Non è certo la prima volta che a Milano entra in azione una banda del buco. Fino a qualche anno fa di colpi più o meno quello messo a segno oggi in piazza Ascoli ne venivano portati a termine diversi. Quello più clamoroso finì nelle pagine di cronaca addirittura tre giorni dopo perché il gruppo entrò in azione la vigilia di Natale del 2001, lavorò calma il 25 dicembre e usarono con ogni probabilità il giorno di Santo Stefano per svaligiare il caveau dell’allora banca Cariplo di via Verdi, in pieno centro di Milano e a due passi da Teatro La Scala, portando via un piccolo tesoro tra contati e cassette di sicurezza. I ladri tagliarono con un flessibile una porta in ferro che si trova in un cortiletto interno, sul retro della banca, potendo così accedere a un corridoio seminterrato che poi scorre in prossimità del caveau. Erano scattati degli allarmi nello stabile nelle centrali operative della vigilanza privata.

Furti o rapine portate a termine usando le fogne come passaggio e via di fuga sono invece ancora “registrate” a Napoli. L’ultimo colpo risale al giugno del 2020 quando il gruppo entrò in azione in piazza Cavour non per depredare una banca o un ufficio postale come accaduto in passato ma per assaltare un supermercato. Un foro per entrare è stato aperto dalle fogne verso il pavimento della confinante chiesa di Santa Maria delle Grazie e successivamente un altro dalla stessa chiesa verso l’adiacente supermercato. I ladri hanno portato via una cassaforte contenente l’incasso. Nulla invece era stato rubato in chiesa.

Due anni i carabinieri di Napoli avevano individuato i componenti di un’altra banda e avevano scoperto che i malviventi venivano aiutati da dipendente del servizio fognature del Comune di Napoli. In quel caso erano stati arrestate 12 persone accusate di associazione a delinquere, detenzione e porto illegali di armi, rapina, furto aggravato e ricettazione, reati di cui i soggetti rispondono a vario titolo. La banda avrebbe tentato di mettere a segno sei colpi, tutti sventati dai militari, tra cui anche quello alla gioielleria “Bulgari” nella lussuosa via dei mille del capoluogo partenopeo, nel gennaio 2017. La banda studiava a tavolino le rapine, eseguiva sopralluoghi, mappava le via di accesso e di fuga, infine, assistiti da pali muniti di ricetrasmittenti, eseguiva gli scavi. A questo punto non restava che eseguire la rapina: sbucava nella banca dalle fogne, armati di pistola, con tute integrali e stivaloni di gomma, e razziava caveau e cassette di sicurezza.

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