I graffiti erano stati realizzati a luglio dall'artista Cosimo Cheone insieme al municipio 8 e a Spazio Baluardo. "Un gesto così vile non si ha il coraggio di rivendicarlo", ha detto la segretaria dem Silvia Roggiani
I murales dedicati a medici e infermieri dell’ospedale Sacco nel quartiere di Quarto Oggiaro a Milano sono stati vandalizzati nella notte: i volti degli operatori sanitari impegnati in prima linea contro la pandemia sono stati coperti con vernice grigia e bianca. Tra i murales deturpati, anche quelli che rappresentano il volto di un bambino e di un uomo che indossano una mascherina. La serie era stata dipinta a luglio scorso dall’artista Cosimo Cheone, grazie al Municipio 8 di Milano e all’associazione Spazio Baluardo.
Tra i primi a denunciare l’accaduto la pagina Facebook del Municipio 8: “Prenderemo provvedimenti e presenteremo un esposto, chiedendo anche di visionare i filmati delle telecamere! Non c’è spazio per gli incivili”. L’episodio è stato condannato anche dal Pd di Milano. “Chi ha agito per deturpare un murale realizzato per ringraziare medici e infermieri per ciò che fanno ogni giorno, lo ha fatto nella notte. Lo ha fatto nascondendosi, perché un gesto così vile non si ha il coraggio di rivendicarlo – ha detto la segretaria Silvia Roggiani. “La nostra città, Milano, non smetterà mai di dire grazie a chi lavora, giorno e notte, in modo eroico. E per fortuna non ha bisogno di nascondersi per farlo”.
Interpellato dall’agenzia Lapresse Maurizio Viecca, primario di cardiologia dell’ospedale Sacco, ha commentato: “E’ il risultato di troppa informazione spazzatura e di tanti opinionisti e di alcuni medici che, per motivi incomprensibili, negano l’evidenza dell’emergenza della pandemia. Peccato che la gente e i media non abbiano memoria, e continuano ad ascoltare chi ad esempio diceva che a giugno il problema era “clinicamente risolto” o chi ancora ad oggi nega l’evidenza”. Viecca nei giorni scorsi aveva parlato di ospedali milanesi al collasso, con i malati che rischiano di non trovare un posto letto a causa della velocità di diffusione della pandemia e della mancanza di personale, perché con la seconda ondata medici e infermieri si sono ammalati più di quanto avvenuto nella prima.