Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco terroristico della scorsa notte a Vienna. Il gruppo fondamentalista ha affidato al suo canale di propaganda Amaq il comunicato con cui si assume la paternità dell’attentato compiuto dal 20enne austriaco di origini macedoni, Fejzulai Kujtim, che armato di kalashnikov, machete, pistola e con in dosso una finta cintura esplosiva ha aperto il fuoco uccidendo quattro persone e ferendone 22.

Le Bandiere Nere hanno esaltato il gesto di Abu Dujana al-Albani, nome di battaglia di Kujtim, che ha compiuto l’attacco come “soldato del califfato”. Già nelle scorse ore era circolata la notizia che il terrorista ucciso dalle forze di sicurezza austriache aveva giurato fedeltà all’Isis.

Proseguono intanto le indagini sulla rete organizzativa dietro all’azione del 20enne, anche se inizia a farsi largo l’ipotesi che abbia agito da solo, sparando all’impazzata per le vie del centro: “Al momento non ci sono indizi sul fatto che possa esserci stato anche un secondo attentatore”, ha detto il ministro dell’Interno, Karl Nehammer, in conferenza stampa a Vienna. Le autorità austriache avevano parlato a lungo di un massimo di quattro attentatori e di una caccia all’uomo in corso, per poi ridimensionare le loro prime ricostruzioni. Sicuramente le indagini stanno cercando di ricostruire la rete di complici che potrebbero aver aiutato Fejzulai Kujtim: due persone sono state arrestate a St. Pölten, 60 km da Vienna, dopo alcune perquisizioni. I media informano di un altro arresto a Linz: si tratterebbe di un sospettato di estremismo islamico. Nelle indagini “sono stati eseguiti 14 fermi temporanei“, ha poi spiegato sempre Nehammer, mentre altre due persone sono state fermate dalle autorità in Svizzera.

Secondo il quotidiano tedesco Der Spiegel, il killer era in contatto con una rete di jihadisti tedeschi. Era stato in Turchia nel 2018 nel tentativo di entrare in Siria per arruolarsi nell’Isis e lì aveva conosciuto due jihadisti tedeschi e uno belga, come riporta una sentenza del tribunale del Land di Vienna di aprile. Il giovane avrebbe incontrato i tre jihadisti ad Hatay al confine con la Siria, in un covo Isis. Poi sarebbe stato accompagnato in un hotel in Turchia e dopo poco arrestato dalla polizia.

L’identikit del terrorista ucciso invece comincia a delinearsi: era un 20enne con la doppia cittadinanza austriaca e della Macedonia del Nord, il suo Paese d’origine. Nato a Mödling, sud della capitale, era noto ai servizi di sicurezza antiterrorismo (Bvt) per essere stato uno dei 90 islamisti austriaci che hanno cercato di recarsi in Siria. Per questo motivo era stato condannato a 22 mesi da un tribunale austriaco alla fine di aprile 2019 con l’accusa di essere membro di un gruppo terroristico. Era poi stato rilasciato in anticipo il 5 dicembre 2019: rientrava infatti in un regime privilegiato previsto dalla legge a tutela dei giovani. Il ministro dell’Interno Nehammer ha criticato per questo l’operato della giustizia del suo Paese: l’attentatore era “riuscito ad ingannare il programma di deradicalizzazione della magistratura” ha detto Nehammer, sostenendo quindi come sia necessaria “una valutazione e un’ottimizzazione del sistema”.

La Kronen Zeitung riferisce che poco prima dell’attacco il terrorista aveva prestato giuramento di fedeltà al nuovo leader dell’Isis Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi. Secondo il tabloid tedesco Bild, il 20enne aveva precedentemente postato una foto su Instagram, in cui dimostrava la sua vicinanza allo Stato islamico. L’account è stato chiuso dalle autorità. Nella foto postata sui social si vede un kalashnikov: sembra la stessa arma usata nell’attacco. Ha iniziato a sparare intorno alle ore 20 ed è stato “neutralizzato alle 20:09”, come ha spiegato il ministro dell’interno austriaco Karl Nehammer.

Nell’attentato quattro civili sono stati uccisi: si tratta di due uomini e due donne. Sono 22 i feriti ricoverati in ospedale per colpi da arma da fuoco: dopo i timori della mattinata, nel pomeriggio nessuno di loro sembra essere più in pericolo di vita. Rimangono stabili ma critiche anche le condizioni del poliziotto ferito, ricoverato in terapia intensiva. Una delle quattro vittime era un cittadino macedone, come l’estremista islamico autore dell’attacco. “Profondamente sconvolto mi rivolgo a voi concittadini, in questa ora buia della nostra Repubblica”, ha detto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, rivolgendosi alla nazione da Vienna. È stato “un attentato islamista, dettato dell’odio, dall’odio per il nostro modello di vita, dall’odio per la nostra democrazia”. Si è trattato di “un attentato alla nostra libera società”. “Noi dobbiamo essere coscienti che non c’è una una battaglia fra cristiani e musulmani, o fra l’Austria e i migranti. No. Questa è una lotta fra le molte persone che credono nella pace e alcuni che auspicano la guerra“, ha aggiunto Kurz. “È una lotta fra civiltà e barbarie. E questa lotta l’affronteremo con ogni determinazione”, ha concluso il cancelliere.

Arresti e perquisizioni – Vienna resta “in stato di massima allerta”. Questa mattina a St. Pölten, località 60 km a ovest della capitale, sono state effettuate perquisizioni in diverse case e due persone sono state arrestate. Lo riferisce la polizia, citata dall’emittente Orf. Non sono escluse ulteriori ricerche. Le autorità hanno invitato la gente ad evitare il centro della città: le scuole sono chiuse e la comunità ebraica ha deciso la serrata di tutte le sue istituzioni e istituti. Su Twitter le forze dell’ordine hanno spiegato che sono state condotte perquisizioni nell’abitazione dell’attentatore che è stato ucciso. Secondo l’Apa, l’agenzia di stampa austriaca, sono al lavoro un migliaio di agenti delle forze dell’ordine, provenienti anche dalla Niederösterreich e dal Burgenland, mentre 75 militari dell’esercito federale sono stati inviati a difendere gli obiettivi sensibili. La polizia austriaca sta cercando in queste ore di ricostruire la dinamica degli attentati anche attraverso oltre 20mila video inviati online dal pubblico. Un team di 35 investigatori li sta esaminando.

Controlli al Brennero – A seguito dell’attentato sono stati sensibilizzati i servizi di controllo ai valichi di frontiera con l’Austria, a partire da quelli al Brennero. Ai servizi, secondo quando si apprende, partecipano anche i militari dell’Esercito. Dopo la Repubblica Ceca, anche la Germania intanto ha intensificato i controlli al confine con l’Austria. L’inasprimento è ora una “priorità tattica” per la polizia federale, ha detto un portavoce delle forze tedesche. In Italia il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha convocato alle 13 il Comitato nazionale per l’ordine pubblico e la sicurezza: la riunione, alla quale parteciperanno i vertici delle forze di polizia e dei servizi d’intelligence, servirà a fare il punto di quando sta accadendo in Europa e a verificare lo stato della sicurezza in Italia.

Il governo e gli apparati di sicurezza del Regno Unito hanno deciso di elevare di nuovo l’allerta sul rischio di attacchi terroristici nel Paese da considerevole (substantial) a grave (severe): ossia il quarto e secondo livello di maggior pericolo in una scala di 5. Il livello 4 presuppone una minaccia di attentati “altamente probabile”.

La ricostruzione dell’attacco – I primi spari sono stati sentiti lunedì sera intorno alle ore 20, nel centro di Vienna in Seitenstettengasse, la via dove si trova la sinagoga della capitale austriaca. Più persone hanno iniziato a sentire colpi da arma da fuoco lungo le strade del centro, fino alla vicina Schwedenplatz. L’attacco ha colpito sei diversi punti della città: Ruprechtsplatz, Salzgries, Graben, Bauernmarkt, Morzinplatz e Fleischmarkt. Ha preso di mira le persone che si trovavano nei bar e nei ristoranti di Vienna, per l’ultima notte prima del ritorno in lockdown e del coprifuoco. Una dinamica che ricorda gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015: allora fu un commando armato a colpire in diversi punti della città, concentrando gli attacchi in alcuni locali della capitale francese. In questo caso sembra che il 20enne abbia agito da solo: “L’autore si è mosso in direzione dell’Hoher Markt e della Ruprechtskirche e ha sparato alle persone che erano sedute allo Schanigarten. Non ha mirato al tempio della città”, ha detto il rabbino Schlomo Hofmeister, testimone oculare dall’attacco, al quotidiano Kurier.

Le reazioni – Il governo austriaco ha decretato tre giorni di lutto nazionale. “Stiamo attraversando tempi difficili nella nostra repubblica. Vorrei ringraziare tutti i servizi di emergenza che rischiano la vita per la nostra sicurezza, soprattutto oggi. L’intero Paese è con le vittime, i feriti e le loro famiglie, alle quali esprimo il mio più profondo cordoglio”, ha detto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz alla tv pubblica Orf. “La nostra polizia intraprenderà un’azione decisa contro gli autori di questo orribile attacco terroristico. Sono lieto che i nostri agenti di polizia siano già stati in grado di eliminare un autore. Non permetteremo mai al terrorismo di intimidirci e combatteremo questi attacchi con tutti i mezzi”, ha aggiunto il cancelliere.

“Esprimo dolore e sgomento per l’attacco terroristico a Vienna e prego per le vittime e i loro familiari. Basta con la violenza! Costruiamo insieme pace e fraternità. Solo l’amore spegne l’odio”, ha affermato papa Francesco in un tweet. “Il vile attentato che ha avuto luogo ieri sera a Vienna ha suscitato in Italia orrore e profonda tristezza. In questa drammatica circostanza gli Italiani tutti si stringono nel lutto all’amico popolo austriaco, con sentimenti di particolare vicinanza nei confronti delle famiglie delle vittime, dei feriti – cui auguriamo un pronto e completo ristabilimento – e dei cittadini viennesi”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente federale della repubblica d’Austria, Alexander Van der Bellen. “Nel porgerle – afferma Mattarella – le espressioni del più sincero cordoglio e della netta ripulsa per questo proditorio attacco ai comuni valori di libertà e pacifica convivenza, rinnovo la determinazione della Repubblica Italiana a collaborare con l’Austria nella lotta contro ogni forma di terrorismo“.

“Il terrorismo islamista è il nostro nemico comune. La battaglia contro questi assassini e i loro istigatori è la nostra battaglia comune”, ha detto anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, affermando che “noi tedeschi esprimiamo vicinanza e solidarietà ai nostri amici austriaci”. “In queste ore terribili, nelle quali Vienna è diventata obiettivo della violenza terroristica, il mio pensiero va alle persone e alle forze di sicurezza che là stanno contrastando la violenza e il pericolo. I miei sentimenti di vicinanza vanno ai parenti delle vittime, auguro una pronta guarigione ai feriti”, ha dichiarato. Gli esponenti della comunità islamica austriaca, Iggo, in una nota pubblicata sulla loro pagina di Facebook si sono detti “vicini in queste ore alle persone colpite, alle loro famiglie e agli agenti di polizia” e “profondamente colpiti e scioccati” dall’attentato che ha colpito ieri sera Vienna.

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