Di tutti i Paesi al mondo, il Giappone è tra quelli più attenti alla musica di Patrizio Fariselli e dei suoi Area. C’è un ponte fra l’Italia e il Giappone, che Fariselli, da appassionato della cultura arcaica giapponese, è riuscito a creare, e non è un caso se il suo ultimo disco, 100 Ghosts, sia dedicato alla cultura giapponese, né che la nuova uscita con gli Area Open Project, sia il Live in Japan, registrato nel maggio del 2019, in doppio cd e dvd.

“Suonare in Giappone – confessa Fariselli – è sempre un’esperienza epocale, perché quello giapponese è un pubblico straordinario. È la quarta volta che suono nel teatro Zilio Showa di Kawasaki, e ricevo sempre grandi soddisfazioni: innanzitutto perché è molto preparato all’ascolto. In più quando mi intervistano delle volte mi stupisco, perché sanno più cose su di me di mia madre…”.

Oltre alle musiche tratte dal recente disco da solista di Fariselli, 100 Ghosts, il gruppo ha presentato i brani più famosi del repertorio storico degli Area, questa volta di nuovo cantati, dopo la scomparsa di Demetrio Stratos, dalla straordinaria voce di Claudia Tellini, la vera sorpresa della band, che fa tornare a brillare pezzi come Luglio, Agosto, Settembre (Nero), Gioia e Rivoluzione, L’Elefante Bianco. Il resto della formazione è composto da Marco Micheli al basso e Walter Paoli alla batteria.

Un concerto, quello in uscita per la King Records Japan/Warner Music, che Fariselli definisce “ineccepibile, con uno stage meraviglioso, e i suoni fantastici. Ma confesso che non c’era la minima intenzione né di registrare né di pubblicare il disco: in quel momento, infatti, col gruppo eravamo concentrati sulla serata, sulla nostra musica, di fronte a un pubblico fantastico. Poi una volta ascoltata la registrazione, che è stata fatta a livelli tecnicamente incredibili e visto il filmato video, ho pensato che valesse la pena di esser pubblicato, perché documenta alla perfezione il lavoro che stiamo facendo in questo periodo. È vero che ogni scarafone è bell’a mamma sua, ma sono rimasto colpito dalla precisione tecnica con cui è stato elaborato questo materiale raccolto in un doppio cd e un dvd, e per i collezionisti uscirà un’edizione limitata e numerata in vinile”.

Patrizio, in tutti questi anni hai privilegiato soprattutto la musica strumentale, ma quand’è che ti sei reso conto che Claudia Tellini fosse la persona giusta a prender il posto che è stato di Demetrio Stratos?

“Innanzitutto nessuno può prendere il posto di Demetrio, anche perché il riferimento al gruppo storico è marginale: rivendico il mio Dna, elaborando anche del materiale storico del gruppo, ma con questa nuova formazione macino nuova musica”.

Quand’è avvenuto l’incontro con Claudia Tellini?

“L’incontro con Claudia è avvenuto un paio di anni fa, presentata da Walter Paoli, che è il mio batterista storico, ed è stato amore a prima vista, dal punto di visto artistico, ovviamente. È una musicista straordinaria e ha avuto questa capacità formidabile di misurarsi col repertorio storico e quindi coi pezzi cantati dal Demetrio, dando una sua interpretazione, senza alcun timore reverenziale, e nessun tentativo di riproporre, ma ha portato una sua versione dei fatti, in modo entusiasmante”.

Qual è il valore aggiunto che ha apportato alla band?

“Claudia è un mezzosoprano per estensione e canta sulla stessa tonalità di Demetrio: in questo modo è riuscita a restituire parecchia dell’energia originaria dei brani, una cosa formidabile. Già dalla prima volta in cui provammo insieme, circa due anni fa, io mi sono commosso e non mi capita spesso. Infatti, e lo dico senza ombra di dubbio, questo lavoro la consacrerà come una delle più grandi cantanti che abbiamo in Italia. E questo te lo garantisce un vecchio musicista che ne ha vista parecchia di acqua passata sotto ai ponti. In Giappone ha fatto una performance straordinaria”.

Credi che ci sia maggior fermento attorno alla figura degli Area in Italia o all’estero?

“Sicuramente in Italia c’è un bel movimento, anche perché siamo qui e martelliamo tutti i giorni, ma ti assicuro che tra tutti i Paesi al mondo, il Giappone è quello più attento alla mia musica e agli Area”.

Che cosa aggiunge alla tua discografia un disco come questo?

“Ho sempre considerato i dischi come momenti che documentano un percorso, ed è stato così da sempre, anche con gli Area. E cosa può esserci meglio di un disco dal vivo? A mio parere, questo che è stato appena pubblicato è un documento importante, perché intanto rende giustizia alla musica italiana all’estero, e fa vedere quanto siamo apprezzati da popoli veramente lontani. E quando dico lontani lo dico con cognizione di causa”.

Con gli Area Open Project – stessa formazione composta da Micheli, Paoli e Tellini –, Patrizio Fariselli era pronto a partire per una nuova tournée, che li avrebbe portati a esibirsi a Cesenatico per un’anteprima il 7 novembre e poi a San Lazzaro di Savena (Bo), a Lugagnano di Sona (Vr) e a Torino. Purtroppo le ultime disposizioni contenute nel Dpcm li hanno fatti saltare, mentre sono confermati i concerti di martedì 10 novembre al Roma Jazz Fest – Auditorium Parco Della Musica e di sabato 14 novembre al Teatro Out Off di Milano (Fariselli solo), ma senza pubblico. A tutti i concerti comunque si potrà assistere in live streaming HD, e l’Auditorium di Roma ha appositamente attrezzato la Sala Petrassi con le migliori tecnologie per avere una fruizione migliore possibile. Le date, si spera, verranno recuperate.

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