il sito, il candidato democratico arriva al voto già con 279 voti attribuiti a lui dai sondaggi, quindi oltre alla soglia dei 270 necessari ad arrivare alla Casa Bianca. Per Trump invece le previsioni parlano di 163 voti elettorali, quindi per raggiungere il magic number dovrebbe vincere tutti gli stati in bilico, che insieme totalizzano 96 voti elettorali, e strappare almeno uno degli stati, come per esempio la Pennsylvania, dove in questo momento è dato in testa Biden. Secondo l’Election Forecast finale di Politico sarebbe variato e si sarebbe ristretto il numero degli stati considerati in bilico: Arizona, Florida, Iowa, North Carolina, Ohio e con la new entry della Georgia. Spiegando che la sua previsione è basata su mesi di analisi del trend di voto, interviste e studio di sondaggi, sia pubbliche che riservate, il sito comunque sottolinea che vi sono delle incognite che è difficile valutare, quella della affluenza, che si prevede a livelli storici, e dello spoglio dell’alta percentuale di voto per posta che, a causa dell’epidemia, verrà registrato. La lentezza del servizio postale potrà portare a dei ritardi nelle consegne delle schede e i repubblicani, guidati da Trump, sono mobilitati per impedire l’accettazione delle schede in ritardo, soprattutto negli stati dove le autorità democratiche locali hanno varato misure più permissive in questo senso.