Solo che la moglie del fumettista più che fotografa avventuriera con sogni erotici proibitissimi e vagamente fetish come l’icona in bianco e nero, di Crepax ne fu la compagna attenta e premurosa per oltre quarant’anni nella loro casa di via De Amicis a Milano
Addio Luisa Mandelli. La moglie di Guido Crepax, che ne ispirò il celebre personaggio dei fumetti Valentina, è morta ad 82 anni al Policlinico di Milano per le complicanze di una polmonite interstiziale dovuta al Covid. Crepax aveva modellato la sua popolare creatura osservando la moglie Luisa, che proprio come Valentina, aveva uno splendido caschetto di capelli neri (le cronache raccontano che il parrucchiere fosse Vergottini). Solo che la moglie del fumettista più che fotografa avventuriera con sogni erotici proibitissimi e vagamente fetish come l’icona in bianco e nero, di Crepax ne fu la compagna attenta e premurosa per oltre quarant’anni nella loro casa di via De Amicis a Milano. Mandelli tra l’altro contribuì attivamente al fumetto costruendo parecchi soliloqui onirici di Valentina. Insomma un sodalizio artistico e familiare interrotto alla morte di Crepax nel 2003.
Le avventure editoriali di Valentina sono iniziate nel 1965 e si sono concluse nel 1995 dopo aver mietuto successi di lettori in tutto il mondo. Da Valentina sono stati tratti anche un paio di film: Baba Yaga, un eroticone anni settanta (1973) diretto da Corrado Farina, con Crepax al soggetto e una Valentina (Isabelle De Funes) travolta dal trappolone lesbico-sadico di una santona incontrata per caso in strada, come sempre nei suoi viaggi. Nel 1989 Reteitalia ha invece prodotto e messo in onda una miniserie di dodici puntate dove l’episodio di Baba Yaga divenne materiale solo per il primo episodio. Valentina venne interpretata dall’allora irresistibile Demetra Hampton, mentre la sceneggiatura venne firmata da Gianfranco Manfredi, e il cast vie le apparizioni selvagge di Sabrina Ferilli, Kim Rossi Stuart, Eva Robin’s e perfino Ricky Gianco.
Luisa Mandelli lascia i tre figli Antonio, Caterina e Giacomo che dalla morte del padre (2003) ne hanno raccolto l’eredità culturale e come Archivio Crepax tutelano e ripropongono il ricco patrimonio di immagini e contenuti frutto del lavoro del celebre fumettista milanese. “La mamma è sempre stata il nostro punto di riferimento nella vita di tutti i giorni” ricordano Antonio, Caterina e Giacomo, “molto presente negli studi come nei problemi personali, mentre papà era una fonte inesauribile d’ispirazione e un perfetto compagno di giochi”.