“Se volessimo acquistare un autobus adesso, tra bando di gara e produzione ci vorrebbero mesi per la consegna”. Da tempo è il mantra delle aziende di trasporto pubblico locale alle prese con la necessità di potenziare il servizio per non avere mezzi affollati in tempi di Covid. Certo, possono noleggiare pullman turistici con conducente, ma sono poco adatti a girare nei centri urbani. Ci sarebbe anche un’altra alternativa. L’ha prevista nel 2017 una norma inserita nella manovra correttiva del governo Gentiloni che consentirebbe di noleggiare gli autobus con cui di solito si fa il trasporto locale da una società di noleggio. Consentirebbe, perché la burocrazia ci ha messo lo zampino. E così per tre anni non se n’è mai fatto nulla. “Gli uffici della motorizzazione non sono in grado di immatricolare un autobus che sia ad uso noleggio”, spiega Michele Maldini, direttore commerciale di Evobus, società del gruppo Daimler che produce gli autobus Mercedes-Benz e Setra. “Non riescono a stampare un libretto dove sia indicata come proprietaria una società di noleggio e come esercente un’azienda di trasporto. Il sistema informatico della motorizzazione non lo prevede. L’operatore, in sostanza, non ha il quadratino giusto in cui mettere la spunta”. E così la novità di tre anni fa, da tre anni è bloccata.

La norma, presa dallo schema di riforma dei servizi pubblici locali portato avanti dall’allora ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia, era intesa a favorire il rinnovo del parco mezzi delle aziende di trasporto, che sconta da anni il cronico problema di una delle età medie più alte d’Europa. E introduceva una modifica al codice della strada che, nel presupposto che con veicoli di proprietà fosse garantita più sicurezza, non consentiva fino a quel momento di noleggiare autobus senza conducente, salvo in casi eccezionali ma per non più di un anno e solo da un’altra azienda di trasporto. Una soluzione inutile oggi, perché con l’emergenza Covid tutte le aziende di trasporto sono alla ricerca di mezzi e non ne hanno da noleggiare ad altre. Diverso sarebbe se l’estensione del noleggio previsto dal governo Gentiloni non fosse morto sul nascere, per la mancanza in motorizzazione del quadratino giusto da spuntare. Perché a noleggiare i mezzi alle aziende di trasporto sarebbero le società di noleggio.

Lo conferma Paolo Ghezzi, responsabile Manutenzione autobus e sistema gestione integrata di Busitalia, azienda del gruppo Ferrovie dello stato che direttamente o attraverso controllate gestisce il trasporto urbano ed extra urbano in diverse zone del Paese, tra cui l’Umbria, Firenze, Salerno, Rovigo e la provincia di Padova: “Se la norma sul noleggio fosse utilizzabile, in questi mesi le aziende di trasporto avrebbero potuto reperire velocemente autobus di prima e seconda classe, che sono più adatti al trasporto urbano ed extra urbano rispetto agli autobus di terza classe, cioè i bus turistici che si noleggiano con conducente. Se un’azienda poi non avesse avuto abbastanza autisti, avrebbero potuto affittarli dalle aziende di noleggio con conducente che in questo periodo hanno molti bus fermi”.

“Abbiamo i piazzali pieni di mezzi che potremmo noleggiare in Italia – assicura Maldini di Evobus -. Alcune nostre filiali europee hanno infatti disponibilità di veicoli provenienti da commesse che sono state rimandate”. Le aziende di trasporto non potrebbero acquistare questi mezzi già pronti, visto che non è possibile noleggiarli? “Se lo facessero, una volta finita l’emergenza le aziende, già in crisi finanziaria per i mancati incassi da bigliettazione, avrebbero a cespite un mezzo che non servirebbe più e avrebbero fatto un investimento da ammortizzare mediamente in 10 anni per qualche mese appena di utilizzo effettivo. Se in ogni caso fossero disponibili a un investimento a lungo termine, opterebbero per un mezzo costruito ‘su misura’ e non per ‘quello che c’è disponibile a piazzale’”.

Emergenza Covid a parte, secondo Maldini i vantaggi di un sistema di trasporti che preveda anche la possibilità del noleggio vanno al di là di un periodo straordinario come questo. E sono ancora gli stessi per cui la norma di tre anni fa era stata vista con favore dagli operatori: “Una drastica riduzione dei tempi di approvvigionamento e messa in servizio di nuovi autobus utile al rinnovo del parco mezzi, una maggiore flessibilità nell’impiego di autobus sulle linee del trasporto pubblico, l’ottimizzazione dei costi di manutenzione e la diminuzione dei costi di produzione che per i mezzi destinati al noleggio non sarebbe più legata alla singola commessa ma sarebbe standardizzata nei tempi”. Ma come è possibile che tutto questo sia saltato per un inghippo burocratico? Un semplice quadratino mancante sui pc della motorizzazione? Contattato da ilfattoquotidiano.it, il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti risponde che sempre nel 2017, un decreto legislativo “ha introdotto il documento unico di circolazione in sostituzione di carta di circolazione e libretto di proprietà. Dopo varie proroghe, il documento unico dovrà essere esteso a tutti i mezzi entro fine marzo 2021. Poiché siamo in una fase di transizione e di aggiornamento di tutta la documentazione, sarebbe stato uno spreco di risorse realizzare un software ad hoc che consentisse l’immatricolazione degli autobus da noleggiare”. Solo che la “fase di transizione” dura da anni e nel frattempo non è stato realizzato il “software ad hoc” per gli autobus a noleggio. E nemmeno è stata fatta una modifica a quello esistente, per dotarlo di un quadratino in più da spuntare.

@gigi_gno

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